Cibo

Sono fra i 100 cuochi migliori al mondo e non me ne frega nulla

Christian F. Puglisi è cuoco e proprietario di una serie di ristoranti a Copenaghen, fra cui il Relæ e il Bæst. Qui riportiamo una versione editata di un post che Christian ha caricato su Instagram domenica 29 ottobre. Il testo riflette la posizione dell’autore.

A quanto pare sono il sessantanovesimo cuoco migliore al mondo. O almeno, così è stato deciso dai giurati del premio 300 Best Chef, e io spero proprio che a voi non freghi un benamato cavolo di tutto ciò.

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Esatto. Non dovrebbe interessarvi.

Sembra quasi che non si possa evitare, almeno una volta al mese, di imbattersi in una qualche lista. C’è quella dei “100 ristoranti migliori al mondo,” quella dei “50 ristoranti,” delle “25 pizzerie,” dei “300 personaggi sotto i trent’anni,” e ancora quella dei “cuochi migliori al mondo.” Non sarò sorpreso quando arriveranno anche quelle dei “100 ristoranti di ramen migliori al mondo,” dei “50 chef meglio vestiti di quest’anno” (e qui vincerebbe ogni anno Quique Dacosta, quindi magari si tratterebbe di un contest dalla vita breve), dei “100 migliori chef su Instagram” e, perché no, “dei migliori tatuaggi da chef presenti sulla mia feed di Instagram.”

Non stiamo parlando di sport, politica, voti o classificazioni, ma di mangiare, cucinare e spaccare un sacco.

Però adesso stiamo esagerando. Lasciate che vi riporti alla mente una cosa: qui si parla di cibo. Cibo cucinato nei ristoranti. Non stiamo parlando di sport, politica, voti o classificazioni, ma di mangiare, cucinare e spaccare un sacco. Ai miei occhi ridurre l’arte della gastronomia e della convivialità a un sistema constante di competizione, riconoscimenti e classifiche, non ha senso. Non è proprio necessario farlo!

Ti piace quello che stai facendo/mangiando/cucinando? Hai bisogno di associare queste attività ad altre, per infondere loro valore? No. Goditi il momento e basta. Sii presente. Tutto viaggia sulla sfera del soggettivo. A volte c’è bisogno di prendersi del tempo per provare a capire la complessità delle cose anziché minimizzarle semplificandole attraverso delle classificazioni.

E sì, lo so. Sono conscio del fatto che sia io che le mie attività abbiano tratto vantaggio da queste classificazioni. Inizialmente il mio ego subentra subito, ringalluzzendomi. Wow, sono fra i 100 cuochi migliori al mondo! Poi però arriva la razionalità e penso, chi cavoli si sente in diritto di giudicare me o qualsiasi altra persona stilando una lista di migliaia di cuochi che magari non hanno nulla in comune l’uno con l’altro? In base a cosa vengo giudicato? Come persona o come cuoco? Che io sappia, non mi sono candidato ad alcuna elezione.

Questo settore si basa sulle persone, e non si possono classificare le persone.

Questo settore si basa sulle persone, e non si possono classificare le persone. Queste ideone dovrebbero avere un ciclo di vita breve, rimanendo confinate alle mura dei dipartimenti di marketing di qualche azienda che produce frullatori.

Per ora è tutto.


Quest’articolo è originariamente apparso su MUNCHIES Danimarca.