La cannabis terapeutica non è un capriccio, e queste foto di italiani che ne fanno uso lo dimostrano

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Sulla carta, accedere alla cannabis terapeutica in Italia sembra semplice: si può andare all’ASL per richiederla, o recarsi dal proprio medico di base per una ricetta. Peccato però che, a causa di diversi problemi—diciamo così—logistici, la realtà sia totalmente diversa.

Innanzitutto, per ottenere la prescrizione di una terapia analgesica a base di cannabinoidi—dato che non rientrano tra i farmaci riconosciuti—si deve dimostrare che tutte quelle convenzionali siano risultate inefficaci. Poi, bisogna aspettare i tempi burocratici e soprattsaluutto trovare un medico disposto a prescriverti davvero una terapia (e gli “obiettori” in questi casi sono moltissimi). Superati questi due scogli, infine, non è detto che il farmaco sia disponibile subito.

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Per il 2018, in Italia la produzione di cannabis terapeutica—coltivata nello stabilimento chimico-farmaceutico militare di Firenze—è stata di circa 150 kg. Il fabbisogno nazionale è di 800 kg, garantito in parte dalle importazioni, in particolare dall’Olanda, il cui potenziamento è stato voluto dal Ministro della Salute Grillo. La quale, nel frattempo, ha più volte annunciato l’intenzione di promuovere nel nostro paese una partnership pubblico-privato per aumentare la produzione di cannabis terapeutica e quindi ridurne eventualmente le importazioni, ovviamente più onerose.

Data l’attuale situazione, in cui si registrano dichiarazioni da altre cariche istituzionali che confondono cannabis a scopo ricreativo, cannabis light e cannabis terapeutica, è plausibile che certi annunci rimarranno tali.

La verità, però, è che dietro ci sono sempre delle persone che hanno bisogno di cure. Maria Novella De Luca è una fotografa e negli ultimi anni ha girato l’Italia proprio per raccontare le loro storie, raccolte nel libro fotografico I volti della Canapa, edito da Crowdbooks.

“Mettere una persona malata in condizioni di accedere facilmente alla propria cura dovrebbe essere una priorità in un Paese civile come l’Italia. Significherebbe consentire a tutti i pazienti, indipendentemente dalla loro posizione geografica e/o fiscale, di poter ricevere il proprio farmaco a carico del servizio sanitario nazionale, trovare un medico informato che lo prescriva senza resistenze e vedersi garantita la continuità di cura,” scrive nella prefazione Novella de Luca. “Ho sentito il dovere di restituire loro e alle loro storie un’esistenza oltre le loro case, oltre la loro realtà quotidiana.”

Qui sotto trovate alcune delle foto e testimonianze, raccolte da Maria Novella De Luca, e tratte da I volti della Canapa.

ALBERICO NOBILE, 39 Anni, Taranto, Tetraplegico

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Alberico ha 37 anni ed è tetraplegico dall’età di 15, dal giorno in cui un grave incidente stradale gli ha causato una frattura della terza, quarta e quinta vertebra cervicale con lesione midollare. L’anno successivo all’incidente, dopo molti ricoveri ospedalieri in diverse città italiane […] si reca in una clinica a Heidelberg in Germania, una delle migliori in Europa per la riabilitazione e il reinserimento in società di pazienti con questo tipo di disabilità. È nel parco di quella clinica che un giorno prova, per la prima volta, a fumare cannabis con altri pazienti.

[…] Gli spiegano che la utilizzano da tempo in sostituzione del Lioresal, lo stesso che prende anche lui, quattro pasticche al giorno da 25 mg. […] Resta in Germania dieci mesi. Tornato in Italia trova difficoltà nel reperire la cannabis e dopo sole due settimane deve ricorrere di nuovo al Lioresal. Con questo farmaco tornano tutti quegli effetti collaterali che Alberico conosce bene: problemi renali, vescicali, allo stomaco e alle mucose e continuo stato di sonnolenza.

Non potendo sopportare di nuovo tutto questo, si affida alla cannabis italiana del mercato nero. Per diciannove anni la acquista per strada o da amici o quando può, coltiva la sua piantina, fino a quando nel 2015 ottiene l’accesso gratuito al Bedrocan grazie alla legge regionale pugliese. […] Ne assume 5 grammi al giorno vaporizzandolo o fumandolo e questo lo aiuta principalmente a ridurre la spasticità e i dolori che ne conseguono, lo aiuta nella postura e quindi nella qualità della sua vita.

CLAUDIA LUTTAZZI, 52 Anni, Roma, Cancro al seno

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Claudia è stata sempre una donna attiva, con una vita personale e lavorativa che la assorbivano completamente, ma nel 2009, alla nascita del secondo figlio, ha scoperto di avere un cancro al seno, per cui ha subito una mastectomia, seguita dal trattamento radioterapico previsto in questi casi. Nel 2012, scopre due metastasi al cervello e viene operata per asportare una lesione di oltre 2 cm, mentre l’altra, inoperabile, viene radiotrattata. […] Grazie a un’amica, anche lei affetta da cancro al seno, scopre la cannabis. […] Non desiderando assumere forti analgesici con rischio di dipendenza né antidepressivi, proposti dall’ospedale, ottiene la prescrizione dal proprio medico curante e inizia, nel 2013, ad assumere piccolissime dosi di resina di cannabis, che si rivelano subito efficaci.

Purtroppo, nell’autunno del 2015, arriva un’altra notizia preoccupante: dalla risonanza magnetica encefalica risultano ben sette lesioni di diverse dimensioni e localizzazioni, che richiedono necessariamente un trattamento radioterapico whole brain, cioè su tutto il cranio. Claudia affronta questa nuova prova e, consapevole della criticità della situazione, si sottopone a un ciclo di infusioni di un farmaco che dovrebbe passare la barriera ematoencefalica: tuttavia, in seguito alla sesta infusione, subisce una crisi epilettica con perdita di coscienza e la terapia viene sospesa dagli oncologi dell’ospedale.

A questo punto, priva di terapie convenzionali fornite dall’ospedale, da metà dell’anno 2016 decide di affidarsi alle risorse per lei disponibili. […] Ma soprattutto incrementa lentamente il dosaggio di resina di cannabis fino ad arrivare a un’assunzione giornaliera complessiva di almeno 0,25 gr, arrivando talvolta a 0,50 gr, suddividendo la quantità totale in tre dosi nelle 24 ore. Dalla risonanza magnetica effettuata a fine Gennaio 2017, le sette lesioni sono state definitivamente dichiarate non più attive, in pratica morte, mentre Claudia ha un sorriso più vivo che mai.

OSVALDO GIOVANNINI, 58 anni, Venturina (LI), HIV – Epatite C

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Irene. Così la chiama Osvaldo. Irene è la macchina per la dialisi, un apparecchio poco più grande di una stampante che tiene su un mobiletto accanto al letto. […] Sieropositivo dall’età di 22 anni per tossicodipendenza, inizia un calvario di cure. La prima che gli viene somministrata è l’azidotimidina (AZT), farmaco sviluppato negli anni ’60 come agente anticancro e diventato in quegli anni il primo trattamento farmacologico contro l’Hiv. Quattro pasticche al giorno, per sette mesi.

Per 10 anni non prende più alcun tipo di farmaco fin quando non inizia ad avere problemi renali e le visite evidenziano un peggioramento del virus. Di nuovo cure con retrovirali, Reyataz, Invirase, Kalatra, Lucen, grosse pasticche molto forti che deve assumere, associate, anche più volte al giorno per individuare la cura più adatta al suo stato. […] Nausea, vomito e diarrea che lo portarono a pesare 45 Kg. L’unica cosa che resta da fare è la dialisi. Tre sacche da cinque litri ciascuna di liquido peritoneale a base di bicarbonati o zuccheri che entrano nel corpo e restano in circolo per trenta minuti. […] E si ricomincia, per quattordici volte nelle dieci ore notturne che Osvaldo trascorre accanto a sua moglie, Catiuscia.

Irene però non è l’unica compagna di viaggio di questi anni, c’è anche la cannabis. […] Cercando notizie su internet e sostegno da altri pazienti, entrando in contatto con le realtà sensibili all’argomento, dopo tre anni di sit in, dibattiti, incontri e presidi al Senato raggiunge la sua personale vittoria ottenendo la ricetta medica per curarsi con la cannabis. Da allora Osvaldo si cura presso l’ospedale di Firenze in day hospital con piano terapeutico e per questo non paga il Bedrocan (infiorescenza di cannabis che arriva dall’Olanda). [Nell’ultimo periodo] fuma o assume sotto forma di tisana 2,15 gr di Bedrocan, che ha una percentuale di Thc pari al 22% .

Osvaldo, oggi non c’è più.

SERENA QUARANTA, 12 anni, Grottaglie (TA), CDK L5

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Serena è una bambina. È malata e la sua patologia, genetica, si chiama CDK L5, una pluripatologia di carattere genetico. Significa che le manca una proteina che non le permette uno sviluppo neurologico completo.

Serena […] dopo 15 giorni dalla nascita ha cominciato ad avere crisi epilettiche sempre più frequenti. Oggi, dopo tante ricerche, i medici hanno individuato due farmaci che le riducono le crisi e donano un piccolo miglioramento al suo stato generale di salute. Ma niente è facile per Serena, neanche bere un bicchier d’acqua, può bere solo acqua gel, perché ha difficoltà nel deglutire. E così anche tutti gli altri alimenti devono essere ridotti allo stato liquido. Non regge la testa, non può fare nessun movimento razionale e non vede.

Dopo aver tentato cure e in generale ogni terapia farmacologica possibile, i genitori di Serena hanno cominciato ad interessarsi alle cure alternative, in particolare all’utilizzo della cannabis a scopo terapeutico. E così oggi, tra l’aerosol della mattina, le terapie gastrointestinali, i farmaci per l’epilessia e la fisioterapia giornaliera c’è anche il CBD oil, un estratto della pianta di canapa che Serena assume una volta al giorno. Questo olio aiuta la bambina nei movimenti che riesce a fare con le mani e la fa essere più reattiva. La cura migliora di poco le condizioni di vita di Serena, ma sono piccole cose molto importanti. […]

LUCIA SPIRI, 37 Anni, Racale (LE), Sclerosi multipla

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Imparare a gridare il proprio dolore è la chiave per iniziare a stare meglio. È quello che Lucia fa da anni, da quando a 18 anni un forte attacco le ha fatto scoprire la sclerosi multipla. Rigidità, febbre alta costante, tremori dalla schiena e alle mani, dolori che le hanno curato da subito e per anni con Interferone Rebif 22 e antidolorifici. L’effetto collaterale di alcuni di questi farmaci, però, non ha fatto che peggiorare il suo stato di salute, aggiungendo vomito e inappetenza.

Lucia ha gridato forte ai medici che aveva trovato giovamento immediato con la cannabis, provata in Olanda dove si era recata proprio per testare le migliori qualità di cannabis medicinale.

[…]La burocrazia ha sicuramente tempi diversi da quelli dei malati, ma dopo anni di battaglie Lucia è riuscita ad avere una regolare prescrizione per il farmaco che oggi ottiene, gratuitamente, grazie alla Legge regionale pugliese, e a raggiungere un dosaggio ottimale per la sua situazione di 10 gr al giorno (7 gr di Bedrocan, 1 gr di Bediol e 2 gr di Bedrolite). È soddisfatta e anche la risonanza magnetica conferma ogni anno che la malattia si è arrestata.

Qui sotto, altre foto tratte dal libro I volti della Canapa:

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