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Che cosa cambia dopo la Brexit per i migranti bloccati a Calais

Tre giorni dopo il voto dei cittadini britannici per uscire dall’Unione Europea, i paesi di tutta l’unione si chiedono che cosa la Brexit significhi per l’Europa.

In Francia, i media si stanno domandando quali saranno gli effetti del referendum inglese sulla crisi dei migranti nella città portuale di Calais, nel nord della Francia.

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A marzo, il ministro francese dell’economia Emmanuel Macron aveva detto al Financial Times che “la Francia non avrebbe più ospitato i migranti a Calais” se il Regno Unito avesse deciso di lasciare l’UE.

Già qualche ora dopo l’annuncio del risultato del referendum Xavier Bertrand, presidente della regione in cui si trova Calais, ha postato su Twitter: “Gli inglesi hanno voluto riprendersi la propria libertà, ora devono riprendersi anche il proprio confine.”

Lunedì, durante una visita a Calais, sembrava che Macron avesse modificato leggermente la sua posizione, e ha affermato che la Francia dovrebbe diventare “più esigente” con il Regno Unito riguardo ai migranti.

Bertrand, tuttavia, sembrava invece favorire un approccio più aggressivo. “Ho amato la posizione presa dal Ministro agli inizi di marzo […] quando ha detto, ‘Se lasciano [l’UE], i campi dei migranti saranno in Inghilterra,’” ha detto Bertrand.

In realtà, gli accordi che determinano il ruolo della Francia nel controllo dei suoi confini con il Regno Unito non dipendono molto dalla Brexit o dall’Unione Europea — nonostante il tema dell’immigrazione sia stato un cavallo di battaglia dei promotori del Leave.

Nel 2003, la Francia e il Regno Unito hanno firmato un accordo bilaterale a Le Tourquet, una città costiera nel nord della Francia, per aumentare la cooperazione tra le forze di polizia dei due paesi lungo il confine. L’accordo non ha nulla a che fare con la Brexit.

“Il problema è che l’accordo [firmato a] Le Touquet è sbilanciato,” spiega François Gemmene, un esperto di flussi migratori all’Istituto di studi politici di Parigi (Sciences Po). “Il Regno Unito non sta tenendo fede alle proprie responsabilità, e la Francia ora si ritrova a dover tenere i migranti a Calais.”

Alcuni politici francesi all’opposizione stanno comunque cercando di sfruttare la Brexit e l’allontanamento del Regno Unito dall’UE per mettere in discussione l’accordo di Le Touquet.

Se i due paesi dovessero annullare l’accordo, spiega Gemmene, le autorità francesi non dovrebbero più fermare i migranti che tentano di raggiungere il Regno Unito. “I migranti potrebbero raggiungere l’Inghilterra, e gli inglesi non potrebbero più rimandare i migranti nel primo paese di ingresso nell’Unione, in linea con il regolamento di Dublino,” dice.

Il Regolamento di Dublino, che determina quale paese all’interno dell’Unione debba processare la richiesta d’asilo di un migrante, è vincolante solo per i paesi membri dell’UE.

“I migranti potrebbero quindi disperdersi in tutta l’Inghilterra, o le autorità inglesi potrebbero costruire un centro di detenzione per migranti a Dover,” dice l’esperto. “Paradossalmente, nonostante la Brexit sia stata scatenata da un sentimento isolazionista, il Regno Unito potrebbe ritrovarsi ad accogliere molti più migranti,” avverte.

Nel frattempo, a Calais, i funzionari non sono i soli a riflettere sulle implicazioni della Brexit, spiega Stéphane Duval, che gestisce il centro per migranti Jules Ferry, situato vicino al campo Lande — noto anche come “la Giungla.”

“La situazione dei migranti è molto spontanea. Non fanno programmi per il futuro, si chiedono se la Brexit cambierà qualcosa per loro,” dice Duval. “Il loro obiettivo principale è raggiungere l’Inghilterra.”

Se non altro, spiega Duval, i migranti sembrano più preoccupati per quello che la Brexit comporterà per il Regno Unito che per il confine tra Francia e Inghilterra. “Sono convinti che riusciranno ad arrivare in Inghilterra, quindi in qualche modo, hanno il diritto di sapere cosa succederà,” dice.

Mentre gli elettori della Gran Bretagna hanno passato il fine settimana a festeggiare o soffrire per il risultato del referendum, la marina italiana ha soccorso circa 3.300 migranti al largo delle cose libiche.

Stando al ministero dell’Interno, circa 60.000 migranti sono arrivati in Italia dall’inizio del mese. Molti di loro sperano di riuscire a raggiungere il Regno Unito.


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