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Cibo

Nel 2018 la richiesta di proteine vegetali sarà maggiore di quelle animali

E no, non solo perché ci sono più vegani

Devo confessarvi una cosa: penso che il seitan racchiuda in sé tutto quello che di brutto c’è al mondo. Sarà che non riesco a preparalo bene, sarà che ho rinunciato a mangiarlo alla terza volta che lo cucinavo, ma il seitan proprio non riesce ad andarmi giù (anche letteralmente, mi si pianta in gola). Così, da brava vegetariana che prova da anni a non mollare tutto e nutrirsi solo di pizza, ho presto imparato a prepararmi altri piatti ricchi di proteine vegetali.

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Tuttavia, essendo non solo vegetariana bensì anche consapevolmente pigra, spesso mi ritrovo a vagare disperata al reparto “vegetariani” del supermercato, che per fortuna ormai sono abbastanza diffusi. Lo avete notato pure voi, vero?

Cucina vegetariana e vegana a parte, la fornitura d’alimenti con proteine vegetali è sempre più presente nei supermercati, nei bar e nei locali, con sommo giubilo di tutti i pigroni come me.

A quanto pare questo fenomeno raggiungerà il suo picco proprio quest’anno, surclassando agilmente la richiesta di proteine animali.

A metterlo nero su bianco è una ricerca congiunta delle aziende Bite UK ed Eurostar Commodities che, sebbene tenga come audience di riferimento i consumatori britannici, dichiara la vincita delle proteine vegetali su quelle animali, mostrandosi interessante principalmente per un aspetto.

Come puntualizzato su Global Meat News da Jason Bull, direttore commerciale di Bite Uk e Eurostar Commodities, questo sorpasso è principalmente dato dal livello d’attrazione che le proteine vegetali suscitano, come moderne sirene in formato vegan, sulla popolazione (onnivori compresi). E questo è dovuto non solo a una presa di coscienza filosofica (sempre più persone tengono a precisare la differenza fra vegano e plant-based, dando vita ad accesi dibattiti. Provare per credere), quanto più a una scelta dietetica.

Se paragonate alle proteine d’origine animali, infatti, quelle vegetali presentano un minor apporto di grassi, ammiccando sensualmente a chiunque sia alla ricerca di un’alternativa salutare e diversa dal solito petto di pollo ipocalorico di Elisabetta Canalis.

Certo, sicuramente le dichiarazioni dell’OMS circa le carni rosse processate hanno aiutato (speriamo non anche i documentari apocalittici), ma la ragione principale sembra proprio essere tutt'altro che filosofica, tanto che chi ha promosso la ricerca consiglia a tutti i marchi dedicati al cibo di puntare sulla comunicazione di piatti vegani o vegan-friendly.

Un ultimo dato importante, sempre puntualizzato dal report, è però la maggiore richiesta di carni biologiche di animali allevati allo stato brado, con alimentazione naturale e limitato utilizzo di antibiotici.

Quindi proteine vegetali o semplicemente proteine il più sane e meno processate possibili?