Se ripenso ai miei studi di storia dell’arte, tra tutti gli artisti approfonditi difficilmente riesco a ricordare il nome di una donna. In molti ambiti culturali sembra esserci una tendenza a tralasciare (se non cancellare) dagli archivi storici il contributo di un intero genere — poco cambia che si tratti di storia dell’arte, di cibernetica o di architettura.
Come possiamo raccontare storie e visioni differenti rispetto a una cultura dominante che coincide con un punto di vista tradizionalmente maschile, occidentale ed eterosessuale? Come fare per vedere — e far vedere — oltre?
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Lo scorso 11 marzo, grazie alla collaborazione con Wikimedia Italia, BASE Milano e il progetto WikiDonne, ho co-organizzato e curato a Milano la prima Art+Feminism Wikipedia edit-a-thon. Come Motherboard ha riportato al tempo, un edit-a-thon è una maratona di scrittura su Wikipedia per la creazione di nuove voci sull’enciclopedia libera. In particolare, l’edizione firmata Art+Feminism è una campagna internazionale con un obiettivo specifico: creare cambiamenti significativi ai lemmi di Wikipedia a proposito di arte e femminismo.
Nonostante il successo dell’iniziativa (sia a livello locale, che da anni a livello globale), alcune delle nuove voci sono diventate oggetto di controversia nella comunità italiana di editor di Wikipedia, che ha cancellato parte del lavoro fatto durante l’edit-a-thon per presunti problemi di mancata enciclopedicità, senza però mostrarsi aperta al dibattito intrinseco alla natura libera della piattaforma.
Wikipedia è una tecnologia che aggrega conoscenza in maniera libera e collaborativa grazie ai numerosi volontari che vi contribuiscono online in tutto il mondo. Come ogni strumento, è dotata di regole, e la visione del mondo che ci restituisce — così come i comportamenti e le interazioni sociali che abilita — è legata al modo in cui viene utilizzata e da chi.
Nonostante, infatti, il punto di vista aspiri a essere neutrale, Wikipedia è uno strumento nato in Occidente, che non esula dal digital divide tra paesi ricchi e poveri (meno rappresentati sull’enciclopedia) e che fatica a sfuggire a determinati battibecchi politici. Non mancano, poi, gli scandali interni e i presunti abusi di potere: nel 2016, per esempio, la cancellazione di Salvatore Aranzulla da Wikipedia in italiano ha scatenato un dibattito acceso, che verteva proprio su una mancata neutralità da parte della comunità di italiana.
La comunità di Wikipedia è tendenzialmente poco diversificata, e il problema in particolare della rappresentazione di genere — sia come contenuto che come partecipanti — è da tempo oggetto di discussione.
Se meno del 10% dei contributori si identifica come donna, è chiaro che le informazioni raccolte non possano essere diversificate nel modo migliore. Anzi, questo gender gap porta alla replica degli stessi stereotipi e atti di discriminazione di genere che accadono tradizionalmente nei nostri modelli educativi e accademici — come, per esempio, quello degli studi in astronomia.
La necessità di avere fonti di terze parti affinché una voce sia considerata enciclopedica non favorisce la creazione di voci su donne e/o minoranze, proprio perché spesso non sono ancora rappresentate sufficientemente altrove. Il minor riconoscimento delle donne nel mondo accademico si riflette ovviamente sul numero di fonti considerate enciclopediche dagli editor di Wikipedia, e lo scopo delle maratone di scrittura è proprio quello di contrastare questa tendenza.
Il risultato della maratona è stata la creazione di 22 nuove voci in italiano, di cui tre ex novo ( Claudia Molinari, Perfect Woman, Alma Alloro), altre tradotte dalla versione inglese. Tuttavia, questo editing non è terminato con la fine dell edit-a-thon.
Anche in uno spazio definito “libero” c’è il potenziale perché si riciclino meccanismi “politici” e comportamenti sociali gerarchici e non inclusivi, che replicano le discriminazioni comuni nella realtà.
Nel pomeriggio di editing organizzato allo Spazio Base di Milano, le biografie scritte non potevano essere complete. Gli articoli prodotti richiedevano ulteriore lavoro, sia per allinearsi alle linee guida editoriali — l’uso dei template per le biografie, per esempio — sia per mettere ben in evidenza la rilevanza dell’artista nel suo campo e rispettare i criteri di enciclopedicità per le pagine dedicate ad artisti.
Quello che è successo, però, è che alcune delle voci sono state immediatamente cancellate ( Deep Lab, Lauren McCarthy, Francesca Pasini). Nei giorni seguenti, nonostante alcune biografie fossero segnalate come bozza e riguardassero premi, riconoscimenti ed esposizioni internazionali, un amministratore di Wikipedia ha avviato la procedura di cancellazione (PdC) di altre 4 pagine (ora cancellate definitivamente, ma salvate in copia qui), ritenendole non enciclopediche. Un movente che appare però poco coerente, se si considera il fatto che esistono molte altre voci di dubbia enciclopedicità.
A quel punto ho apportato personalmente delle modifiche, argomentando nella discussione le motivazioni per cui voci come Porpentine (artista e autrice prevalentemente di Interactive Fiction sperimentali), Claudia Molinari (co-fondatrice di We Are Müesli, un duo di sviluppatori indipendenti italiani) , e Perfect Woman (un gioco che esplora in modo critico i cliché di genere reiterati dalle riviste per donne) meritassero di comparire sull’enciclopedia. In breve, sono tutti esempi di un tipo di sperimentazione artistica che rielabora tanto il mezzo videoludico in sé quanto alcuni dei temi sociali più urgenti del momento.
“Non sei obbligato a commentare ogni caso: se non conosci bene la materia, meglio non partecipare alla discussione.”
Ma lo stesso gruppo di editor che aveva deciso di cancellare le voci, ha continuato a ritenere le argomentazioni proposte non sufficienti (le discussioni delle procedure di cancellazione si possono trovare online: Porpentine , Claudia Molinari , Angela Washko , Perfect Woman).
Come è stato riportato anche in relazione all’edit-a-thon tenuto al MOMA di New York in contemporanea con l’evento di Milano, “alcuni partecipanti percepiscono la comunità di Wikipedia come molto più gerarchica di quanto lo staff Wikimedia stesso ammetta.” Sono frequenti i casi in cui una severa (a volte soggettiva) interpretazione dei criteri di enciclopedicità di Wikipedia rivela meccanismi gerarchici e discriminatori verso i contenuti creati da gruppi meno rappresentati o che comunque li riguardano.
Per esempio, nel caso della voce relativa all’artista statunitense sopracitata Porpentine, creata durante l’edit-a-thon di Milano (qui la pagina su Wikipedia in inglese), nonostante avessi più volte ribadito la sua selezione per la Whitney Biennial , o il finanziamento Creative Capital, è stato impossibile trovare consenso sulla rilevanza delle fonti rispetto ai criteri di enciclopedicità — così come personalmente interpretati dall’amministratore.
Infatti, parte dell’informazione inserita a proposito della selezione dell’artista per il fondo Creative Capital è stata addirittura rimossa, perché si parlava di “vincitrice” mentre, come l’amministratore ha fatto notare, il riconoscimento in questione “non era un premio” ma un finanziamento, quindi andava cancellata (qui trovate salvate le versioni a confronto).
A prescindere dal formalismo linguistico (premio/fondi e vincita/selezione), emerge un approccio distruttivo in cui l’idea dominante di un amministratore si impone attraverso le regole che normano la tecnologia stessa: la creazione collaborativa di articoli.
Tuttavia, seguendo una diversa e più inclusiva interpretazione delle regole, ci si potrebbe chiedere: piuttosto che cancellare le nuove informazioni, non sarebbe più costruttivo migliorarle? Perché l’amministratore che ha dimostrato di avere conoscenza sufficiente da notare le imprecisioni (la discussione è disponibile sul mio profilo), non ha voluto contribuire alla voce e ha preferito eliminarla? Perché togliere un pezzo di una conoscenza che qualcuno stava cercando di costruire?
“Su Wikipedia non ci sono esperti,” si sente spesso dire, a riprova della presunta libertà della piattaforma. E questa affermazione viene confermata nel momento in cui a discutere della rilevanza di certe voci sono utenti che — a giudicare dalle loro azioni — tradiscono tanto una certa inesperienza, quanto un accanimento ingiustificato.
Un esempio di ciò è dato da alcuni dei commenti al lavoro di Angela Washko — una new media artist che si occupa di introdurre discussioni sul femminismo in terreni insoliti come il videogioco WoW, col fine di evidenziare l’ostilità di determinate comunità nei confronti dell’argomento. “Avviare discussioni sul femminismo” non è, agli occhi degli editor italiani, un movente sufficiente per un’attività artistica. Si tratta di un’opinione forse poco consapevole del complesso rapporto tra femminismo e videogiochi.
Facendo riferimento alle stesse regole di Wikipedia, ironia vuole che compaia un suggerimento chiave in relazione alle discussioni delle PdC: “Non sei obbligato a commentare ogni caso: se non conosci bene la materia, meglio non partecipare alla discussione.“
Alcuni editor hanno poi attaccato esplicitamente i progetti edit-a-thon finanziati da Wikimedia Foundation:
Questo accanimento è stato riservato anche ad altri utenti esperti “messi a tacere,” nonostante abbiano validato le proprie motivazioni ed esperienze rispetto al tema della voce. Le risposte che hanno ricevuto includono insinuazioni fuori luogo sull’attività svolta su Wikipedia: come se una presenza più o meno attiva sulla piattaforma determinasse direttamente la validità delle argomentazioni a difesa di una voce quando invece si tratta, chiaramente, di due aspetti diversi. Un conto è la competenza su un argomento, un altro la familiarità con l’enciclopedia virtuale.
Cercando un confronto con questi utenti messi a tacere ho contattato Funopticon, ovvero Paolo Pedercini (noto game maker di Molleindustria e docente alla Carnegie Mellon University) che ha cercato di fornire un contributo positivo alla discussione della pagina Porpentine.
“La Wikipedia italiana è un milione di volte più piccola di quella inglese e l’incompletezza e mancanze ben più significative relativizzano le carriere di artisti emergenti come non rilevanti,” ha sottolineato per email Pedercini. “L’edit-a-thon è concepito per l’inglese e funziona con la benedizione e la collaborazione di Wikimedia Foundation. Denunciare gli stronzi pubblicamente magari può iniziare una discussione (magari sull’istituzione di una commissione di arbitraggio come [accade per] altre Wikipedia) ma molto più facilmente antagonizza i quattro gatti che la mantengono.”
La promozione di edit-a-thon come Art+Feminism da parte di Wikimedia Foundation ha un obiettivo ben preciso: coinvolgere nuovi editor e creare nuove voci affinché la piattaforma venga usata per restituire una visione sempre più inclusiva e diversificata. La situazione che si è venuta a creare mette in evidenza i limiti di Wikipedia come tecnologia nelle interazioni sociali.
Anche in uno spazio definito “libero” c’è il potenziale perché si riciclino meccanismi “politici” e comportamenti sociali non inclusivi, che replicano le discriminazioni comuni nella realtà.
“La Wikipedia Italiana è un milione di volte più piccola di quella inglese e l’incompletezza e mancanze ben più significative relativizzano le carriere di artisti emergenti come non rilevanti.”
Su Wikipedia esistono due gruppi distinti che possono dominare le varie comunità — definiti rispettivamente cancellazionisti e incluisivisti. Seguendo diversi valori e diversi principi di qualità e inclusività, ci sono utenti propensi a includere più voci, mentre altri — definendosi guardiani cancellazionisti di Wikipedia — eliminano tutto ciò che non appare in linea con i criteri di selezione che spesso sfociano nel personale, giustificando le proprie azioni nelle procedure di cancellazione con numerosi acronimi e abbreviazioni che richiamano alle regole di Wikipedia.
Il problema di questo fenomeno — noto come wiki-lawyering — è che spaventa e allontana i nuovi contributori per le complessità del sistema di regole di Wikipedia. Il risultato è la reiterazione di un modello di creazione di conoscenza in cui un discorso dominante privo di sensibilità e competenze su tematiche specifiche va a influire significativamente sui contenuti dell’enciclopedia stessa.
Le dinamiche sono, in altre parole, quelle di un sistema parziale e incoerente: ho personalmente ricevuto avvisi di blocco utenza, accuse di utilizzare toni offensivi, e non ho potuto reagire quando utenti più in alto nella gerarchia hanno iniziato ad attaccarmi e a offendere la parte di Wikipedia che lavora per una conoscenza più inclusiva, o a non rispettare le regole che loro stessi citano in continuazione.
I valori che mi hanno portata a organizzare l’evento Art+Feminism, sono quelli di creazione e diffusione di una cultura diversificata che completi la conoscenza così come è stata costruita finora, fornendo nuove informazioni e nuovi strumenti. Sto dunque facendo abbastanza per vedere — e far vedere — oltre?
La scrittura su Wikipedia in italiano o in inglese, così come la promozione di queste iniziative, può e deve essere una forma di attivismo digitale. Bisogna creare una comunità prodigata a una cultura più inclusiva e veramente portatrice dei valori fondanti di Wikipedia — ovvero, anti-stereotipo e volta a sradicare i modelli dominanti nella cultura e nell’educazione occidentale che sono già oggetto di critica altrove. Questa dinamica, a mio parere, non può di certo consumarsi attraverso la discriminazione di genere, né attraverso gerarchie troppo rigide o la mancanza di un vero spirito inclusivo.
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Annamaria Andrea Vitali, PhD in Design, esperta di multimedialità interattiva, ha un background tra ricerca, arte e game design. Ha co-fondato il Contralto Game Collective e il collettivo voidLab. Lo scorso marzo ha organizzato con BASE Milano e Wikimedia Italia la prima edizione a Milano dell’evento ART+FEMINISM Wikipedia Edit-a-thon.