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Questo collettivo sta postando una foto al minuto per rompere Facebook

La scienza empirica si basa sull’osservazione diretta o indiretta dei fatti per ricavare le proprie deduzioni. Partendo proprio da queste premesse, vengono definiti i test scientifici. Ma cosa fare quando il soggetto della nostra ricerca — tanto per fare un nome a caso: Facebook — non rende disponibili le informazioni sul suo funzionamento? Semplice, si procede per tentativi. Un po’ come nel reverse engineering.

Oggi, dalle 00:06, il collettivo artistico italiano PHASE sta testando i limiti delle capacità di condivisione di Facebook. Il collettivo sta provando a condividere dalla sua pagina Facebook 1.440 foto, una al minuto, per l’intera giornata. Ogni foto è accompagnata dall’hashtag #phase_act0, lasciando presupporre l’eventualità di futuri esperimenti.

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L’operazione potrebbe restituirci una serie di informazioni interessanti sula saturazione dei flussi informativi su Facebook, oltre a essere una delle idee più brillanti dai tempi della pagina ”La stessa foto di Toto Cutugno ogni giorno” — che, è bene ricordarlo, purtroppo non è mai diventata il soggetto di uno studio della Cornell University, contrariamente a quanto avevano fatto credere una serie di articoli usciti sui media italiani.

Ho chattato per l’appunto su Facebook con Jacopo Buono di PHASE mentre programmava i post. ”Abbiamo fatto un po’ di ricerche, ma sembra che a livello storico nessuno abbia mai provato un operazione del genere. Leggendo nella community di FB, regole datate nel 2015 predisponevano un massimo di 25 post al giorno. Abbiamo fatto una prova con una pagina creata appositamente — Data Saturation — e siamo arrivati a 50 post al giorno programmati. Finita la programmazione, Facebook ti dà la possibilità di ri-programmare altri 50 post. Oggi stiamo riuscendo a programmarne più di 50 per volta — sembra quasi che Facebook si comporti in modo abbastanza casuale su certe cose,” mi ha spiegato. Scorrendo la pagina di PHASE oggi si nota un altro aspetto interessante: alcuni post hanno dei doppioni. Secondo Buono anche questo è l’effetto di un bug di visualizzazione.

Screenshot di un bug di visualizzazione della pagina di PHASE.

Riguardo la scelta delle foto, Buono mi ha spiegato che ”non c’erano molti limiti, l’unico è che appartenessero alla nostra cultura contemporanea, quindi che girassero intorno all’idea di pop: foto reali o finte, tutte robe che circolano sul web e che rappresentano un contatto tra il mondo reale e quello digitale.”

Il metodo di lavoro, invece, è praticamente da catena di montaggio di Facebook. ”Ogni esponente del collettivo ha dato un suo contributo,” ha specificato Buono, “l’operazione la stanno svolgendo 8 persone, abbiamo gli orari dei turni come a lavoro. Stiamo praticamente lavorando per Facebook — anche se con finalità nostre — ma ci siamo imposti l’obbligo della condivisione. Siamo consapevoli che l’algoritmo farà vedere pochissime foto agli altri profili, ma non è questo l’importante.”

A questo punto, la domanda spontanea è: perché lo fanno? ”Se vuoi l’analisi è anche questa, ossia testare un limite e anche cercare il proprio limite,” ha spiegato Buono, ”potremmo dire che obblighiamo loro a controllarci per sfinimento, cercando di stare attenti nella scelta delle foto (senza postare contenuti troppo violenti). Cosi facendo, la situazione si ribalta, ossia: quando e se avverrà il blocco, sapremo almeno fin dove possiamo arrivare, scrivendo appunto un precedente e/o una regola.”

”Ovviamente non sappiamo se l’operazione andrà in porto, ma secondo me neanche Facebook lo sa. Ultimamente — anche voi ci avete scritto un articolo — molte foto sono state cancellate senza un preciso motivo, come se l’algoritmo si fosse stancato. Bene, vediamo fino a che punto regge l’algoritmo e come interagirà con i nostri follower,” mi ha spiegato. Buono mi ha anche segnalato come, al momento, l’unica immagine tra quelle che hanno postato ad essere stata eliminata da Facebook è una foto di Stefano Cucchi.

Da domani, tutti i contenuti presenti sulle sua pagina verranno eliminati, comprese le foto di archivio. La foto di profilo e le foto postate (questa volta non più una al minuto) saranno completamente nere. Sul sito del collettivo, verrà divulgato un manifesto dettagliato in 8 punti. Il testo del manifesto verrà pubblicato poche parole per volta fino al suo completamento verso metà settembre.

Sulla pagina Facebook di PHASE verrà postato anche un video promo di PHASE FAIR, un’happening del collettivo che avrà luogo a Prato il 5-6-7 ottobre e sarà incentrato sulla società contemporanea. come ha spiegato Jacopo Buono, ”abbiamo scelto il titolo come se si trattasse di una fiera di arte, ma in realtà sarà l’esatto contrario: sarà molto più vicino a quello che viviamo ogni giorno.” Nel frattempo, chissà se Facebook ci permetterà di vedere questi nuovi post.

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