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Perché convertirsi all’ecosocialismo e abbandonare il capitalismo per sempre

Ultimamente noi terrestri abbiamo dovuto fare i conti con alcune aspre verità. L’impatto imminente del cambiamento climatico, e il fatto che siamo ben lontani dal raggiungere un qualche obiettivo per fermarlo, sono stati messi in evidenza non solo dai principali rapporti intergovernativi ma anche dalla grande quantità di eventi meteorologici drammatici in tutto il mondo.

In questa situazione è facile sentirsi senza speranze, come se non ci fosse alcun modo per impedire alla nostra specie di lasciare un’impronta indelebile sul pianeta in meno di una generazione. Ma ci sono delle persone che credono di avere la risposta. Se tutti li seguissero, dicono, si potrebbero arginare gli effetti del cambiamento climatico. Si tratta dell’ecosocialismo, ed è esattamente radicale come sembra.

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“L’ecosocialismo combina l’idea di ecologia con quella di socialismo, il che significa una società senza divisioni di classe che vive in una specie di armonia ed equilibrio con la natura” mi ha detto in un’intervista telefonica Victor Wallis, autore di Red-Green Revolution: The Politics and Technology of Ecosocialism. “Non puoi prendere delle decisioni fondamentali per il pianeta sulla base di un calcolo del profitto.”

L’ecosocialismo ha iniziato a diffondersi negli anni ottanta insieme all’ambientalismo, anche se per alcuni studiosi il movimento è da ricondurre alle teorie di Karl Marx. Il concetto, fondamentalmente, è che la tutela dell’ambiente è incompatibile con il capitalismo, e che il modo migliore (secondo alcuni, l’unico) per combattere il cambiamento climatico è istituire una società socialista. Il capitalismo induce sempre a produrre e consumare, e questa è una delle ragioni per cui ci troviamo in questa situazione.

Anche se i promotori del movimento hanno problemi a differenziare le due ideologie, il legame non è così scontato per tutti. In effetti, ci sono dei profitti che si possono ricavare dal cambiamento climatico: basta pensare alle energie rinnovabili o alle auto elettriche. Queste industrie non esistono per altruismo, ma perché generano profitto. E stanno crescendo rapidamente — nel 2017 sono state creati oltre 50.000 nuovi lavori nell’energia rinnovabile in tutto il mondo, portando il numero totale di impiegati del settore a 10 milioni. Nell’industria sono stati investiti 335.5 miliardi di dollari.

Ma gli ecosocialisti sostengono che, anche se alcuni settori del capitalismo possono portare avanti un’agenda ambientalista, il resto del mercato continua a remargli contro e per questo motivo non raggiungeremo mai le condizioni ambientali di cui abbiamo bisogno per sopravvivere.

”A meno che non riusciate a eliminare del tutto il capitalismo, ci saranno sempre altre aziende molto più influenti e di dimensioni maggiori, come le compagnie petrolifere, che resteranno ancora in gioco” ha spiegato Wallis. ”C’è uno scontro a livello generale, anche se esiste un settore del mercato capitalista che risponde alle preoccupazioni della popolazione riguardo l’ambiente.”

L’altro aspetto del socialismo che secondo Wallis si sposa bene con l’ambientalismo è quello di diminuire le disparità di condizioni sociali ed economiche. Forse non apprezzate il fatto che il vostro lavoro in una miniera di carbone contribuisce al cambiamento climatico, ma dovete comunque portare a casa la pagnotta per la vostra famiglia e pagare le bollette. Se potessimo livellare le strutture di classe in modo da poterci non preoccupare più di questioni del genere, un numero maggiore di persone si ritroverebbe nelle condizioni di contribuire ai cambiamenti necessari.

Ma che aspetto avrebbe una società eco-socialista? Comporterebbe vivere tutti insieme in fattorie verticali, condividendo i raccolti e alimentando le lampadine pedalando? Eric Holthaus, un meteorologo, giornalista ed ecosocialista, mi ha spiegato che non dovrebbe trattarsi necessariamente di un cambiamento così drastico.

”Non richiederà che tutti rinuncino a tutti i loro beni e vivano in una fattoria per il resto della loro vita,” mi ha spiegato al telefono Holthaus.

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Alluvione a Port Arthur, in Texas, dopo l’uragano Harvey nel 2018. Immagine: Wikipedia

Holthaus sostiene che disponiamo già della tecnologia necessaria per eliminare in breve tempo le emissioni di carbonio, ma che questo non può verificarsi all’interno del nostro sistema, perché chi ne occupa i vertici non può trarne giovamento. Il ricercatore cita studi che dimostrano che solo 100 aziende sono responsabili del 71% delle emissioni mondiali di gas serra. Se creassimo un governo disposto a regolamentare rigorosamente queste aziende, questo avrebbe un impatto drastico e aprirebbe la porta a un futuro di energia pulita.

Suona tutto come una cosa molto bella, ma anche impossibile, specialmente sotto l’attuale amministrazione statunitense che ha una posizione negazionista riguardo al cambiamento climatico. Sembra poco probabile che riusciremo a mettere in atto un cambiamento globale così massiccio in tempo sufficiente per rallentare questo discesa autodistruttiva. Se Wallis concorda sul fatto che pur essendo altamente improbabile, è ”la nostra unica opzione,” Holthaus, invece, è un po’ più ottimista.

”Pensate a 30 anni fa: nel 1988 il mondo era molto diverso,” ha detto. ”L’esempio che cito sempre è il matrimonio gay. A un certo punto, sembrava impossibile. Sembrava che non ci sarebbero mai stati dei cambiamenti. Ma con un lavoro portato avanti per decenni da molte persone sia dietro le quinte che pubblicamente, il mondo politico è cambiato nel giro di pochi anni.”

Holthaus pensa che potranno verificarsi cambiamenti simili rispetto al climate change se un numero sempre maggiore di persone diventeranno più consapevoli dello stato drammatico in cui versiamo tutti e decideranno, be’, di voler restare su questo pianeta ancora per un po’ di tempo.

L’ecosocialismo non è solo un movimento minoritario. Nel 2016, il Partito Verde degli Stati Uniti ha abbracciato l’ecosocialismo come uno dei principi fondamentali. Il socialismo democratico ha visto un aumento di popolarità quest’anno, un esempio è l’elezione di Alexandria Ocasio-Cortez dei socialisti democratici, che quest’estate ha vinto la sua prima campagna alle primarie democratiche di New York. Inoltre, l’organizzazione Democratic Socialists of America ha adottato la filosofia dell’ecosocialismo e ha messo in piedi un gruppo di lavoro sull’ecosocialismo.

Andando oltre gli Stati Uniti. Nel Regno Unito, il leader del partito laburista Jeremy Corbyn è stato un esplicito sostenitore di un approccio ecosocialista al cambiamento climatico.

Indipendentemente da quanto aderiate alla nozione di ecosocialismo, sia Holthaus che Wallis raccomandano di passare all’azione: entrare in contatto con persone, gruppi e partiti politici, organizzarsi e iniziare a vivere in un modo che renderà questo tipo di transizione più facile. Anche se non risolverà tutti i problemi del mondo, in questa fase del gioco, sono felice di esplorare qualsiasi idea che possa portare le persone a pensare che sia possibile impedire di precipitare nel baratro.

”Penso che sia possibile avere il mondo che vogliamo e il mondo che ci serve,” ha concluso Holthaus. ”Voglio credere che sia vero.”

Questo articolo è apparso originariamente su Motherboard US.