Un po’ di ordine sull’erba legale e cosa può succederti se la fumi o porti in giro

Sembrano passati secoli dal boom della cannabis light del 2017: nel corso di quest’anno chiunque ha sentito parlare di questo prodotto, in molti ne hanno discusso con amici/genitori/tabaccai, alcuni l’hanno comprata. Eppure, nonostante questa sovraesposizione a cui abbiamo assistito o partecipato, sembra ci sia ancora un sacco di confusione in merito. Oltretutto, dato che si tratta di un discorso in divenire, le cose potrebbero ulteriormente cambiare.

Ma cerchiamo di fare un po’ d’ordine con gli elementi che abbiamo già.

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L’INIZIO DELL’ERBA LEGALE

A maggio del 2017 su Repubblica esce un articolo dal titolo “Si fuma ma non sballa: la marijuana legale ora è in commercio.” In poche ore fa migliaia di condivisioni e commenti, proprio come l’azienda di cui parla: EasyJoint, indicata come la prima in Italia a presentare infiorescenze di questo tipo.

Nel settore in molti fanno notare che prodotti simili esistono già, e all’epoca me lo conferma in una lunga intervista proprio Luca Marola, uno dei creatori di EasyJoint. Semplicemente, l’idea di lanciare dei box di “infiorescenze legali” con annessa campagna di comunicazione, nasce quando a inizio 2017 viene recepita la legge numero 242 del 2 dicembre 2016 sulla canapa industriale, in cui si elencano le sue diverse destinazioni (cosmesi, sovescio, agricoltura, florovivaismo etc.) ma non viene mai citato il termine infiorescenza.

Per chi ancora non avesse chiaro il concetto: le “infiorescenze legali”—che prima erano quasi tutti prodotti di scarto nella filiera della canapa industriale—per essere davvero legali e rimanere in commercio devono presentare un basso contenuto di THC (la parte “psicoattiva” della pianta, distinta dal CBD, quella con effetti rilassanti). Si tratta della spiegazione più semplice che potrebbe darvi qualsiasi produttore e distributore—moltiplicatisi, come spiega Coldiretti, nel corso dell’ultimo anno.

COSA È CAMBIATO DI RECENTE?

A proposito di distributori e produttori di “infiorescenze legali”. Lo scorso 22 maggio l’ex Vice Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Olivero ha emanato una circolare il cui oggetto è “Chiarimenti sull’applicazione della legge 2 dicembre 2016, n. 242”. Molti giornali l’hanno accolta con titoli del genere: “La marijuana light ora è davvero legale: produzione e commercio riconosciuti dal Governo.” Ma sarà proprio così? Per capirlo ho contattato l’Avv. Lorenzo Simonetti e l’Avv. Claudio Miglio di Tutela legale stupefacenti.

“In generale una circolare non è—questo è importante capirlo—una fonte normativa ma, come riconosce ormai la Cassazione, ha un valore illustrativo,” spiegano. “Nello specifico la circolare in questione ha avuto il pregio di dare una interpretazione del concetto di infiorescenza, che prima non era esplicitato. Motivo per cui all’epoca i produttori hanno iniziato a pensare ‘non c’è scritto il termine infiorescenza, quindi si può commercializzare’.”

“Adesso, invece, l’infiorescenza è stata inserita all’interno della voce florovivaismo. Tanto che al punto sei della circolare si legge che ‘con specifico riguardo alle infiorescenze della canapa, si precisa che queste, pur non essendo citate espressamente dalla legge n. 242 del 2016,’ rientrano all’interno di tale disciplina.”

Insomma: sono stati messi i puntini sulle i, ma rimane sempre la possibilità del sequestro o la distruzione delle coltivazioni di canapa da parte dell’autorità giudiziaria “in caso venga accertato che il contenuto di THC sia superiore al limite dello 0,6 percento,” si legge sempre nella circolare.

NO, L’ERBA LEGALE NON SI PUÒ FUMARE

Nonostante da qualche mese persino i tabacchini vendano l’erba legale e nessuno crede che chi la compri la tenga in una teca, ufficialmente (anche se inizialmente si pensava il contrario) l’erba legale non si può fumare. “Per chi la compra non è cambiato nulla: l’erba legale non può essere oggetto di combustione, non si può fumare, non si può consumare per fini ludici,” mi spiegano gli avvocati di Tutela legale stupefacenti.

Tant’è che la terminologia di “uso tecnico”, che trovate nell’etichetta delle confezioni, “è un termine mutuato dal diritto industriale, ma in questo caso è un’attribuzione senza valore normativo, significa tutto e niente, si avvicina al massimo alla dicitura ‘ai fini collezionistici.’” In sostanza, è probabile che questa dicitura verrà prima o poi cambiata.

QUINDI QUALI SONO I RISCHI SE LA FUMO IN GIRO?

“In generale, ai sensi dell’articolo 75 del DPR 309/1990, ovvero della legge sugli stupefacenti e corretta dal referendum abrogativo promosso dal Partito radicale del 1993, oggi in Italia consumo e possesso per uso personale di sostanze stupefacenti [ entro la quantità minima consentita] non sono reati, ma illeciti amministrativi,” affermano gli avvocati di Tutela legale stupefacenti.

A questi vari illeciti amministrativi conseguono delle sanzioni amministrative, della cui attribuzione si occupa il Prefetto di competenza.

Tali sanzioni amministrative possono essere applicabili in misura diversa e sono: la sospensione della patente di guida, il divieto del porto d’armi e il divieto d’espatrio sulla carta d’identità (ne avevamo parlato nel dettaglio qui).

“Nel caso di consumo di erba legale però—siccome non ha una funzione psicotropa e in astratto quindi non sei in possesso di stupefacenti—si può discorrere davanti al prefetto di non applicare nessuna sanzione amministrativa. Noi, per esempio, abbiamo ottenuto una completa archiviazione presso il prefetto di Terni,” spiegano gli avvocati. “Questo è un discorso di strategia giuridica, quindi ciò non significa che i carabinieri non possano continuare a contestare l’uso personale.”

E SE LA TENGO SEMPLICEMENTE IN BORSA?

“Se non la stai fumando e la tieni dentro al barattolo non dovresti correre alcun rischio—perché per fini collezionistici puoi comprarla,” spiegano gli avvocati.

Se invece l’erba legale non si tiene nella confezione apposita, può capitare quello che è successo a un 25enne di Druento che lo scorso 7 dicembre, dopo un fermo dei carabinieri, è stato trattenuto per qualche ora in caserma e si è beccato una segnalazione nella Prefettura di competenza.

A dirla tutta, però, anche se il barattolo non è sigillato è probabile che “possano contestarti la detenzione di sostanza stupefacente per uso personale,” affermano gli avvocati. “Ma anche in questo caso si va dal prefetto a discutere e a spiegare che la sostanza viene venduta legalmente”.

Nel caso in cui, invece, hai messo dell’erba del mercato nero nel barattolo dell’erba legale e le autorità se ne accorgono, le sanzioni amministrative non te le toglie nessuno.

COSA SUCCEDE SE MI FERMANO ALLA GUIDA E HO FUMATO DELL’ERBA LEGALE?

Risposta in breve: dato che l’erba legale non si può fumare, “possono contestarti la guida sotto effetto di sostanza stupefacente,” spiegano gli avvocati.

Caso pratico: nell’aprile scorso, i carabinieri del Comando Provinciale di Nuoro hanno sequestrato dell’erba legale a due ragazzi, risultati positivi al test sui cannabinoidi, dopo che l’avevano fumata prima di mettersi alla guida. “I giovani sono rimasti meravigliati quando i militari hanno proceduto al sequestro della infiorescenza di marijuana, recuperata nell’auto, e alla contestazione della violazione di cui all’art. 187 del Codice della strada (guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti) che prevede, tra l’altro, il ritiro immediato della patente di guida”, si legge nell’articolo.

In sostanza, sebbene in caso di un remoto procedimento penale “la possibilità di vincere il processo sarebbe altissima” spiegano gli avvocati, nel breve periodo può succederti quello che capita quando hai fumato dell’ erba vera. E in questo caso consigliamo di leggere questa guida alla vostra destra, in cui si spiega innanzitutto di stare calmi e non scappare—che tanto la patente ormai (almeno momentaneamente) l’hai persa.