Attenzione: l’articolo contiene riferimenti a disturbi alimentari e a episodi di stress vissuti durante la gravidanza
Quando ho scoperto di essere incinta sono andata a fare colazione al bar e ho ordinato un cornetto ripieno di gianduia e un cappuccino. Non avevo affatto fame, ma sentivo che, nello stato di ansia e shock in cui ero piombata, avevo bisogno di grassi e zuccheri. Nel giro di qualche ora è arrivata la mail della mia ginecologa, a cui avevo scritto dopo il test positivo, in cui mi elencava tutte le cose che non potevo mangiare da quel momento in poi.
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E ho capito che non avrei più ordinato al bar con la stessa leggerezza.
Quando sei incinta “non mangi per due”
“Preferisco astenermi dall’alcol anche perché mezzo bicchiere di vino buonissimo non dà la stessa soddisfazione di mezza bottiglia di vino buonissimo”
Ma nemmeno per uno e mezzo. Se c’è un mito da sfatare sulla gravidanza è proprio questo: non si mangia per due. I dati sul fabbisogno energetico in gravidanza variano parecchio a seconda delle fonti consultate. Secondo il Ministero della Salute parliamo di 350 kcal in più al giorno per il secondo trimestre e 460 per il terzo. Non sono mica poche!, direte voi. Non sono nemmeno tante, replico io, soprattutto considerando che non potete assumerle sotto forma di gelatini confezionati perché gli zuccheri vanno tenuti sotto controllo per non rischiare il diabete gestazionale.
Ovviamente mentre faccio questa considerazione penso al primo scaffale del mio freezer che contiene Raffaello gelato, Bounty gelato, Maxibon Waffle e Maxibon Cookie.
Smetti di bere alcol, perché tanto non puoi berne tanto
Vabbè questa era facile. In realtà dal momento in cui sono rimasta incinta ho ricevuto solo consigli che mi dicevano di rilassarmi, quanto sei rigida, un bicchiere non fa assolutamente nulla né a me né al bambino.
Però le linee guida ufficiali condivise a livello internazionale consigliano di evitare del tutto gli alcolici, perché non si può fissare una soglia sotto alla quale sono considerati sicuri. Il perché è semplice da capire: non si può prendere un gruppo di donne incinte e dire “Tu bevi un bicchiere a settimana, tu uno al giorno, tu due poi vediamo che succede a questi bambini”.
L’abuso di alcolici in gravidanza può portare alla sindrome feto-alcolica. La maggior parte delle donne incinte che ho conosciuto ha sempre bevuto con moderazione in gravidanza e i loro bambini stanno benissimo (“Non amano nemmeno gli alcolici quanto li amo io”, mi ha riferito la madre di quattro figli ormai giovani adulti). Io preferisco astenermi, anche perché diciamolo, mezzo bicchiere di vino buonissimo non dà la stessa soddisfazione di mezza bottiglia di vino buonissimo. Tra le cose sorprendenti che ho scoperto: il Seedlip è un sostituto del gin che sa davvero di gin; la Moretti analcolica è insulsa come quella normale; esiste un buon spumante analcolico. Il non contenere alcol rimane comunque un punto a loro sfavore.
Inizi a temere la toxoplasmosi
Questa l’avrete già sentita, no? La toxoplasmosi, il terrore di ogni donna o persona incinta. Il Toxoplasma gondii è un parassita che si può prendere mangiando carni crude o poco cotte, salumi, frutta e verdura crude e non lavate, oppure entrando in contatto con le feci del gatto o con la terra. Se non si è in gravidanza la toxoplasmosi può essere anche completamente asintomatica e comunque non comporta grossi problemi. In gravidanza invece può provocare aborti o malformazioni gravissime per il feto che potrebbero non risultare visibili da altri esami diagnostici. L’Italia è uno dei pochi paesi al mondo in cui si fanno gli esami del sangue per la toxoplasmosi in gravidanza. Se non si è mai presa, si devono ripetere ogni mese; se si è già presa si è certi di non riprenderla.
“Ho sviluppato una fobia nei confronti del cibo che mi getta in tunnel di angoscia — come piangere perché ho inghiottito un piccolo pezzo di guscio di vongola”
Al primo esame del sangue ho scoperto che l’infezione era in corso: dovevo averla presa in periodo periconcezionale, quindi subito prima o subito dopo essere rimasta incinta. Ho passato mesi di angoscia in attesa dell’amniocentesi, un esame che consiste nel prelievo di liquido amniotico, attraverso cui abbiamo potuto escludere che l’infezione fosse passata al mio bambino. Ora devo continuare a prendere tre antibiotici al giorno in via del tutto precauzionale. Lasciatevelo dire: quella fetta di prosciutto non vale proprio la pena. Vi hanno consigliato di congelarla per mangiarla senza pericoli? Dario Bressanini vi spiega perché è inutile. Se invece pensate di buttare via il vostro gatto fermatevi e ascoltate Silvia Boselli.
Ma anche la listeriosi e un sacco di altre cose
Non pensate che la toxoplasmosi sia l’unica cosa che può preoccupare in gravidanza. La listeriosi è un’altra grave infezione provocata dal batterio Listeria monocytogenes per cui le donne incinte sono particolarmente a rischio (si stima che un terzo dei casi in Italia siano proprio di donne in gravidanza). Quali sono gli alimenti da evitare? Formaggi a breve stagionatura, a pasta molle o semimolle, con muffe, latte crudo, pesce affumicato. Inoltre anche in questo caso sono raccomandate precauzioni igieniche aumentate nei confronti di tutto ciò che non è cotto, specialmente verso meloni e cetrioli. Iniziate ad avvertire un vertiginoso senso di confusione? Figuratevi io.
Pensavate fosse finita qui?
Ah! Ovviamente no. In gravidanza si deve prestare attenzione in generale a tutte le infezioni alimentari che, prese in un periodo così delicato, possono risultare pericolose sia per la madre che per il feto. Secondo le linee guida che mi sono state fornite dal consultorio, e che si basano su quelle nazionali, sono quindi sconsigliate uova crude o poco cotte (ah!, quel bel tuorlo liquido che si versa sul pane imburrato) per il rischio salmonellosi e pesce crudo per il rischio Anisakis. Il fegato è da evitare per il suo eccessivo contenuto di vitamina A. Il pesce spada è da evitare e il tonno da moderare (massimo due scatolette o un trancio a settimana) perché contengono altre concentrazioni di mercurio. Andare al ristorante diventa una gimcana di “questo no”, “questo sì”, “questo per quanto è cotto?”.
Ho incontrato sia donne incinte più ansiose di me che donne ben più tranquille. Così come ho incontrato ristoratori preparatissimi, che sapevano esattamente tutto quello che potevo o non potevo mangiare e mi chiedevano addirittura il permesso di mettere un verdurina cruda a decorazione del piatto, e ristoratori che mi schiaffavano nel piatto la qualunque e si stupivano che non mangiassi, con quell’espressione da “Eh ma le nostre madri mangiavano tutto”. Il fatto che negli anni Cinquanta in gravidanza si fumassero Marlboro senza filtro accompagnate da Martini con l’oliva non mi sembra una valida ragione per continuare a farlo.
Nel mio caso lo shock della toxoplasmosi, unito al mio passato di disturbi alimentari, hanno provocato una fobia nei confronti del cibo che a volte mi getta in tunnel di angoscia irrazionale — finendo per scoppiare a piangere perché ho inghiottito un minuscolo pezzo di guscio di vongola. E che soprattutto mi spingono a fare le ricerche Google più disparate e capitare in forum sulla gravidanza che non fanno altro che terrorizzarmi ancora di più (state alla larga dai forum sulla gravidanza. Dico sul serio).
Bisogna prestare attenzione? Sì. Ma anche ricordarsi che lo stress in gravidanza non fa certo bene. E lasciando da parte l’amuchina e il bicarbonato che sono inutili.
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