Se anche tu, come me, adori la cattiva reputazione del tuo segno zodiacale (io sono uno Scorpione, dunque una brutta persona, dicono gli esperti), probabilmente hai scaricato l’app Co-Star.
L’app di astrologia su base algoritmica ha oltre cinque milioni di utenti e sfrutta una combinazione di dati della NASA, figure professioniste dell’astrologia e la tua esatta data di nascita per offrirti oroscopi personalizzati ogni giorno. Questo include anche una breve lista giornaliera di cose da fare e non fare, un consiglio stringato, raccomandazioni di amici su Co-Star da evitare o con cui darsi appuntamento e perle di saggezza per i mesi a venire.
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Mio padre descriverebbe il mio uso costante della app negli ultimi due anni come una conseguenza diretta della mia laurea umanistica, ma forse parla così perché è un Ariete (bleah). La verità è che affidare il proprio destino alle stelle è confortante, soprattutto mentre il mondo intero va in malora.
Detto questo, i suggerimenti quotidiani di Co-Star mostrano una tendenza al lunatico (cosa significa “fare: cappelli di stagnola; non fare: campane e sonagli”?!?). Per il vostro divertimento e la mia umiliazione, ho deciso di vedere se seguire i consigli di Co-Star per una settimana mi avrebbe portata davvero a una vita più illuminata.
Giorno 1: ‘Affronta il tuo passato’
- FARE: parco giochi, capriole a mezz’aria, B-side
- NON FARE: righelli, vecchie felpe, cattive abitudini
Capriole, davvero?? A poche ore dall’inizio del mio esperimento, le stelle cercano già di distruggere la mia integrità giornalistica. Le mie giunture hanno la brutta abitudine di fare rumori orribili quando scrivo troppo velocemente al computer, figuriamoci a tentare acrobazie. Inoltre, sono alta 1,77 e particolarmente goffa. Posso affermare, con certezza assoluta, di non aver mai fatto una capriola a mezz’aria in vita mia.
Entrare in contatto con la mia infanzia recandomi a un parco giochi sarà sufficiente, per ora. Un ostacolo che i pianeti non hanno previsto: diluvia. Il parco giochi sembra più un luogo di ritrovo per minorenni che vogliono bere e fare finta di fumare la loro prima sigarette, che l’opportunità per riscoprire la bambina dentro di me. Ma andiamo avanti: le stelle hanno parlato e io devo rispondere.
Col senno di poi, il parco desolato è stata una benedizione: nessuno vuole vedere una 21enne che cerca di divertirsi agli anelli. Dopo un po’, il mio timore si è sciolto e girare in tondo su una piccola giostra fin quasi a vomitare ha risvegliato una gioia infantile che non sapevo di poter provare.
Giorno 2: ‘Cerca di ottenere una reazione’
- FARE: decorare casa, permutazioni, new wave
- NON FARE: stereotipi, sottovalutazioni, margini
Come molte persone che studiano materie umanistiche, ho detto addio alla matematica alla prima opportunità. La parola “permutazioni,” dunque, ha risvegliato un trauma terribile, con flashback alla me stessa 13enne che tentava di risolvere i compiti scritti su un foglio bagnato di lacrime. Ma non sono più quella bambina. La settimana scorsa ho persino calcolato una mancia del 15 percento a mente! Permutazioni, fatevi sotto.
Per rispettare l’istruzione “new wave” ho messo addosso la mia maglietta degli Specials e una playlist su Spotify. Mi sono sentita fichissima.
Il sentimento è durato poco, perché alla seconda ora di turno al locale dove lavoro, un padre di famiglia mi ha detto, cercando di essere spiritoso: “bella maglietta, scommetto che conosci solo ‘‘A Message to You Rudy’.”
Sfortunatamente scrivere da freelance non mi ha ancora portata al successo e alla ricchezza, e sono ancora disposta a rinunciare alla mia dignità per una buona mancia. Nonostante dunque la voglia incontenibile di mandarlo al diavolo, ho deciso di rispondere solo: “La ringrazio! Mi piace molto la loro musica, in realtà. Il cibo è di vostro gradimento?”
Arrivata a casa troppo arrabbiata per continuare con le permutazioni, ho decorato il mio muro spoglio e triste come quello di un ospedale con alcuni poster, prima di uscire di nuovo. È stato l’unico momento vagamente spirituale della giornata.
Giorno 3: ‘Sii più onesta possibile’
- FARE: decorare casa, permutazioni, New Wave
- NON FARE: glossari, forum, PowerPoint
Co-Star aggiorna quotidianamente la sua lista di cose da fare e da non fare a mezzanotte. A quell’ora, ero circa al settimo vodka tonic a una serata piuttosto orrenda, il che spiega perché abbia controllato Co-Star a mezzanotte e tre minuti, mentre ballavo.
Inviperita al vedere di nuovo le permutazioni, ho deciso di concentrarmi sul comandamento generico di essere “onesta.” Spoiler: l’alcol rende la cosa cento volte più semplice! A occhio inesperto sarà sembrato che sbiascicassi i miei segreti nelle orecchie di sconosciuti e sconosciute—ma, in realtà, stavo rispettando diligentemente lo scopo dell’esperimento.
Non sorprende che mi sia svegliata nel terrore esattamente all’ora in cui sarei dovuta essere in università.
Se normalmente avrei scritto un’email vaga, spiegando che “non posso essere presente alla lezione perché [scusa qualsiasi qui]” ora mi era proibito. Ho spiegato al professore che la mia assenza non era dovuta a sintomi del COVID-19, ma a un violento hangover e a un’app che mi aveva raccomandato di “evitare i PowerPoint.” Non ho ancora ricevuto risposta.
Giorno 4: ‘Sei a tuo agio dentro al tuo ritmo?’
- FARE: comfort food, docce calde, serata film
- NON FARE: ululati, auto-sabotaggio, aspettarsi il peggio
Co-Star, se per caso stai leggendo qui, questi sono esempi sensati! Una doccia calda non è stata possibile perché la mia coinquilina l’ha fatta per prima e ha svuotato il boiler, ma una doccia tiepida e un sushi sono stati una benedizione confronto ai traumi dati da onestà e matematica.
Giorno 5: ‘Fai sentire la tua voce’
- FARE: annunci, inserzioni personali, protezione solare
- NON FARE: pubblicità mirate, accuse, spam
La protezione solare è stata facile: faccio tutto ciò che Rihanna mi dice di fare, quindi la crema solare quotidiana è d’obbligo. “Inserzioni personali,” invece, non è stato semplice da interpretare.
Forse è una generale mancanza di fiducia in me stessa, o magari il punto è che non sono nata a Los Angeles, ma mi sento a disagio con qualsiasi forma di auto-promozione. Scegliere le foto per Tinder o scrivere la lettera motivazionale per un posto di lavoro è devastante, per me. L’auto deprecazione è più facile, molto meno imbarazzante e probabilmente la ragione per cui sto scrivendo questo articolo.
Di nuovo, le stelle sono state dolorosamente chiare. Restando fedele al tema della settimana, sono andata a Grafton Street (la strada dello shopping per eccellenza in Irlanda) con un annuncio a tema oroscopo, nel tentativo poco convinto di trovare l’amore.
Dopo aver collezionato molti sguardi confusi ed essere stata immortalata da telefoni altrui, ho capito che non stavo ottenendo la risposta spassionata che cercavo. La prova definitiva che il segno dello Scorpione è davvero il più odiato. L’esperienza è stata più che degradante.
Giorno 6: ‘Sei in cerca di astrazione?’
- FARE: sconosciuti, bevande calde, ruota
- NON FARE: scuse, arrivare tardi, unfollow
@Co-Star, sai che non sono atletica, perché giri il dito nella piaga? Bevande calde ok, sempre apprezzate, ma due acrobazie da ginnasta in una sola settimana sembrano proprio un affronto.
Per fortuna, la ruota è meno terrificante di una capriola a mezz’aria. La mia sopracitata goffaggine mi impedisce di fare pratica al chiuso, così ho preso due piccioni con una fava tentando la ruota davanti a persone sconosciute in una strada trafficata.
Nel bene o nel male, questa settimana ha fatto calare il mio senso di vergogna personale. Le ruote (o, tecnicamente, le mezze ruote?) sono state una passeggiata dopo aver cercato l’amore su Grafton Street. Ho persino ricevuto un po’ di applausi da un gruppo di passanti.
Giorno 7: ‘Prova con una prospettiva più a lungo termine’
- FARE: scelte multiple, lava lamp, telefono
- NON FARE: scrolling, filastrocche, scetticismo
- Cospira con Elena
Finalmente, il comando di “cospirare” con qualcuno che vive nella mia stessa città! Anziché auto-incriminarmi descrivendo le malefatte che abbiamo progettato, vi lascio una foto del momento.
Il “niente scrolling” è stato più tosto del previsto. Nonostante abbia cancellato Instagram per la giornata, mi sono accorta di cliccare lo spazio vuoto occupato un tempo dall’icona del social sul mio telefono come un Labrador che piange davanti alla ciotola vuota. A quanto pare, sono schiava della tecnologia. Ed ecco il senso di vergogna verso me stessa che torna.
Non c’è dubbio che le raccomandazioni di Co-Star siano state bizzarre. Ma dopo sette giorni passati a ingoiare il mio orgoglio, sono arrivata a sera sempre sentendomi più giovane (e mortificata) grazie al fatto che ero uscita dalla mia zona di comfort. Magari è il riflesso di un mondo sempre più incasinato, ma gestire la mia settimana con input così casuali mi ha regalato un senso di tranquillità. Aspetterò un po’, però, prima di far vedere di nuovo la mia faccia su Grafton Street. Ogni ego—persino quello di uno Scorpione—ha i suoi limiti.