nucleare milano  (1)
Illustrazione di Lorenzo Matteucci
Tecnologia

Cosa succederebbe se costruissimo davvero una centrale nucleare a Milano?

Abbiamo chiesto a un esperto di immaginare un futuro di energia nucleare nella città lombarda e in tutta Italia... e non è affatto semplice.
Matteo Lupetti
Asciano, IT

Più a causa delle conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina che del cambiamento climatico, nella campagna elettorale italiana del 2022 si è discusso molto di come, da dove, da che fonti e a che prezzo ottenere l’energia che serve al nostro energivoro capitalismo. Abbiamo inoltre imparato la parola “energivoro.” Così, l’energia nucleare è tornata nel dibattito politico, aiutata da un anno di dichiarazioni del ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, che già a settembre 2021 si era lanciato contro gli “ambientalisti radical chic” che esprimono dubbi sul nucleare. C'è stata persino la proposta di costruire una centrale nucleare a Milano.

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La ricerca sul nucleare in Italia

Anche se subito dopo la seconda guerra mondiale gli USA hanno diretto l’Italia lontano dal nucleare e verso la dipendenza dal loro petrolio, il nostro paese ha sviluppato con una relativa indipendenza un suo programma nucleare e—negli anni Sessanta—ha aperto le sue prime tre centrali. Nel 1964 l’Italia era il terzo paese occidentale “per potenza nucleare installata” dopo USA e Gran Bretagna, e nel 1970 è stato costruito un quarto impianto. 

Dopo il disastro di Černobyl' del 1986, però, ci sono stati i tre referendum sul nucleare del 1987 (in una consultazione che ne prevedeva anche due sulla giustizia). La storia è nota: a causa del referendum l’Italia ha chiuso le sue centrali nucleari e ha interrotto la ricerca, abbandonando per sempre la potenza dell’atomo. O no?

“La ricerca sul nucleare in Italia non è mai stata interrotta,” mi spiega al telefono Michele Governatori, responsabile elettricità e gas del think tank ECCO. “L’Italia è tra i primi paesi al mondo nella ricerca nucleare, è all’interno del progetto mondiale ITER per la fusione nucleare e una parte della sperimentazione del reattore a fusione Tokamak viene fatta a Frascati da ENEA,” l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile.

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I cosiddetti “referendum sul nucleare” del 1987 neanche obbligavano lo stato a chiudere gli impianti esistenti o a non crearne di nuovi, anche se le modifiche approvate rendevano effettivamente più difficile trovare luoghi dove costruirli. In tutto l’occidente dopo Černobyl' si sono costruite meno centrali nucleari, perché tra l’altro sono diventate più stringenti le norme sulla loro sicurezza e questo ha contribuito ad aumentarne i costi. A quel punto, in Italia erano in funzione solo tre impianti, due di questi erano comunque già a fine vita, e i governi della fine degli anni Ottanta hanno deciso di lasciar perdere questa fonte energetica. 

Anche su pressione di Francia e USA l’Italia era tornata a discutere di nucleare durante l’ultimo governo Berlusconi, che aveva dato il via a un nuovo programma nucleare. Ma l’incidente di Fukushima del 2011—e nuovi referendum abrogativi—avevano nuovamente chiuso la questione. Fino a oggi.

Costruire nuove centrali nucleari in Italia

Chi oggi propone il nucleare parla di nuove tecnologie, in modo molto generico, ma in realtà non esiste alcuna nuova tecnologia che risolva i problemi importanti del nucleare. Scorie e costi.

Quindi, mettiamo di ricominciare a costruire centrali nucleari, iniziando proprio con una bella centrale nucleare a Milano. Facciamo questo sforzo di immaginazione. Ho già pure il nome: La fabricheta atomica. “Probabilmente non si riuscirebbe ad autorizzarla, perché una grande centrale nucleare vicino a una zona densamente abitata è una cosa abbastanza insensata, per quanto il rischio di incidente sia remoto,” mi dice Governatori.

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Così però non vale: mi avete subito rotto il giochino. Immaginiamo allora di costruire la centrale nucleare non a Milano, ma in qualche altro posto in Italia. Ci saranno dei posti adatti no? Ecco la costruiamo lì. Che succede? “Dei posti potrebbero esserci,” risponde Governatori. “Sempre se si riuscisse ad autorizzarla: l’Italia è il paese che non riesce ad autorizzare i parchi eolici. È anche positivo che non venga autorizzata, perché sarebbe una perdita enorme di denaro. Chi oggi propone il nucleare parla di nuove tecnologie, in modo molto generico, ma in realtà non esiste alcuna nuova tecnologia che risolva i problemi importanti del nucleare, che sono quello delle scorie e quello dei costi.” 

Costi e tempi di una centrale nucleare

In effetti, oggi costruire una centrale nucleare costa decine di miliardi di euro, soldi che dovrebbero provenire dallo stato perché non c’è alcun interesse da parte di enti privati. Pure l’amministratore delegato di Enel—Francesco Starace—ha dichiarato che non ha senso pensare di costruire nuove centrali nucleari con la tecnologia attuale. E al momento non esiste al mondo alcun deposito permanente per le scorie, cioè un complesso di bunker scavato nelle profondità della Terra e capace di contenere per sempre i rifiuti radioattivi: ne stanno costruendo uno in Finlandia e costerà sui tre miliardi di euro. Ne vogliono costruire uno anche nel Regno Unito. Costo previsto: 53 miliardi di sterline, sui 61 miliardi di euro.

Ma insistiamo con questo sforzo di immaginazione: riusciamo a trovare un posto alla centrale nucleare, la sua costruzione è autorizzata e abbiamo pure i soldi. Tra quanto è pronta? “Con la tecnologia attuale i tempi di costruzione sono molto lunghi,” continua Governatori. “Il reattore attivato recentemente in Finlandia ci ha messo una quindicina di anni.” Quindi, se riuscissimo a essere bravi almeno quanto la Finlandia e iniziassimo a costruire la nostra centrale nucleare oggi in questo esatto momento potremmo averla pronta tra il 2035 e il 2040. In realtà, come mi fa notare anche Governatori, non potremmo iniziare a costruirla immediatamente perché prima dovremmo costruire gli impianti regolatori e le agenzie necessarie per una simile impresa.

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Quindi, anche se iniziassimo rapidamente a progettare la costruzione di un impianto nucleare non lo avremmo pronto prima di una ventina di anni. Sarà meglio muoverci! L’energia nucleare è necessaria per la transizione ecologica, perché non è possibile ottenere tutta l’energia di cui abbiamo bisogno da fonti rinnovabili, giusto? L’Unione Europea sta pure inserendo il nucleare nella “tassonomia verde,” cioè tra le fonti energetiche sostenibili che meritano di essere incentivate (anche se la decisione è stata piuttosto controversa e continua a essere discussa).

Nucleare e transizione ecologica

 “C’è chi immagina un futuro di fonti miste, rinnovabili e nucleari,” risponde Governatori. Per esempio, l’Agenzia internazionale dell'energia (IEA) prevede che le fonti rinnovabili ci forniranno nel 2050 una percentuale altissima dell’energia che usiamo (il 90 percento) ma che dovranno essere comunque affiancate da altro. “Esistono però studi che provano che possiamo soddisfare totalmente il nostro fabbisogno energetico con solo fonti rinnovabili. Lo stesso governo Draghi ha promesso al G7 che dal 2035 il sistema elettrico italiano sarà completamente decarbonizzato. Sono tempi più brevi di quelli necessari a fare una sola centrale nucleare. E l’Italia, pur essendo indietro, soddisfa già il 40 percento del suo fabbisogno attraverso fonti rinnovabili.” Uno studio recentemente presentato da Enel e The European House—Ambrosetti mostra come il nostro paese possa raggiungere la quasi completa decarbonizzazione entro il 2050 e senza bisogno di energia nucleare.

Poi, non è che la transizione ecologica si può fare costruendo un’unica centrale nucleare. Nel programma di Azione di Carlo Calenda, per esempio, si parla di produrre nel 2050 da energia nucleare 40 GW, che corrisponderebbero ad almeno otto centrali nucleari. Così. De botto. E mentre si aspetta che avvenga il big bang nucleare italiano (un big bang figurato, si spera) bisogna comunque procedere alla decarbonizzazione, perché non abbiamo più molto tempo e, anzi, alcuni cambiamenti che il capitalismo estrattivo ha causato all’ambiente sarebbero già irreversibili

Insomma: cosa succederebbe se costruissimo una centrale nucleare a Milano, con le attuali tecnologie a fissione? Probabilmente non succederebbe niente. Cioè, spenderemmo una quintalata di soldi, ci imbarcheremmo in un’impresa che non sappiamo quando finiremo e sarebbe un po’ pericoloso, ma risolveremmo poco o niente dei problemi che il cambiamento climatico ci pone. 

“In questa campagna elettorale c’è stato secondo me l’interesse di parlare di qualcosa—il nucleare—che non ha alcuna fattibilità, forse neanche nel lungo periodo, ma sicuramente nella prossima legislatura, ma che fa molta scena,” conclude Governatori.

RIP fabricheta atomica.