Il terzo Maverick protagonista della nostra serie è Giorgio Zattoni. Il 27 aprile 2004, alle 18.40, Zattoni è diventato il secondo skater al mondo a chiudere un 900°, cioè a fare due rotazioni e mezza in aria sulla tavola ricadendo in piedi. Prima di farcela ci ha provato per anni, in modo quasi ossessivo, infortunandosi spesso e abbastanza gravemente da dubitare che ce l’avrebbe mai fatta. Ma alla fine, appunto, è ricaduto in piedi.
Prima di lui, solo Tony Hawk era riuscito a chiudere un 900°. Erano gli X-games del 1999 a San Francisco, in California, e Hawk si esibiva davanti a un pubblico di cinquemila persone che dagli spalti acclamavano “To-ny! To-ny!” mentre i riflettori illuminavano la rampa come il palco di un teatro; della sua performance ci restano le riprese realizzate dalla rete televisiva che trasmetteva l’intera competizione. Il momento di gloria di Zattoni, invece, è stato tutto diverso. È arrivato in un pomeriggio qualsiasi, al Marianna Skatepark di Mezzano, una frazione di Ravenna, e alla presenza di forse venti persone tra amici e ragazzini che bazzicavano lo skatepark. Due di quegli amici Giorgio doveva chiamarli tutte le volte che andava a tentare il trick, perché avevano una macchina fotografica e una telecamera con cui documentare il tutto. Prima di quel giorno, il suo amico fotografo aveva già dovuto buttare decine di rullini.
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La grinta di Zattoni è stata la sua fortuna e la sua croce. A 20 anni è andato negli Stati Uniti ad allenarsi con il Team Powell Peralta: quando è arrivato non era al livello degli altri, ma esercitandosi è entrato nel team come professionista. Tra il 1996 e il 1999 ha vissuto negli Stati Uniti, dove è diventato un volto noto dello skate e ha vinto anche un argento agli X-Games del 1998, davanti al bronzo di Tony Hawk. Poi, quella grinta ha mostrato il suo lato negativo: per la troppa pressione data dai viaggi continui e dalle gare estenuanti, Zattoni ha deciso di tornare a Ravenna per fare tutto con più calma. Quando si è messo in testa che doveva chiudere un 900°, però, la pressione è tornata a crescere – e non si è dato pace fino a quando non ce l’ha fatta. Ha modificato le ruote della sua tavola per darsi più slancio, ha provato posizioni diverse al momento del salto, ha lavorato su tutti i freni fisici e psicologici che gli impedivano di riuscire.
Quando Tony Hawk, dopo cinque o sei tentativi, ricade coi piedi sullo skate e quasi si siede fino a terra per poi rialzarsi, lo sguardo nei suoi occhi è quello di chi dice «Ah, ecco, ve l’avevo detto che ce l’avrei fatta». Zattoni no: alla volta buona lui ricade dritto, senza una sbavatura, ma appena arriva dall’altro lato della rampa lancia uno strillo, butta via la tavola, si porta le mani al caschetto e si guarda intorno a dire “Non ci credo, l’ho fatto davvero!”.
Maverick è un progetto di Carrera. I Mavericks sono tutte quelle persone che non hanno paura di vivere fuori dagli schemi. Alcuni li chiamano geni.