Secondo l’ultimo studio ESPAD, pubblicato martedì, il 3 per cento dei sedicenni intervistati ha dichiarato di averne fatto uso almeno una volta nella vita.
Si tratta di un valore superiore alla media europa che pone l’Italia in vetta a questa classifica, insieme a Francia e Bulgaria.
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“In Italia questa è una sostanza che è arrivata ed è iniziata a circolare molto perché ha un basso costo,” spiega Sabrina Molinaro, autrice della ricerca ESPAD per l’Italia.
“Abbiamo osservato da alcuni anni che i consumi sono aumentati perché il crack è entrato nella moda degli usi dei ragazzi.”
Il crack, o free base, è una sostanza ricavata dalla cocaina attraverso processi chimici.
I cristalli vengono surriscaldati in apposite pipe di vetro sprigionando così il fumo che viene inalato dal consumatore.
Oltre ad essere particolarmente potente, il crack ha un effetto praticamente immediato: in poco meno di un minuto la sostanza raggiunge il cervello e induce i primi effetti stupefacenti.
Diventato popolare tra i giovani americani negli anni Ottanta, recentemente il crack sembra aver preso piede anche tra gli studenti italiani.
Lo scorso giugno don Antonio Di Lorenzo, presidente dell’Associazione La Torre di Ceprano, ha lanciato l’allarme per una diffusione di casi di dipendenza da crack nel frusinate.
“Dai dati che mi giungono dall’associazione che presiedo da oltre trent’anni, posso affermare che pare che la famosa epidemia del crack sia giunta nel nostro territorio”, ha dichiarato il parroco a ciociariaoggi.
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Già due anni fa, alcuni medici dei Sert nazionali avevano posto l’attenzione sulla rapida diffusione della sostanza tra i giovani.
Tra di loro anche il dottor Adelmo Di Salvatore, responsabile del centro di Avezzano, in Abruzzo, che a Il Centro aveva raccontato del numero crescente di casi di dipendenza da crack nelle regione.
Sentito da VICE News, Di Salvatore spiega che “sono soprattutto gli adolescenti a essere attirati da questa pratica.”
Secondo il medico, provano il crack per “curiosità, trasgressione o per non perdere la faccia davanti agli altri.” Ma in breve tempo, le conseguenze per la psichè e l’organismo sono significative.
“Gli effetti sul cervello sono devastanti e portano a situazioni di psicosi, che combinate all’uso di altre sostanze, causano gravi danni cerebrali,” dice Di Salvatore.
“Soprattutto, a quell’età quando il cervello non è ancora completamente formato.”
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La crescente popolarità del crack tra gli studenti sembra stia anche portando la sostanza tra i banchi di scuola, dove si è soliti trovare droghe leggere.
Settimana scorsa un ragazzo appena maggiorenne è stato denunciato a Barga, in provincia di Lucca per aver spacciato crack a scuola.
È stato individuato lo scorso maggio durante un controllo in classe e, grazie a una successiva perquisizione, i carabinieri hanno scoperto diverse dosi di crack e l’occorrente per organizzare lo spaccio: bilancini, coltelli, involucri e legacci.
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Foto di Psychonaught via Wikimedia Commons