Confessioni di un supereroe

Sono sempre stato affascinato da quelli che si travestono da supereroi sull’Hollywood Boulevard. Nel caso in cui non ci fossi mai stato, questi tipi girano in costume intorno al teatro Mann’s e si fanno fare le foto con turisti super gasati che probabilmente non sanno che esistono i negozi di costumi. Il mio interesse per loro è cresciuto ancora di più, quando, un paio d’anni fa, ho visto un video su YouTube di Batman e Spider Man che gonfiavano di botte un tipo, mentre uno spettatore impanicato gridava “Attento Batman, sta arrivando la polizia.”

Anche il regista Matt Ogens era piuttosto interessato all’argomento, tanto che ha girato un documentario su quattro aspiranti attori che per sbarcare il lunario giravano in calzamaglia intorno al Mann’s. Tre di loro avevano una vita piuttosto difficile. Il tipo vestito da Superman aveva problemi di metanfetamina, Hulk era un senzatetto, e Batman aveva seri problemi di controllo della rabbia (“È capace di accoltellare qualcuno se non gli danno la mancia”, racconta di lui la moglie). Confessions Of A Superhero (appena uscito in DVD) è strano, divertente e triste. Ho parlato con Matt Ogens del suo film.

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Vice: Il tuo film racconta in maniera davvero unica la storia di persone che provano a sfondare, a diventare gente di successo.
Matt Ogens:
Si, alla fine il nocciolo della storia è quello; probabilmente io e te proverremo ad ottenere successo in altri modi, loro lo fanno in maniera bizzarra, in un certo senso, ma alla fine stiamo sempre parlando di gente che prova a realizzare i propri sogni.

A Los Angeles ormai questo sembra un cliché, una città in cui tutti i camerieri vogliono fare gli attori.
È divertente. Io ci vivo e in un certo senso ti accorgi di come il servizio nei ristoranti e negli alberghi sia pessimo, proprio perché è tutta gente che fa questi lavori solo per mantenersi mentre prova a sfondare nel cinema. Vai in buon ristorante e spendi un bel po’ di soldi e i camerieri si comportano come se ti stessero facendo un favore. Ma non è molto diverso per quelli che stanno a Hollywood Boulevard. C’è una sorta di ingenuità nel loro comportamento, visto che fare quello che fanno non è il modo migliore per sfondare a Hollywood. Solo i turisti bazzicano da quelle parti, di certo non i registi, gli attori o i produttori.

Quel posto è orribile.
Lo è, ci sono solo turisti. Come pensano di diventare attori stando lì? Non verranno mai scoperti da produttori o registi.

È un posto piuttosto sterile e squallido.
È proprio partendo da questi aspetti che mi è venuta l’idea del documentario. Stavo girando una pubblicità in quella strada e continuavo a osservare questi personaggi. Se guardi il tutto con gli occhi del turista o di un bambino ti può sembrare una cosa fantastica. Ma quello che mi ha colpito è stato invece il lato squallido. Guarda quel tipo vestito da Superman che si fuma una sigaretta lì nell’angolo. Dove vive? Cosa fa quando torna a casa? Se apri gli occhi ti accorgi di come quel viale sia pieno di sogni infranti, riesci a cogliere il lato oscuro che sta dietro la facciata.

Quello che trovo divertente è che tutti possono andare in un negozio di costumi è comprarsi un outfit da supereroe. Ma i turisti credono che sia un’attrazione ufficiale.
Alcuni studios hanno mandato lettere per intimare loro di smettere, visto che violano il copyright sui loro personaggi, ma non possono fargli causa… sanno già che non hanno una lira. Secondo me non fanno alcun danno, anzi, aiutano a mantenere vivo lo spirito di Hollywood. Non lavorano per nessuna compagnia. Tu vai da loro, ti fai una foto insieme e gli dai una piccola mancia. In teoria non potrebbero neanche chiederti soldi, ma se non gli dai la mancia si incazzano.

Almeno due delle quattro persone nel tuo film sono chiaramente instabili.
Sì, anche dopo l’uscita del film ho ricevuto delle chiamate da Hulk veramente poco piacevoli. Sembrava un tipo a posto, ma tutto a un tratto è impazzito perché non c’era lui sulla copertina del DVD ma Superman. Jen (Wonder Woman) è la più normale, ma in tutti gli altri casi capisci che c’è qualcosa che non va. Quando finisco un documentario passo ad altro. Ma per alcuni di loro questo è stato l’avvenimento più importante della loro vita, e secondo me si aspettavano di diventare ricchi e famosi, o comunque che gli rimediassi altre parti in altri film, cosa che io non posso fare. Alcuni di loro stanno lì senza far nulla. Hulk mi chiedeva “Perché non puoi rimediarmi una parte, perché non mi procuri un agente?” Altri ancora pensano che io abbia fatto milioni con questo film, cosa ovviamente non vera.

Che problemi avevano Superman e Batman?
Quei due finivano sempre a picchiarsi tra di loro durante le riprese. Non si parlavano perché Batman accusava Superman per ogni cosa. Batman inoltre dava a Clooney la colpa del suo fallimento come attore. A me sinceramente non sembrava, ma lui diceva di assomigliare troppo a Clooney e che nessuno ingaggerebbe una copia di Clooney. È un tipo veramente rabbioso.

Non sembra essere fatto per interagire con il pubblico.
No. È stato arrestato più di una volta, e gli è stato vietato di accedere a quella zona per circa tre anni. Deve imparare a controllare la sua rabbia, altrimenti può finire veramente male. Mi ha anche minacciato.

Veramente?
Oh sì, ero lì lì per chiedere un’ordinanza restrittiva. Le email e le telefonate che ho ricevuto erano veramente minacciose.

Perché ti minacciava?
Lui ha tagliato tutti i ponti con noi, e quando abbiamo cominciato a girare i festival con i personaggi, non l’abbiamo portato con noi. Non potevo andare a un festival e avere lui a rappresentare il mio film, rischiando che finisse in qualche rissa. Era diventato un peso. Poi ha cominciato a dire che avevamo modificato le cose nel film, tipo che abbiamo doppiato alcune sue parti. E poi le cose che ha detto durante la sessione dallo psichiatra…

Ha confessato di aver commesso un omicidio!
Esatto. Tra l’altro io non avevo la minima idea di cosa stesse parlando, anche se in verità non gli credo. In ogni caso quella era la prima volta in cui sentivo quella storia, era la prima volta che lui ne parlava.

Di chi è stata l’idea di farlo andare dallo psichiatra in costume?
L’ idea di farli andare tutti dallo psichiatra è stata mia, era un modo diverso per ottenere informazioni sul loro conto. Secondo loro era una buona idea. Ma non potevo immaginarmi che lui si presentasse vestito da Batman.

È una delle scene più surreali che abbia mai visto in un documentario. Lui, seduto lì vestito da Batman, che confessa un omicidio, con lo psichiatra che non capisce che cazzo sta succedendo.
Non solo lo psichiatra, anche io non avevo idea di cosa cazzo stesse accadendo.

ALEX GODFREY