Attualità

Tutto quello che non va nei Mondiali di Calcio in Qatar

Corruzione, abusi dei lavoratori e dei diritti umani, la birra più costosa del mondo… C’è qualche problema.
Giacomo Stefanini
traduzione di Giacomo Stefanini
Milan, IT
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Una persona con una maglietta "Boycott Qatar“ fa invasione di campo durante una partita di Champions League in Danimarca. Foto: Marvin Ibo Guengoer - GES Sportfoto/Getty Images

È tutto pronto per la prima Coppa del Mondo invernale. Stadi nuovi di zecca, collegamenti via metropolitana e infrastrutture sono stati costruiti, ma gli occhi del mondo si fissano sul Qatar: lo stato arabo è perseguitato da notizie negative.

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Quella del 2022 è l’edizione più controversa della storia recente e le polemiche occupano i titoli dei giornali da quando la FIFA ha designato il Qatar come nazione ospitante nel 2010. Scandali, corruzione, abusi di diritti umani, per non parlare dell’afa soffocante che opprimerà i giocatori, sono i problemi associati al mondiale ormai imminente.

Ma il calcio ha sempre il potere di unire. E quando inizierà il torneo, ci sono buone probabilità che tutti i problemi pratici ed etici che circondano il torneo saranno nascosti sotto il tappeto.

In caso accadesse, ecco un sommario ordinato di tutte le questioni che intorbidiscono questo Mondiale.

La corruzione 

Nel maggio del 2015, le autorità svizzere hanno arrestato sette alti ufficiali della FIFA con un blitz in un hotel di Zurigo. Si è trattato dell’ultimo atto di una lunga indagine condotta dall’FBI per fermare un’associazione a delinquere che andava avanti da decenni ai massimi vertici dell’organizzazione. Il reato contestato ai fermati? Uno scambio di voti per potenziali paesi ospitanti (principalmente Russia e Qatar) in cambio di tangenti.

Dei 22 membri del Comitato Esecutivo FIFA che hanno partecipato alla votazione che ha assegnato al Qatar il Mondiale 2022, 15 sono stati incriminati in seguito. In cambio dei voti, l’ex magnate dell’edilizia qatarino Mohammed Bin Hamman ha effettuato pagamenti illeciti per 880 milioni di sterline (oltre 1 miliardo e 5 milioni di euro) a vari ufficiali di varie federazioni calcistiche nazionali.

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Ma perché, nonostante la provata corruzione, il campionato si svolgerà comunque? Be’, le autorità sostengono che, dato che molte grandi opere infrastrutturali erano già state completate nel momento in cui lo scandalo FIFA è emerso, riassegnare il Mondiale a un altro paese sarebbe stato impossibile.

È un po’ come se un ispettore che è riuscito a ricostruire i piani meticolosi di un serial killer, constatando il suo impegno nel portarli a termine, decidesse che fosse un peccato arrestarlo.

Il tasso di mortalità tra i lavoratori migranti

Quando assisteremo all’inaugurazione dei nuovi, scintillanti stadi della capitale Doha, pensiamo anche a chi ha dato la vita per costruirli. Nel febbraio del 2021, un’indagine del Guardian ha rivelato che 6.500 lavoratori immigrati sono morti in Qatar da quando è stato proclamato paese ospitante, in gran parte uomini provenienti dall’Asia Meridionale.

Sottoposti al sistema kafala, che impedisce ai lavoratori dipendenti di lasciare il paese senza un visto di uscita rilasciato dal datore di lavoro, queste persone hanno lavorato in condizioni paragonabili alla schiavitù.

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Anche se una riforma del lavoro ha abolito il sistema kafala di recente, il progetto edile legato alla Coppa del Mondo si è basato su paghe misere, condizioni inumane e una “cultura del terrore” che comportava l’arresto per i rappresentanti dei lavoratori che osavano alzare la testa con l’accusa di “pubblicazione di notizie false.”

Questo squilibrio di potere faceva parte di ciò che Human Rights Watch ha definito “condizioni di vita affollate e malsane,” con giornate lavorative che raggiungevano le 14 o addirittura 18 ore. Il risultato? Morti tragiche e che si potevano evitare.

Il cittadino del Bangladesh Mohammad Shahid Miah, ad esempio, è rimasto fulminato a causa di cavi scoperti nel suo alloggio. L’addetto alle pulizie Ghal Singh Rai si è suicidato una settimana dopo il suo arrivo dal Nepal. E si sono verificate molte altre morti improvvise e inspiegabili. La sofferenza di questi uomini e delle loro famiglie è l’eredità più vergognosa di questo campionato mondiale.

Il trattamento delle persone LGBTQ+

Un’altra preoccupazione è la persecuzione delle persone LGBTQ+ in Qatar, uno stato in cui l’omosessualità è illegale e punibile con la detenzione.

Josh Cavallo, l’unico calciatore professionista dichiaratamente gay attualmente in attività, in forza alla squadra australiana dell’Adelaide United, ha espresso preoccupazione all’idea di andare in Qatar, mentre molti tifosi LGBTQ+ temono di essere ricevuti con ostilità.

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La Lega Calcio ha chiesto al governo qatarino di assicurare che i tifosi non saranno perseguiti per pubbliche dimostrazioni d’affetto o per eventuali bandiere arcobaleno, e la risposta è stata che le leggi rimarranno in vigore, ma ci sarà una sorta di moratoria per i reati minori nei confronti dei tifosi—insomma, va bene tenersi per mano o sventolare una bandiera, basta che non sia nei pressi di una moschea.

Come c’era da aspettarsi, le vittime resteranno i cittadini LGBTQ+ qatarini che dovranno vivere con queste leggi anche quando i tifosi se ne saranno andati.

È nel deserto

Ospitare una normale Coppa del Mondo estiva in un deserto con temperature di oltre 40 gradi è impossibile. La risultante decisione di spostare il torneo all’inverno ha scandalizzato sia i tradizionalisti che gli spettatori occasionali, abituati a godersi le partite al caldo con una bella birra ghiacciata.

Gli amanti del calcio guarderanno le partite comunque; ma non è un po’ il bello di questi campionati internazionali il fatto che chiunque, anche chi non è appassionato, si possa godere un cocktail di cieco ottimismo, senso di appartenenza e ubriachezza molesta? Visto il periodo, ne avremmo anche bisogno.

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Per i tifosi sarà un inferno

Di solito le città che ospitano i mondiali assumono un’atmosfera carnevalesca. Ma a Doha è quasi impossibile che questo accada.

L’alcol sarà servito soltanto nei bar e ristoranti degli hotel a quattro e cinque stelle di Doha, che quindi saranno pieni di gente. E chi riuscirà a raggiungere il bancone dovrà sborsare tra i 14 e i 17 euro per una pinta di birra.

Di più: nel 2021, il Qatar si è qualificato primo al mondo per prezzo della birra. Nel frattempo sono uscite anche foto degli chalet per l’alloggio dei tifosi in cui si può notare che sono ben lontani dall’essere ultimati. Un altro problema è che i diritti televisivi sono così costosi che molti bar, ristoranti e hotel non possono permettersi di trasmettere le partite—in certi casi, nemmeno gli hotel in cui alloggiano le squadre!

Cosa succede quando sarà finita?

I Mondiali di calcio hanno la reputazione di essere brevi feste con lunghi strascichi. In seguito alla Coppa del Mondo in Brasile, nel 2014, molti degli stadi costruiti con soldi pubblici sono precipitati nell’abbandono. Non ci sarà da sorprendersi se ciò accadrà anche in Qatar.

Ma spezziamo una lancia a favore degli organizzatori: invece di rischiare che crollino da soli, hanno promesso di smantellare molti nuovi stadi e distribuirne i pezzi a nazioni vicine. Il che ci fa chiedere: ma perché la FIFA non ha eletto paese ospitante direttamente una nazione dell’Asia occidentale o del Nordafrica che avesse un’infrastruttura calcistica esistente e un campionato di calcio nazionale sostenibile? La risposta a questa domanda sta probabilmente sotto chiave nel caveau di una banca.

Dato tutto ciò, è incredibile che il Qatar ospiti la Coppa del Mondo 2022. È anche giusto sostenere che gli appassionati di calcio qatarini si meritano un Mondiale nella loro terra natia, ma non basta.

L’idea romantica di diffondere il calcio in tutto il mondo non può significare venderlo al miglior offerente, facendo finta di non vedere le violazioni dei diritti umani o l’esperienza degli stessi tifosi che saranno sugli spalti.

Qualunque cosa succeda quest’inverno, e indipendentemente da quanto superstar come David Beckham cerchino di ripulire la realtà con operazioni pubblicitarie spudorate, la Coppa del Mondo del Qatar sarà una macchia sulla storia del calcio che i tifosi non dimenticheranno facilmente.