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L'ammucchiata di fumetti di Michele vol.3

Nuovi libri coi disegni che vi consigliamo di leggere, perché sono belli e per altri vari motivi che vi spieghiamo qui dentro.

A dire la verità, vorrei che questa rubrica fosse fatta semplicemente di consigli: tipo, vi consiglio di leggere questo e quest'altro libro coi disegni, perché sono belli per questo e quest'altro motivo. Iniziamo. Frank Miller
Sacro Terrore

Whoo-hoo! Tutti odiano Frank Miller! E adesso anche in italiano (cioè: è uscita l'edizione italiana della Bao Publishing, non ce l'avevo sottomano e quindi ho fotografato quella americana).

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Non che voglia giustificare Frank: evidentemente è un vecchio reazionario e guerrafondaio. Stavolta le critiche politiche sono ben più fondate che negli anni Ottanta, quando dicevano che Il ritorno del cavaliere oscuro era fascista, fascista. Miller vuole fare—l'ha dichiarato —"propaganda" contro i cattivi arabi che vogliono minare (non in senso figurato) le fondamenta dell'Occidente. Vedete voi se riuscite a passare sopra questa sua idea di passare sopra gli arabi con un tank. Nel senso: non mi sembra che questo libro possa influenzare le idee di chicchessia, almeno non più di quanto un film di James Bond riesca a fargli odiare i russi. Come propaganda non è granché efficace, nel 2012, tanto da farti sospettare che l'intera operazione sia posticcia. Detto questo, il sotto—mica tanto—testo reazionario in realtà aggiunge fascino a una storia che per il resto sarebbe solo puro Miller degli ultimi anni, involuto e ripiegato su se stesso fino all'onanismo cosmico. Narrazione rigorosamente in prima persona. Con quelle sue didascalie. Lunghe e piene di punti fermi. A caso. Pensieri duri di gente dura. Due giustizieri. Cazzo. Ammazzeremo quei bastardi.

Invece l'intento politico permette a Frank di aggiungere alla formula cosette tipo pagine e pagine di caricature: già, ci sono Obama, Bush, Ahmadinejad e pure Michael Moore, che occhieggiano grotteschi fra una vignetta e l'altra, mentre gli eroi (super?) americani spezzano le reni ai terroristi. Messaggio chiaro: il dibattito politico non serve, ammazziamoli. Però detto attraverso caricature tanto belle che meriterebbero una galleria a parte. Il senso è che graficamente—forse non c'era bisogno di dirlo—Sacro Terrore è una bomba. Ops.

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Loriot

Uomini e donne (mal si sposano)

Mi piacerebbe capire quante vignette di Loriot siano effettivamente apparse sulla Settimana Enigmistica. Sia come sia, questo libriccino—di quelli da vendere vicino alle casse—riporta alle vacanze in pensione sull'Adriatico, un mese con la nonna, ai rebus, alle carte coi semi italiani. Tutto leggendo queste vignette, alternate a piccoli dialoghi (quasi) teatrali, opera dell'uomo—nato Bernhard-Victor Christoph Carl von Bülow, nel 1923—che è riuscito a far ridere la Germania del dopoguerra. Immagino non sia stato facile, eh.

La nostalgia passa in un attimo. Poi ti ritrovi contento di essere nel 2012, anno in cui i matrimoni di Loriot dicono ben poco mentre le coppie di Ralf König ti ribaltano dal ridere. A ognuno il suo, che ci volete fare.

Comunque il momento-madeleine valeva, tutto sommato.

Daniel Clowes

The Death-Ray

Siccome Dan Clowes è la luce del fumetto americano moderno, vale tutto. Anche ripubblicare in edizione iperpregiata (48 pagine a 22 euro, fate voi) una storia di otto anni fa, uscita negli Stati Uniti in un unico volume di Eightball (originariamente cinque dollari). Eightball era un'antologia dalla periodicità casuale e pubblicata dalla Fantagraphics Books, che serializzava tutti i racconti di Dan poi raccolti in graphic novel—che, ormai ne sono convinto, è una pura convenzione, un formato editoriale—come Ghost world, Come un guanto di velluto forgiato nel ferro e David Boring (a proposito, la Coconino ha di recente ristampato anche quello in un'edizione-bomba tutta bella cartonata&telata). Tutte queste parole per arrivare a dire: se sapete l'inglese e volete spendere meno, potete cercarvi su eBay il numero 23 della suddetta Eightball. Però il librone costosissimo in italiano fa tutta un'altra figura.

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È necessario avvertire il potenziale lettore: si tratta dell'ennesima variazione sul tema "sfiga adolescenziale che forse si trascinerà per la vita". Cioè il più diffuso nella narrativa americana di ogni genere dagli anni Settanta in poi (prima era: i poveri), e particolarmente nel fumetto dell'era post-supereroi. Però, almeno non è autobiografia. Ed è terribilmente divertente, pieno di mille idee che rendono la lettura più lunga dei dieci minuti che ti immagini all'inizio, e inevitabilmente molto più attenta. Alla fine cosa racconti conta poco se sai come farlo; se riesci a provocare una reazione in chi sta dall'altra parte, invece di coccolarlo mellifluo mentre lo stordisci di cazzate. Clowes non dice cazzate: racconta. E si diverte molto, nonostante parli quasi sempre di roba emo tipo frustrazione, alienazione, paranoia eccetera.

Manu Larcenet

Blast

Manu è il mio preferito fra i mega-autori francesi di questo momento storico. Nato dalle pagine di Fluide Glacial, come narratore è sempre stato un mostro. Nelle sue storie parla dell'esistenza, il che facilmente rischia di farti crescere la barba di Fabio Volo e/o le basette di Francesco Alberoni. A lui non succede.

Qui l'esistenza in questione è quella di un ciccione/dropout/violento, Polza. Come in altri capolavori di Larcenet, la trama non è particolarmente originale, i dialoghi e lo stile sono tutto. Qui particolarmente lo stile: veloce, diretto, caricaturale il disegno (molto francese, se volete), respiro narrativo di precisione assoluta, soprattutto per l'uso di pause e silenzi (molto giapponese, se volete). Primo volume di cinque previsti, peccato: saremo vecchi prima di vedere la fine di questa storia.

Robert Crumb

Il cuore di R.Crumb

Non mi piacciono le raccolte di illustrazioni a caso. Però è Crumb, quindi va bene. In queste pagine troverete disegni realizzati negli ultimi trent'anni, quindi aspettatevi meno animaletti nudi che scopano e molta più roba legata alla musica. Le donne ci sono, ovviamente; poi qualche ritratto e qualche paesaggio di campagna.

Il meglio però sono le note in fondo al libro, che spiegano l'origine di ogni illustrazione: dimostrano che il titolo, una volta tanto, non è a caso.