
Il blocco dei camion era partito verso mezzogiorno. Poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa avevano sgomberato con decisione il presidio, allontanando i manifestanti dai cancelli con ripetute cariche. Due facchini che si erano distesi sotto un camion per bloccarlo, riporta il sito Infoaut, “sono stati ripetutamente gassati con le bombolette spray dei celerini.” Durante l’ultima carica sono volati anche cazzotti, come dimostra questo video. Alla fine della giornata due facchini vengono arrestati “con l’accusa di aver reagito con violenza all’intervento delle forze dell’ordine”; entrambi verranno rilasciati nella serata di domenica 26 gennaio.Per la Granarolo la situazione è ormai diventata “molto grave”: “Ancora una volta la produzione è andata persa perché il latte dei nostri allevatori è rimasto nelle cisterne. Ai bolognesi diciamo che la nostra azienda non è in nessuna vertenza sindacale. Nessuno dei nostri lavoratori sta scioperando. Quelle persone davanti ai cancelli non hanno niente a che fare con noi.”La linea difensiva tenuta dall’azienda è la stessa da diversi mesi: noi non c’entriamo nulla. La mobilitazione davanti ai cancelli della Granarolo è iniziata alla fine dell’aprile 2013, quando una settantina di facchini impiegati dal consorzio di cooperative Sgb—che a sua volta ha ricevuto in appalto alcune attività nel magazzino gestito dalla Ctl (un altro consorzio)—avevano bloccato per due giorni di fila il magazzino e l’entrata/uscita dei tir. I motivi della protesta erano la detrazione del 35 percento del salario “causa crisi” e gli stipendi dei lavoratori, definiti dai delegati del Si Cobas “da fame”—700 euro per “quaranta ore settimanali.”
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