Cultura

Mi guadagno da vivere copiando le opere di artisti famosi

Andréa Dlouha, reproduction artist –middle-aged woman standing in front of a large painting propped on an easel, carefully adding details with a brush.

La maggior parte di noi fa fatica a disegnare un albero realistico, ma persone come Andréa Dlouha sono capaci di riprodurre non solo la realtà, ma anche le opere d’arte altrui, con precisione millimetrica. Nel suo atelier di Parigi, Dlouha ha copiato fedelmente decine di opere realizzate da alcuni dei più grandi nomi della storia dell’arte, da Picasso a Van Gogh, passando per Renoir. Talvolta, le persone le commissionano persino duplicati di opere d’arte di famiglia e ritratti di antenati.

“Non ho un periodo preferito,” racconta Dlouha. “Va a momenti e in base alle richieste delle persone. Ci sono aspetti meravigliosi in ogni epoca.” Dlouha stessa sembra uscita da un altro tempo, con la sua radio sempre sintonizzata su un canale di musica classica e le pareti del suo studio coperte di quadri. Sembra stupita dal nostro interesse nel suo lavoro, nonostante sia una delle ultime persone che fanno riproduzioni d’arte nel paese, con clienti in tutto il mondo.

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Nell’Ottocento, le riproduzioni fatte a mano erano estremamente richieste. Ma con l’avvento della tecnologia, le copie stampate di famosi dipinti sono diventate una soluzione economica e diffusa e hanno ridotto a una nicchia quel settore, un tempo molto redditizio.

La chiave del successo di Dlouha è una combinazione di talento e diligenza: non solo i suoi dipinti sono identici agli originali, ma usa anche le tecniche storiche per crearli. Per esempio, dipinge soprattutto con pigmenti ottenuti come si faceva un tempo. “Questo è un olio prodotto come si faceva nel Cinquecento,” spiega, prendendo un barattolo da uno scaffale. “Devi cuocerlo sul fuoco per due ore.”

Andréa Dlouha, reproduction artist – detail of a painting depicting a naked male torso with a woman looking at it.
A detail from one of Dlouha’s copies.

In passato, chi dipingeva per mestiere aveva solo cinque colori primari con cui lavorare, che mescolava tra loro per creare una palette. “È così che ottenevano quadri armoniosi e mai troppo luminosi,” spiega Dlouha. All’epoca, la riproduzione era considerata una forma d’arte a sé stante, tramandata da insegnante ad allievo. “Ogni bottega aveva i suoi segreti,” racconta Dlouha. “Ci volevano una media di 13 anni per diventare un artista del settore.”

Dlouha approccia i suoi dipinti come fossero problemi matematici. “È come fare una torta senza ricetta,” dice. Trae ispirazione dagli studi di restauro d’arte e cerca di vedere le opere originali dal vivo quando possibile, perché i colori sono sempre leggermente diversi su poster o libri.

Il lavoro di una persona che riproduce opere d’arte non è da confondersi con quello di una che le falsifica. Prima di tutto, per fare una copia legale di un’opera, questa non deve avere diritti d’autore sopra. In Francia [ma anche in italia], un dipinto è considerato dominio pubblico quando sono passati più di 70 anni dalla morte dell’autore. Inoltre, non puoi riprodurre il dipinto nelle dimensioni originali. Devi anche marchiare il retro della copia e, infine, è proibito imitare la firma del pittore originale.

I musei francesi accolgono volentieri i riproduttori. Devi chiedere il permesso per dipingere direttamente davanti a un quadro, ma in genere lo accordano senza problemi durante la settimana, quando non c’è troppa calca di visitatori. Dlouha ha persino viaggiato all’estero per osservare un quadro da vicino; di recente è stata in Germania, per guardare un Breughel. “È una sorta di immersione interna,” dice. “Resto lì un po’, me ne vado, poi torno.”

Andréa Dlouha, reproduction artist – photo of a wooden box containing some tools and a small badge reading
A permit authorising Dlouha to paint at the Louvre.

A dispetto della passione che dimostra per la sua vocazione oggi, Dlouha non ha sempre sognato di fare l’artista. Prima era una biologa e ha lavorato per diversi anni nell’industria farmaceutica, ma il lavoro non la motivava molto. A un certo punto, ha deciso di dipingere un quadro per metterlo in casa sua—la sua prima copia, che non era un granché, ammette. “Il momento della verità è arrivato quando ho perso il lavoro,” dice. “Stavo avendo problemi economici ed è stato a quel punto che ho deciso di cogliere l’attimo—e ha funzionato.”

Dlouha si è lasciata tutto alle spalle e ha aperto un laboratorio. Non ha esperienza di studi specifici, ha semplicemente imparato da sola. Ci ha messo 20 anni per perfezionare la sua tecnica e farne una carriera. All’inizio, la decisione ha spaventato le persone care intorno a lei. “La gente mi diceva, ‘perché impegnarsi tanto? Oggi le riproduzioni costano 30 euro online,’” racconta. “Ma è come paragonare una borsa di plastica a una Hermès.”

Andréa Dlouha, reproduction artist – photo of an easel with a painting of a landscape.
One of Dlouha’s current projects.

I suoi clienti devono avere un po’ di pazienza, però, perché ci vuole circa un anno per finire un quadro. Le sue tariffe sono coerenti a durata e fatica della pratica, e partono da 1.500 euro per un quadro piccolo, arrivando a decine di migliaia di euro, a seconda della difficoltà e delle dimensioni della riproduzione. Ovviamente, Dlouha non può realizzare quadri di qualsiasi dimensione: devono comunque passare per le porte del suo atelier, che misurano 2,20 metri in altezza.

Oltre a vendere le sue opere, Dlouha insegna il mestiere ai suoi studenti—che sono in genere pittori novizi o persone che studiano come restaurare i classici dell’arte. Il giorno in cui ci incontriamo, Dlouha sta finendo una delle sue lezioni. Quando gli studenti escono, noto i loro sguardi di ammirazione.

Andréa Dlouha, reproduction artist – fluffy black, white and brown dog sitting lying on the studio's wooden floor.
Dlouha’s shetland sheepdog.

Quando le chiedo se non trovi frustrante essere così brava ma creare solo copie, Dlouha risponde che la domanda fa eco a un dibattito eterno nel mondo dell’arte. Alcune persone vedono chi fa riproduzioni come meri tecnici, altre dicono che sono artisti in tutto e per tutto.

Dlouha non pensa di avere abbastanza tempo da dedicare a dipinti propri, perché ha troppe richieste. Senza contare che “se sei un artista che fa riproduzioni, hai il peso di 500 anni di dipinti classici sulle spalle,” dice. “Talvolta è dura liberarsi.”

Alla fine, Dlouha è contenta del suo lavoro. “Non è arte creativa, ma devi comunque reinventarti a ogni singola copia.” Inoltre, guadagna bene. “Tutta quella concezione romantica dell’artista che muore di fame—a me non è mai sembrata romantica,” dice, ridendo.