La bufala del bar di Pioltello in cui si sarebbe festeggiato l’attentato di Manchester

Sono le 10.30 del 23 maggio 2017 quando il giornalista Carmelo Abbate—in diretta sulla trasmissione Mattino Cinqueriferisce una circostanza inquietante: a Pioltello, comune di 37mila abitanti nell’hinterland milanese, qualcuno avrebbe festeggiato la strage di Manchester in un bar.

“Sono stato contattato da cittadini di Pioltello che mi hanno raccontato che in un bar, verso le 11, c’era gente che esultava e brindava”, afferma Abbate. “Alla fine di questa puntata chiederò ai carabinieri di accertarsi se era in corso una festa di compleanno e quale compleanno si festeggiava, visto che mi dicono che è un ritrovo di spacciatori extracomunitari, ed eventualmente di sapere qual è la quotidianità di queste persone.”

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La voce si è sparsa nella serata del 22 maggio, e in un paese che vede il 25 percento della sua popolazione composto da stranieri c’è voluto poco per farle prendere quota.

A diffonderla ulteriormente ci ha pensato un servizio televisivo—sempre di Mattino Cinque—girato sul luogo e trasmesso il 24 maggio.

Accompagnato da un sottopancia che recita “Attentato Manchester, a Pioltello gli immigrati esultano per l’attentato?”, l’inviato raccoglie un po’ di voci di residenti italiani e stranieri. Qualcuno riporta che altri avrebbero visto degli strani movimenti di fronte a questo bar; altri ancora che la polizia sarebbe arrivata davanti all’esercizio commerciale.

Nessuno, però, sembra aver assistito alla scena in prima persona.

Fiutata l’aria, Silvia Sardone—consigliere comunale di Forza Italia a Milano—rilancia il servizio di Mattino Cinque sul proprio profilo Facebook (salvo poi rimuoverlo) con questo testo: “In provincia di Milano sembra ci siano stati FESTEGGIAMENTI da parte di immigrati islamici per l’ATTENTATO di MANCHESTER. Se fosse confermato sarebbe gravissimo e confermerebbe che anche nel nostro Paese c’è un estremismo forte e radicato. SE ANCHE PER TE E’ UNA VERGOGNA condividi.”

Lo stesso giorno, un gruppo di cittadini di fede musulmana organizza un flash mob al quartiere Satellite per respingere accuse e strumentalizzazioni.

“Non vogliamo che venga infangata l’immagine di Pioltello,” dice Ali Sajid, promotore dell’iniziativa. “Non permettiamo a nessuno di provocarci con accuse false.”

I titolari del locale—il Marrakech Lounge Bar—sono convocati in caserma dalle forze dell’ordine. “Mi hanno fatto un sacco di domande,” racconta la proprietaria. “Quando sono rientrata c’era una giornalista che mi aspettava e mi ha tempestato di domande.”

L’altro proprietario, in un’intervista a Il Giorno, spiega che il 22 maggio non c’è stato alcun festeggiamento: “Trasmettiamo solo video e trasmissioni musicali, non telegiornali. A Seggiano [frazione di Pioltello in cui si trova il bar] convivono tante etnie e religioni diverse. Se qualcuno avesse davvero esultato per la strage, gli altri stranieri gli sarebbero saltati addosso.”

L’uomo, inoltre, ricostruisce la genesi della diceria. “È partito tutto da una segnalazione razzista e il nostro bar è finito sotto torchio. […] La notizia è falsa. I carabinieri hanno individuato la fonte: si tratta di un uomo che scrive sui social dei post che inneggiano al razzismo, siamo pronti a denunciarlo.”

I riscontri della polizia gli danno ragione.

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Insomma, in tutta questa storia non c’è nulla di vero. Paradossalmente, però, questa evidenza è ormai secondaria: qualcosa deve essere successo per forza; qualcuno deve aver festeggiato gli attentati.

E l’allarme, gonfiato dai media e dalla politica, finisce così per produrre delle conseguenze reali.

Nella notte tra il 24 e il 25 maggio, degli ignoti buttano del liquido infiammabile sulla saracinesca del bar e le danno fuoco. Le fiamme vengono domate subito, e i danni sono lievi.

A fronte del tentato incendio, il sindaco Ivonne Cosciotti—eletta con una lista di centrosinistra—convoca immediatamente una conferenza stampa per stigmatizzare l’accaduto ed esprimere la sua rabbia nei confronti di certe trasmissioni.

“Ho sentito persone di mezza età dire: ‘Non esco più di casa perché c’è qualche islamico che si fa saltare in aria’. Ci rendiamo conto? Qui non c’è nessuno che si fa saltare in aria,” afferma la prima cittadina.

“Non possiamo additare le persone a caso, di qualsiasi colore esse siano. E questa è una cosa che dobbiamo avere molto chiara,” conclude.

“Trent’anni fa a Pioltello venivano additati i meridionali, oggi gli stranieri. Non è cambiato niente.”

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