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Il maglione natalizio degli Slayer è una disgrazia

E chi lo indossa non è da meno.

Gli Slayer sono stati il primo gruppo a suscitare in me un certo spavento. A dieci anni, al supermercato, mi ero ritrovato a sfogliare le pagine finali di Circus Magazine, e le forti grafiche degli Slayer mi fecero correre un brivido lungo la schiena. Da ragazzo sono stato quasi rapito da un conoscente skinhead più grande di me, e anche qui per 'colpa' degli Slayer. Si era offerto di darmi un passaggio a casa dei miei genitori, e quando notai che aveva superato l'abitazione gli chiesi perché non si fosse fermato. Rispose che stavamo andando a vedere gli Slayer a Providence, aggiungendo che se non volevo andare con lui potevo saltare giù dalla sua Dodge in corsa. Dopo aver tentato di corrompere Kerry King con sei canne, accanto al pullman del gruppo parcheggiato fuori dal locale dove già c'era il tutto esaurito, ci intrufolammo dentro, e lì vidi qualcosa che ancora oggi non riesco a spiegarmi. Eravamo schiacciati sul fondo della sala quando, sulle note d’apertura di “South Of Heaven”, la manica di lana di uno sconvolto che mi stava addosso prese inesplicabilmente fuoco. Quella canzone parla dell’esatto opposto dello smielato tran tran del periodo natalizio.

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Ecco perché l’esistenza di un maglione natalizio degli Slayer è una fottuta disgrazia.

Il "pacchiano maglione a tema Natale" è da tempo il capo d’abbigliamento prediletto di sfigati e simili nel periodo di festività. In giro è pieno di queste piccole catastrofi fatte a mano, adornate da renne, piene di buchi e incrostate di macchie d'unto. Ogni bella sensazione che suscitano è ottenuta tramite la nostalgia. Questi maglioni sono di per sé decisamente orribili, ma lo stesso non vale per i ricordi che evocano. Inizialmente introdotto da uno zio baffuto, reale o televisivo che fosse, il tremendo maglione rosso e verde è diventato per eccellenza il simbolo dei Natali passati.

Gli Slayer, ovviamente, sono strafighi—sebbene al giorno d'oggi il cantante potrebbe benissimo essere scambiato per Jerry Garcia. Anche se i maglioni hanno fatto il tutto esaurito nel giro di poche ore, non riesco a conciliare l’impudenza del capo d'abbigliamento con quello che il gruppo rappresenta per me e per il resto del mondo.

Ecco un po’ di contesto: i Descendents, quel gruppo di punk decrepiti della California che ha inventato il pop-punk e ha fatto suonare un assolo di chitarra per un’intera canzone, ha messo in commercio un finto maglione di Natale retrò e pacchiano. Dal momento che il gruppo si è trasformato in una fabbrica di merchandising che fa concorrenza ai Grateful Dead, la maglia ha immediatamente sbancato. A difesa dei Descendents c’è da dire che sono ancora il miglior gruppo nel genere musicale di loro invenzione. Quindi, se qualcuno per Natale vuole un maglione che si abbini con le scarpe e i calzini e la tazza e il berretto, be', ha un sua logica.

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Ma c’è una ragione che fa dell’indossare il maglione di Natale degli Slayer una grande cazzata: il gruppo non ha niente a che vedere con il Natale. Ovviamente potreste obiettare che il video di “Season In The Abyss” abbia un po' di quelle atmosfere da Re Magi, ma mentre hanno certamente fatto da colonna sonora alle malefatte di I ragazzi del Fiume, gli Slayer non sono mai stati il motivo per cui Ralphie si stava per sparare in Una Storia di Natale. Non puoi appiccicarli a una ricorrenza con cui non hanno niente a che vedere. È assurdo!

È difficile immaginare in quali circostanze un vero fan degli Slayer potrebbe indossare un maglione tanto schifoso, a parte qualche stupido compromesso con i genitori per quando la nonna viene a cena o per il loro funerale. Ma anche quest’ipotesi fa schifo, perché un vero fan degli Slayer non scenderebbe a compromessi né accetterebbe di prendere parte a una camera ardente—forse un fan dei Meh-tallica. Di sicuro, non mi sorprenderebbe vedere un minuscolo maglione degli Slayer su un poppante con un paio di cuffie giganti, sollevato durante un concerto da una coppia di provati genitori punk.

Le perplessità sul maglione, quindi, rimangono. Ma sono sicuro che nelle prossime settimane, chiunque tu sia, se l'hai comprato, sarai lo stesso coglione che spara a tutto volume “Santa Claus Is Coming To Town”, coprendo il rumore della risata di Satana dentro di te mentre rimani un'eterna e inesorabile testa di cazzo.

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