Il Comune di Amatrice ha depositato una querela contro Charlie Hebdo

Il Comune di Amatrice ha presentato lunedì mattina presso il Tribunale di Rieti una denuncia-querela contro la rivista satirica francese Charlie Hebdo, accusata di diffamazione aggravata.

La querela fa riferimento alla vignetta del disegnatore Felix sul terremoto che ha colpito il Centro Italia, pubblicata il 2 settembre scorso. Il disegno sul “Terremoto all’italiana,” che rappresenta le vittime del sisma come se fossero piatti di pasta tradizionali, ha scatenato una fortissima indignazione e le pesanti critiche di esponenti del mondo politico e istituzionale, come dell’opinione pubblica sui social network.

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Charlie Hebdo ha poi pubblicato una seconda vignetta in cui dà la colpa dei crolli e della devastazione che hanno colpito Amatrice e gli altri comuni coinvolti al fatto che gli edifici sono stati costruiti dalla mafia.

Secondo l’avvocato Mario Cicchetti, che ha presentato la querela al Tribunale per conto del Comune di Amatrice, “si tratta di un macabro, insensato e inconcepibile vilipendio delle vittime di un evento naturale.”

“La critica, anche nelle forme della satira, è un diritto inviolabile sia in Italia che in Francia,” prosegue il legale, “ma non tutto può essere ‘satira’ e in questo caso le due vignette offendono la memoria di tutte le vittime del sisma, le persone che sono sopravvissute e la città di Amatrice”.

Secondo Cicchetti, infine, “appare assolutamente configurabile la diffamazione aggravata e non si può ritenere in alcun modo sussistente l’esimente del diritto di critica nella forma della satira”.

Il sindaco di Amatrice Stefano Pirozzi aveva già espresso il suo sdegno per la vignetta.

“Ma come cazzo si fa a fare una vignetta sui morti! Sono sicuro che questa satira sgradevole e imbarazzante non risponde al vero sentimento dei francesi,” aveva detto Pirozzi il due settembre.

“Ben venga l’ironia, ma sulle disgrazie e sui morti non si fa satira, e sapremo mostrare come il popolo italiano sia un grande popolo, lo è stato nell’emergenza e lo sarà nella ricostruzione.”


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