15 cose che non puoi più fare dopo i 25 anni

Pensavamo di morire come semidei prima di arrivare ai 25 anni, invece ci siamo arrivati con il magone. Eravamo impreparati, non avevamo idea di come sarebbe stato, perché li abbiamo visti sempre da lontano anche quando ci siamo avvicinati fino a un palmo. E poi è successo, e non è stato niente di clamoroso.

I giorni, entrati nel ventiseiesimo anno, non li possiamo più chiamare Carlo, Emilio o Pastrufazio. I giorni si dividono in feriali e festivi, nei quali si lavora e poi ci si riposa, un avverbio di tempo prima sconosciuto. E così è capitato, un giovedì mattina, di svegliarci a mezzogiorno e sentirci in colpa, assorti nel pensiero di dover fare qualcosa senza sapere bene cosa.

Videos by VICE

Prima dei 25 anni potevamo permetterci di vivere come se non ci fosse un domani, ma ora che è domani siamo fottuti dall’ansia. Per questo, di seguito, trovate un elenco di cose che superati i 25 sarebbe meglio smettere di fare subito:

IL “POSTPAY”
Siccome i vostri genitori non si fidano di voi, quando gli avete chiesto una carta di credito, loro vi hanno fregato. “Ti mettiamo i soldi della paghetta nel postpay [sic],” con tanto di ipercorrettismo. Vi stanno dando l’illusione di essere diventati grandi e indipendenti. In realtà funziona da braccialetto elettronico come per i carcerati. Sarà impossibile per voi pianificare una vita lontano da casa. Non potrete affittare una macchina all’estero, non potrete neanche comprarci un maglione bicolore da Urban Outfitters sulla 5th ave. Quando il tipo alla cassa vedrà uscire dal vostro portafoglio quella carta Disney, chiamerà subito il proprietario del negozio che provvederà ad avvertire vostra madre. E rimpatriati potrete usare la vostra carta gialla nell’unico modo che vi è permesso: comprando le vite a Candy Crush.

DROGARSI PER FARE COLPO SUGLI ALTRI
Dopo i 25 anni drogarsi diventa faticoso. Da una parte ci stanno i neofiti, quelli che reggono la sigaretta come se stessero dicendo: “Di chi è questo tarzanello che ho trovato nel piatto?” Sono quelli che credono che la vita li abbia privati del gusto pieno, oltre che dell’autostima. Prima di ogni botto d’erba o sorso di MD i neofiti pregano a bassa voce: “fa che non arrivi di nuovo l’attacco di panico,” vivendo in uno stato di ipertensione che li porta a sentirsi ancora più matusa, spingendoli a raddoppiare il loro uso settimanale di droga per scopi propedeutici.

Dall’altra parte ci sono le vecchie glorie che credono ancora che drogarsi non pregiudichi in alcun modo il loro percorso formativo. I soldi extra paghetta li chiedono ai genitori dopo le dipartite degli antichi mecenati delle buste; “per i libri universitari” mentono, di materie sempre nuove. La disperazione dalla loro bocca esce con i nomi più astrusi: “Cinema e cibo”, “Dialettologia e libertà”, “Museografia antropologica e multianalità”. Dopo aver raccolto più di 800 CFU sul loro piano di studi della droga, i genitori aspettano ancora uno straccio di triennale.

Foto via DEM

USCIRE CON LA TUTA
Alle feste di laurea triennale, la giacca sformata, il paio di jeans scoloriti e le scarpe da ginnastica Air Max erano il vostro concetto di “eleganza”. Ma adesso che siete over 25: basta cagare nell’armadio. Andate a comprarvi un altro completo oltre la tuta del Chelsea. E trattatelo bene, non servirà soltanto per la festa di laurea magistrale (non vostra), ma anche per i matrimoni dei vostri migliori amici.

ERASMUS
Non avevate idea di che cosa sarebbe stata la vostra vita dopo l’Erasmus. Prima di iscrivervi all’università avevate già il biglietto aereo per Barcellona, per Amsterdam, per Bruxelles… “Vai in Erasmus e poi muori,” siete cresciuti con questo credo. Una volta ritornati avreste pensato alla maturità, e così non avete fatto progetti, non avete avuto ambizioni e nel trolley avete messo soltanto la biancheria intima. Poi siete tornati e avete scoperto che non si può “dare tutto” più di una volta, e quel sogno utopistico di ripartire vi accompagnerà per sempre, rendendovi dei tristoni perfetti per l’ufficio di papà.

CIBO DI MERDA
Al compimento dei 25 anni mio nonno mi ha regalato i calcoli renali. Quando sono andato dal nefrologo a ritirarli ho scoperto che il mio corpo, superata l’età in cui fottesega, diventa un memoriale. Il nefrologo-aurispice con il potere della prestidigitazione ha elencato tutte le zozzerie che avrei dovuto smettere di ingerire, guardando il passato nelle mie viscere: “Ma le due tennent’s a stomaco vuoto prima di uscire sono davvero necessarie?”, “quando i tuoi non sono a casa riesci a pranzare con qualcosa di più complesso di cioccolato e fritto?”, “a quale di queste 110.538 sigarette ti senti più legato?”

CITARE IL PICCOLO PRINCIPE
L’avete adorato a tal punto che l’avete riletto due volte. A chi vi chiedeva “perché, superati gli otto anni, dovremmo leggere ancora il Piccolo Principe” avete risposto: “Tutti i grandi sono stati bambini almeno una volta, ma pochi di essi se ne ricordano!” E mentre vi scompisciavate per la vostra “brillantezza” è stato il mondo a diventare grande e a dimenticarvi. E ora che avete finalmente capito che bisogna aggiornare le letture, imparate a memoria questa citazione: “Quando un amico ce la fa, un piccolo qualcosa muore dentro di me.”

Foto di Dan Wilton.


HALLOWEEN
L’adolescenza, quella palude dello Stige nel cammin di nostra vita, ha avuto di buono soltanto una cosa: disonorare le feste. A carnevale quelli che si travestivano erano i coglioni; i duri restavano in borghese. Poi raggiunta l’”età della ragione” abbiamo iniziato a sragionare. Come se dentro di noi risiedesse quel desiderio atavico di voler essere ridicoli a tutti i costi. E abbiamo cominciato a mascherarci a ogni occasione, con risultati sempre umilianti. Gli over 25 sono i più sgamabili: si truccano male, si travestono di fretta. A volte si giocano la carta simpatia, una parrucca arcobaleno, o gli occhialoni a forma di birra: “Be sì non c’entra molto… scopiamo?”

LA METAFORA DEL LOOK
Tutto quello che le donne non dicono lo dicono con i capelli. Quando le storie con i loro partner sono al capolinea, si accorciano il taglio, metafora, un po’ facilona dello zac relazionale. Quando si tratta di voltare pagina, optano invece per il colore fluo. Più si soffre dentro più i cambiamenti sono drastici. Dopo 25 anni in cui avete provato tutto il ventaglio di possibilità tricologiche e avete appurato che il vostro partner non coglierà mai i vostri messaggi non verbali, prendetevi una pausa.

TRESCARE SENZA CONCLUDERE
Dopo i 25 anni non ci si può più permettere di scegliere il proprio partner, è il Caso a scegliere per voi. L’abbonamento in palestra per lui sta scadendo, ed è sempre più stanco, non lo rinnoverà. Le sedute dall’analista per lei la porteranno per la prima volta con i piedi per terra. Per entrambi i sessi non è più tempo di tirarsela o fare gli stronzi. I partner a cui date i bacetti non si contano più, quelli non valgono. Avete bisogno di condivisione, di abbracci, d’intimità, di ritornare a “dare tutto” (ved. “Erasmus”). E per la prima volta vi sentirete dire: “Eh, stavolta mi sembrava quella/o giusta/o, me lo sentivo.”

Foto di Alex Caroppi.


SALENTO
I vostri amici si sono fidanzati quasi tutti e se ne vanno in India, in Mongolia, in Vietnam a “dare tutto”. Quei viaggi se li sono prenotati mesi prima. Gli amici single li aspettano, per prenotare il secondo viaggio, “quello più importante” pensano. Si arriva ai principi di agosto senza niente in mano, con poca voglia e ancor meno disponibilità economica; così si va in Salento con lo scazzo per l’ottava volta di fila.

Prendete in affitto la solita casa decrepita di quella vecchia tirchia di Muro Leccese, nell’entro terra Salentino, “tanto abbiamo la macchina, sti cazzi”, dimenticando puntualmente che le strade laggiù sono buie e senza segnaletica, e i vostri riflessi più lenti. Andate a mangiare alla stessa sagra te lu purpu degli anni passati; come se lu purpu fosse la vostra madeleine che vi riporti alla memoria gli anni depravati, i ricordi di quella Gang Bang a San Foca, di quell’after-hours a Gallipoli con quei milanesi di Cascina Burrona che sembravano modelli di Abercrombie. Ma non vi risale niente, solo il vino rosso salentino, che ricordavate più buono, otto anni prima, quando lo scolavate da una damigiana di diciassette litri.

JOY DIVISION
Togliete dai vostri profili Facebook la copertina di Unknown Pleasures. Dopo 25 anni di delusioni state ancora a piagnucolare? Tocca farsi questa vita forte in fica prima che sta vita ci si scopa.

DIRE AI TUOI AMICI CHE LA TUA RAGAZZA SQUIRTA
Siamo la generazione delle seghe cibernetiche. La nostra comprensione del gentil sesso non va oltre Gianna Michaels. La nostra immaginazione si è formata sui porno, dai jpg su floppy disk ai video in HD; abbiamo iniziato a parlare tra di noi nella volgar lingua delle categories. Senza conoscere la differenza tra orgasmo clitorideo e vaginale, davanti ai nostri amici ci atteggiamo comunque da pro. Ci riempiamo di cazzate, di come ad esempio le nostre donne abbiano squirtato, dopo il bel lavoretto di dita che gli abbiamo fatto, da veri goffi veterani.

Foto via Taulu

NON USCIRE LA SERA PERCHÉ C’È LA PARTA
Quando vennero a prendersi il fine settimana, le loro ragazze distolsero gli occhi.
Quando si presero il posticipo del lunedì, le loro ragazze distolsero gli occhi.
Quando si presero il martedì e poi il mercoledì sera di Champions, le loro ragazze distolsero gli occhi.
Quando si presero pure il giovedì di Europa League, le loro ragazze non c’erano più.
Quando a 25 anni capirono che quelle serate perse nessuno gliel’avrebbe più restituite, prenotarono il Salento.

VOTARE A SINISTRA
Avete messo la croce su Diliberto per anni. Per qualche strano motivo appena avete avuto la responsabilità di scegliere il meglio per il vostro Paese l’avete mandato a puttane. La vostra croce più era a sinistra meglio era, con quella retorica obsoleta che mal celava in fondo la convinzione che la politica non vi riguardasse ancora.

E mentre voi apponevate le croci desperationis su Rifondazione e Comunisti avete scherzato con le vite di milioni di italiani. Ora che avete superato i 25 anni non dovete vergognarvi se le vostre croci cominciano a pendere dall’altra parte.

REINVENTARSI
Arrivati ai 25 si può anche perdere la testa. “Non è mai troppo tardi per mettere su un gruppo,” “non è mai troppo tardi per fare gli scout,” “non è mai troppo tardi per cominciare a fumare”… Fingiamo che tutta proceda come al solito, ma qualunque cosa facciamo (i tatuaggi, il corso di vela, Dio), la portiamo avanti in maniera patologica.

Quello che sembrava un normale giro di boa dell’esistenza si tramuta allora in un massacro. Siamo perennemente insoddisfatti e quando ci voltiamo indietro a rivedere i nostri primi 25 anni non lo facciamo con distacco, ma con un caterpillar in retromarcia. Dietro di noi restano solo macerie e dobbiamo di volta in volta ricostruirci più solidi con la speranza di essere finalmente decisivi! E il tempo, che per la prima volta a 25 anni si scopre un divenire, diventa un conto alla rovescia.

Segui Matteo su Twitter: @stai_zitta