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Perché le zanzare continueranno a tormentarci anche in inverno, sempre di più

Perché ci sono le zanzare anche quando fa freddo? Possono nascondersi in casa d’inverno? Cosa c'entrano le zanzare coreane? Ne abbiamo parlato coi ricercatori Sara Epis e Paolo Gabrieli.
Vincenzo Ligresti
Milan, IT
zanzare coreane inverno
Tre esemplari di zanzara coreana catturati nella provincia di Bergamo nella tarda estate 2021. Tutte le foto di Federico Belloni, per gentile concessione degli intervistati. 

Hai da poco spento le luci, oppure è notte fonda e il suo ronzio ti sveglia improvvisamente: è una zanzara, e ora non sai se infilare la testa sotto al cuscino o alzarti per “darle la caccia”. Probabilmente, fallirai. 

Lo scenario è piuttosto comune nei mesi più caldi, quando molte persone si armano di repellenti spray ed emanatori elettrici per arginare il problema. Eppure, ora è novembre, fuori fa piuttosto freddo e di zanzare e tormenti annessi non dovresti sentir parlare almeno fino alla primavera prossima. 

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Negli ultimi inverni, ovvero il periodo in cui siamo stati più in casa di sempre per ovvie ragioni, fastidiosi ronzii e punture fuori stagione sembrano essere aumentati esponenzialmente nella mia vita. Per contestualizzare: vivo a Milano, abbastanza vicino alla zona Navigli, nota per essere nei mesi caldi un ricettacolo di zanzare, e ho sempre pensato che avere questi insetti in casa fosse una specie di strascico dovuto al ristagno. Parlandone un po’ in giro—e oltre i confini, anche nazionali—ho scoperto però che è un problema che accomuna tante persone, non per forza con specchi d’acqua limitrofi. 

Quindi: perché l’incubo delle zanzare può perseguitarci anche in inverno? Non dovevano sparire nelle stagioni più fredde? Dipende dalla zona? Capiterà sempre di più? Per rispondere a queste domande ho contattato Sara Epis, docente di Parassitologia e malattie parassitarie, e Paolo Gabrieli, docente di Zoologia presso l’Università degli Studi di Milano. 

Nel 2021 i loro nomi sono stati tra le principali firme di uno studio dell’Università di Milano (UniMI) e Pavia pubblicato su Parasites & Vectors e intitolato “Evidence for the spread of the alien species Aedes koreicus in the Lombardy region, Italy.” Aedes Koreicus è il nome scientifico della “zanzara coreana,” resistente, al contrario delle specie più comuni, al freddo—dunque attiva quasi tutto l’anno, da marzo a dicembre circa.

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Con mia sorpresa, però, le loro scoperte rispondono solo in parte a tutti i quesiti di cui sopra. Ma andiamo con ordine.

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Sara Epis, docente di Parassitologia e malattie parassitarie, nell'Insettario del Dipartimento di Bioscienze con le zanzare coreane.

La “zanzara coreana” che resiste al freddo 

Epis e Gabrieli mi raccontano che il loro studio è nato per caso da dei campionamenti di monitoraggio di specie invasive nel distretto di Bergamo, in Lombardia. Allevando in un insettario un totale di seimila larve e uova raccolte tra luglio e settembre 2020, infatti, ne hanno identificate cinquanta della specie Aedes koreicus.

“Sorprendentemente, abbiamo rilevato diversi esemplari di zanzara coreana, e da lì abbiamo avviato una nuova linea di ricerca a cavallo tra Bergamo e Brescia, che dalla primavera a fine novembre 2021 si è estesa a tutto l’arco alpino,” spiega Epis.

La zanzara coreana è originaria dell’Asia Orientale—si trova naturalmente in Giappone, Corea, Cina e Russia—ed è quindi considerata “ specie aliena” in tutti gli altri territori (Italia compresa). Come si legge nello studio, in Europa sono stati identificati esemplari di zanzara coreana per la prima volta nel 2008 in Belgio, dal 2011 a Belluno e al confine italo-svizzero (Chiasso e Como), nel 2013 in Slovenia, nel 2015 nella Germania meridionale e Genova, nel 2016 nella Germania centrale e in Ungheria, e nel 2018 nel Tirolo orientale in Austria

In pratica, pare che la zanzara coreana si stia diffondendo velocemente e sempre più. “Ricostruire esattamente da dove sia arrivata è difficile, ma sicuramente da aeroporti o porti, col trasporto di persone o merci,” spiega Gabrieli. “Bisogna aggiungere inoltre che le uova sono molto resistenti, anche all'essiccamento, e questo permette loro di sopravvivere a lunghi viaggi e di colonizzare nuovi territori,” continua Epis. 

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Ingenuamente, quindi, si potrebbe pensare che le zanzare coreane siano il principale e unico motivo dei ronzii “fuori stagione,” ma è vero solo in parte. “Se per esempio è ottobre e ti trovi a Bergamo, la zanzara coreana sarà presente dentro e fuori casa, ma è improbabile che ti possa ronzare tra le mura domestiche a Milano, dove non è mai stata rilevata,” continua Epis.

Questo però, aggiungono gli esperti, non esclude che ci sia altro pronto a pungerti.

Le zanzare “estive” possono pungermi in inverno?

Riassumendo molto, la maggior parte delle zanzare non sopravvive sotto i 23°C, e la quasi totalità delle oltre 60 specie presenti in Italia non fa eccezione. Ma dove vanno a finire le zanzare in inverno? 

Come spiegano gli esperti, gli insetti si nascondono per andare in “diapausa” (una sorta di stato letargico), solitamente in luoghi umidi e piuttosto appartati come grotte o cantine. È il caso per esempio degli adulti di Culex pipiens, la specie notturna “estiva” più comune in Italia che, dopo aver depositato in luoghi del genere le uova che si schiuderanno nella primavera/estate successiva, vanno a dormire.

Ma nelle aree urbane capita che scelgano alcune zone della casa, “spesso angoli bui, fessure o l’interno degli armadi,” spiega Gabrieli. E, mettendo in conto i riscaldamenti accesi e il fatto che gli inverni sono sempre più caldi per via del cambiamento climatico, in casa si creano facilmente le condizioni perché si sveglino prima del previsto.

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“È praticamente impossibile che in inverno una zanzara [“estiva”] entri in casa dalla finestra; è più probabile sia entrata molto tempo prima, si sia nascosta e si sia riattivata prima del previsto,” continua Gabrieli.

“Il fatto che alcune persone possano aver notato più ronzii negli ultimi inverni in casa deriva probabilmente dal fatto che le abbiamo vissute di più per via della pandemia in corso. Non esistono, al momento, studi che confermano un aumento di questo fenomeno.”

Con mio dispiacere, anche tutte le piante accumulate durante la pandemia hanno qualche responsabilità (il ristagno nei sottovasi può offrire un’ottimo e umido rifugio agli insetti).

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Paolo Gabrieli, docente di Zoologia, nell'Insettario del Dip. di Bioscienze con le zanzare coreane.

Le zanzare sono pericolose per la salute?

In generale, non tutte le zanzare sono pericolose per la salute. Epis specifica che quelle più studiate, monitorate e dal maggior eco mediatico sono quelle “potenzialmente vettori di patogeni.” In pratica, queste zanzare vantano una “competenza vettoriale”—la capacità di trasmettere virus—che va monitorata. 

In Italia, per esempio, oltre alla zanzara coreana, si trovano altre zanzare aliene e potenziali portatrici di patogeni, come la Aedes japonicus (la “zanzara giapponese”) individuata per la prima volta nel 2015, anch’essa resistente al freddo e presente nell’area pedemontana (e in altri stati europei come Svizzera, Germania, Austria, Slovenia e Ungheria); o come la zanzara tigre più diffusa a livello globale, sempre di origini asiatiche, “estiva,” dalle punture particolarmente fastidiose, arrivata da noi negli anni Novanta.

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La zanzara tigre può essere portatrice di malattie come la dengue, la zika e la febbre gialla. Negli Stati Uniti e in Brasile—dove in certe zone è particolarmente infestante—per arginarne la presenza sono state rilasciate nel 2017 delle speciali ‘zanzare killer’ allevate in laboratorio.

“In Italia per esempio abbiamo avuto due focolai nel 2007 e nel 2017 di chikungunya, il cui virus è trasmesso spesso dalla zanzara tigre. Nel nostro paese, avendo pochi ‘serbatoi’, per fortuna è davvero molto raro, però è qualcosa da tenere d’occhio,” spiega Epis. “E anche la zanzara coreana, nonostante servano maggiori studi in tal senso, è un vettore di virus, come quello della chikungunya, o dell’encefalite giapponese.”

Negli ultimi decenni, quindi, la sempre più rapida diffusione di specie di “zanzare aliene” e altre specie di insetti (come la cimice asiatica, il moscerino della frutta, oppure il punteruolo rosso nel nostro paese) ha alzato il livello di attenzione a livello internazionale, “per questioni medico-veterinarie e sanitarie” o per “i milioni di danni causati all’agricoltura,” continuano gli esperti. 

Aggiungono inoltre che, nel caso specifico della zanzara coreana, stanno collaborando con altri ricercatori “per continuare degli studi di analisi genetica e mettere in piedi un modello previsionale di espansione della specie per capire come cambiamenti climatici, condizioni ambientali e altri elementi contribuiranno e in che modo alla sua diffusione.”

I dati, come dimostra questa ricerca dell’Università della Florida, evidenziano intanto che più aumenteranno le temperature nel nostro pianeta e più si accorceranno i periodi di diapausa delle zanzare. E questo vorrà dire più disagi per noi.

Chiedo quindi ai ricercatori se va bene eliminare una zanzara quando ci tormenta in casa, sebbene specifichino che anche questa ha “un ruolo nella catena alimentare.” 

“Eliminarle su scala globale è una pessima idea, ma sicuramente non sarà la singola zanzara che ucciderai tu a provocare una estinzione di massa,” mi rassicurano. E non so bene come prenderla.