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Tea's Tacos

Com'è davvero sposarsi giovani

Essere considerata una facile, o stupida, ubriaca o grezza non mi ha mai creato problemi. Ma essere giudicata e presa per una tradizionalista perché sono giovane e sposata mi fa davvero incazzare.

I’m good at being uncomfortable so I can’t stop changing all the time. È una frase di una canzone di Fiona Apple. Forse siete troppo giovani per conoscerla, o troppo nuovi di queste parti per conoscere me. Sono Tea di Tea’s Tacos. Quando vivevo a Milano scrivevo di sesso, femminismo e disperazione. Come una canzone di Fiona, me ne sono andata all’apice. Mi sono tagliata i capelli, ho trovato un lavoro e ho iniziato a pensare di pagare le tasse. Sono praticamente irriconoscibile. E anche se i cambi di peso mi fanno sentire a disagio, mi piace diventare ogni anno una persona diversa. Vorrei soltanto che queste trasformazioni non si portassero dietro altrettante delusioni.

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Mi piace “abbellire un po’ la verità,” come disse mio nonno alla nonna dopo che questa aveva tirato un posacenere in testa alla sua amante. È tipico dei sagittari e degli ubriachi, modificare la realtà per il bene altrui. Faccio battute che mi sminuiscono per far sentire gli altri a loro agio. Dico alle persone mediocri che sono interessanti e a quelle noiose che sono divertenti. Per anni ho fatto credere a degli incapaci di avermi procurato un orgasmo. Ma non ho mai mentito sulle mie relazioni. Mi piaceva parlare dei fatti miei e annoiare la gente con le mie storie. Allora perché ho nascosto il mio matrimonio?

“Hai un marito fantastico! Cioè, non ha senso!”
“Perché?” strillo. Siamo in un locale, e sul palco c’è Junglepussy. Io sono fasciata in un vestito TOTHEM, i neon illuminano il mio lato migliore e a breve farò pipì.
“Be’, non ci credo!” Il mio caporedattore si scola la sua birra. “Mi immaginavo un italiano untuoso, un tipo volgare.”
“Ma scusa, eh.” Che maleducato!
“Facevi così tanto la riservata che credevo nascondessi un ciccione coi capelli grigi.”

Non aveva tutti i torti. Lavoro da mesi per una rivista di moda e non ho mai parlato della mia vita privata. Finché una sera hanno organizzato una festa, e io avevo un vestito che non vedevo l’ora di indossare e un bel marito pronto ad accompagnarmici. Quella reazione mi ha fatto riflettere—avrei dovuto essere sincera?

No!

Il mio matrimonio non ha niente che non vada. È come avere un sacco di follower su Instagram. Da fuori hai l’impressione che cambi tutto, ma in realtà sono solo numeri in un database. O forse è più come ricevere un retweet da una celebrità, quando i numeri nel database sembrano bellissimi. Mi piace aprire gli occhi la mattina e trovarmi davanti alla faccial’alito di mio marito. Mi piace svegliarlo “per sbaglio” coi Vine a volume altissimo che guardo mentre sono ancora a letto. Mi piace preparargli le quesadillas per colazione, perché non so cucinare altro. Mi piace quando gioca a calcio per casa mentre io cerco di scrivere, distruggendo tutto ciò che intralcia il suo percorso dalle scarpe che ho meticolosamente organizzato alla mia salute mentale. Mi piace il fatto che abbia firmato un contratto in cui promette di non lasciarmi a meno che non muoia. Gli altri non vedono queste cose; l’idea di qualcuno così giovane e già sposato li infastidisce.

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Ovviamente mi aspettavo di essere giudicata. Ero pronta! E da quando ho deciso di fare l’alternativa (ovvero nel momento in cui ho scoperto che i Backstreet Boys non scrivevano le loro canzoni) ho sempre apprezzato le attenzioni negative. Essere considerata una facile, o stupida, ubriaca, offensiva, grezza o scortese non mi disturbava—ma sentirmi dare della tradizionalista o conservatrice? Preferirei che il mondo fosse costretto a guardare in loop una .gif di tutti i miei selfie cancellati. Ma non puoi ignorare una cosa del genere.

Mi sta bene se la gente crede alle cazzate, ma non mi sta bene se quelle cazzate riguardano me. Essere sposata ha compromesso la mia vita sociale e professionale. Dopo essermi trasferita a New York ho cercato lavoro per settimane, e posso tranquillamente darvi qualche esempio di cosa potrebbe dire una donna durante un colloquio piuttosto che confidare di essere sposata.

1. “Sto morendo.” Una grande strategia per evitare di dover discutere di cose come l’aumento o la pensione.
2. “Non capisco.” Pur non sapendo bene l’italiano a Milano non ho mai avuto enormi difficoltà a trovare lavoro. La mia disabilità dimostrava soltanto che ero impaziente, piena di volontà e facilmente approfittabile.
3. “Sono una pregiudicata.” Ottimo soprattutto nel campo del giornalismo. Ti dà un sacco di materiale e le connessioni con lo spaccio necessarie a star sveglia a scrivere tutta la notte.
4. “Sono una clandestina.” Dopo quello scivolone razzista la nostra società ha bisogno di pluralità. E possiamo pagarla in nero!
5. “Sono sociopatica.” Sarebbe bello se ci fossero più donne indipendenti!
6. “Sono suo padre.” Qui non c’è spazio per i generi.
7. “La mia fica sa di Pepsi.” Preferiamo la Coca, ma si può trattare.
8. “Mi piace fare sesso con gli animali.” Sempre meglio che indossarli!
9.  Avete capito. Il mio prossimo articolo sarà Dieci ragioni per smettere di scrivere liste.

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La verità è questa. La rivista mi ha assunto basandosi sul mio lavoro. Ho fatto attenzione a condividere solo certe informazioni. Quando mi è stato chiesto delle mie rubriche ho usato come scusa il “networking”, mimando vistosamente l’atto di sniffare righe invisibili dal tavolo. Il responsabile del colloquio è scoppiato a ridere. Gli ho raccontato della volta in cui mi sono spogliata durante un evento della Condé Nast, e lui era colpito. E quando ho accennato agli imbrogli a scuola mi ha assunta. Andavo a genio ai miei colleghi. Finché quella stronza della segretaria ha detto, “Ha chiamato tuo marito.” All’improvviso tutte le buone vibrazioni si sono distrutte come un paio di collant di pessima fattura. Sulle loro facce si leggevano solo pena e confusione.

Cosa avevo fatto?! Nessuno vuole una donna sposata in ufficio, soprattutto quando quell’ufficio è pieno di uomini (perché una rivista di moda sia portata avanti da un gruppo di maschi è un’altra questione). Quando sei la Sig.ra Qualcuno perdi valore. Solo le donne cambiano titolo una volta sposate, come ad avvertire gli altri. Ci avete fatto caso? Gli uomini rimangono Sig., perché il matrimonio non cambia la loro identità. O sì?

“Tesoro, devo dirti una cosa,” mi ha detto mio marito di ritorno dall’allenamento.
“Lo so che tu e i tuoi amici del calcetto avete i vostri momenti da froci.”
“No. Cioè, sì, ma… ti ho chiamato ‘la mia ragazza’.”
“Oh.”
“Non mi piace dire ‘mia moglie’. La gente mi guarda in modo diverso, come se fossi un campagnolo che è stato costretto a sposare la cugina.”
“È successo anche a me. E mi sentivo troppo in colpa per dirtelo.”
“Be’, in effetti dovresti sentirti in colpa per avermi dato della ragazza!” ha riso sollevato.

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Questa primavera, quando ho preso in affitto uno spazio di co-working ho chiesto di poter portare il mio “partner”. Erano tutti entusiasti e non vedevano l’ora di incontrare questo partner e uscire con noi, almeno finché non abbiamo rivelato la nostra eterosessualità. Credevamo di potercela cavare con “ragazzo” e “ragazza”, ma funzionava solo con gli sconosciuti. Quando gli amici ce lo sentivano dire pensavano ci stessimo mettendo le corna a vicenda. (Volete sapere chi sta dalla vostra? Fingete di tradire.) Alla fine ci siamo ridotti a chiamarci per nome. Così facendo lasciavamo che fossero gli altri a tirare le conclusioni, e gli altri per lo più ci prendevano per fratelli. Mi chiedono spesso, “è tuo fratello o il tuo ragazzo?”, e io rispondo sempre “entrambi!”.

Come ti comporti quando vieni messa spalle al muro? O cambi città, cambi nome e ascolti Criminal a ripetizione o ammetti le tue colpe. Non ci siamo sposati per spirito di ironia, per il permesso di soggiorno o per dare un dispiacere ai nostri genitori come volevamo far credere. Va bene non essere la stessa persona che eri un anno prima, anche se quelli di Tumblr non sono d’accordo. Avevo molto più materiale di scrittura quando ero single, ma mi capitava molto più spesso anche di disfarmi o di aver paura di essermi beccata una MST. Scrivere di sesso è divertente, ma scrivere di amore è eterno. Puoi farlo per sempre e mandare gli articoli a tua madre.

Ora, quando ho bisogno di ispirazione, mi costringo a piangere in pubblico o pago altri per toccarmi. Infatti, questo fine settimana ho letto un libro di Miranda July in un bar e mi sono fatta tagliare i capelli. La parrucchiera aveva un tale fascino che riuscivo a malapena a rivolgerle la parola. Arrivata a casa l’ho raccontato a mio marito.

“Continuavo a balbettare, ero in un bagno di sudore.”
“Cos’aveva di così speciale?”
“Forse era la reincarnazione delle mie antenate messe al rogo per stregoneria.”
“E di cosa avete parlato?”
“Mi ha chiesto che programmi avessi per la giornata e le ho detto che stavo scrivendo una cosa sul fatto di essere sposata.”
“Le hai detto che sei sposata?”
“Sì.”
“Dovevi inventarti una palla.”

Segui Tea su Twitter: @TeaHacic