Tecnologia

Smettila di andare a Barcellona solo per i festival musicali e vai per la tecnologia

Abbiamo fatto un giro per Barcelona Tech City—il campo tecnologico urbano dove prendono vita anche molti dei progetti esposti a Sónar+D.
Riccardo Coluccini
Macerata, IT
barcelona tech city
Immagine per gentile concessione di Barcelona Tech City.

Quando esci dalla fermata della metro Barceloneta, solitamente hai pochi pensieri in testa. Sei diretto in spiaggia, o magari sei pronto per andare ad assaggiare la Cava—un tipico vino frizzante spagnolo—a La Xampanyeria dietro l’angolo.

Non pensi certamente di imbatterti in quello che è a tutti gli effetti il primo hub tecnologico dell’Europa del sud e il settimo in tutto il continente europeo.

Di fronte al Museo della storia della Catalogna, all’interno del Palau de Mar, un edificio costruito tra il 1880 e il 1890 situato in Plaça Pau Vila per ospitare i vecchi magazzini generali del commercio, si trova infatti Barcelona Tech City.

Pubblicità

Barcelona Tech City è un'organizzazione privata senza scopo di lucro aperta a tutti i soggetti che fanno parte dell'ecosistema tecnologico locale e globale. Nata nel 2013, il suo scopo è promuovere quel lato di Barcellona che è in gran parte ancora sconosciuto—la scena tecnologica, attirando un mix di attori che solitamente è difficile vedere riuniti nello stesso edificio, se non per eventi particolari: imprenditori, start-up, imprese già consolidate, investitori, università, business school, imprese dei media, e agenzie governative. I membri sono attualmente più di 800.

barcelona tech city sonar+d

Immagine per gentile concessione di Barcelona Tech City.

Barcelona Tech City è anche uno spazio di coworking per startup ma è, soprattutto, un campo tecnologico urbano: ovvero, un edificio in cui le startup possono testare direttamente le proprie tecnologie prima di lanciarle sul mercato.

È così che potresti finire a pagare alla cafeteria il tuo caffè usando il riconoscimento facciale grazie a un progetto sviluppato dal Payment Innovation Hub—e, mentre al momento questa tecnologia è oggetto di non poche, fondamentali, discussioni etiche e politiche, gli sviluppatori del progetto sostengono che sia garantita la massima sicurezza per i dati personali coinvolti.

barcelona tech city

Immagine per gentile concessione di Barcelona Tech City.

L’aspetto cruciale e innovativo di questo hub è la presenza di tutti gli attori che si interfacciano con l’ecosistema delle startup presenti in un unico luogo ogni giorno dell’anno. Questa commistione di generi, interessi, e capacità è la stessa che anima il festival di tecnologia Sónar+D e che, in generale, riverbera in tutta l’attività della capitale catalana negli ultimi anni.

Pubblicità

Il Palau de Mar, dove sorge l’hub, serviva anticamente da magazzino per le merci che arrivavano al porto. Ora, in un certo senso, continuano a passare merci per quelle mura, ma immateriali e tecnologiche.

Fra le diverse startup lanciate al suo interno c’è Broomx, un’azienda che produce un sistema innovativo per entrare direttamente all’interno della realtà virtuale senza essere costretti a dover utilizzare un visore di VR. L’anno scorso Broomx aveva ottenuto il primo posto nella competizione tra startup del Sónar+D e quest'anno ha partecipato nuovamente all'evento offrendo agli spettatori la possibilità di immergersi in una serie di video a 360° proiettati sulle pareti.

Altre startup collegate a Barcelona Tech City sono ad esempio Letgo, uno store digitale che permette di vendere oggetti usati; ByHours che consente di prenotare in oltre 3000 hotel in pacchetti da 3, 6 e 12 ore; e SocialCar che offre una piattaforma per affittare la propria auto.

Barcelona Tech City, però, non si esaurisce qui: hanno infatti aperto da poco un vero e proprio campus nel centro città. Situato all’interno del Palauet, vi sono sei sale per eventi, alcune delle quali con una capacità fino a 200 persone distribuite su tre piani.

L’idea che ha spinto a dar vita a questo spazio è sempre la stessa: il desiderio di intrecciare i percorsi, combinare i generi, far incontrare e interagire la tecnologia con sfere come quella dell'arte, dello sport, della cultura, e della letteratura.

barcelona tech city

Immagine per gentile concessione di Barcelona Tech City.

Nei giorni del Sónar+D, Barcellona esplode di tecnologia, arte e innovazione, ma questo non è più da considerarsi un evento raro e limitato al solo festival: la stessa integrazione tra ricercatori, artisti, e startup fa parte del tessuto cittadino di Barcellona; certo, resta da capire quanto e come la spinta della città catalana a trasformarsi in una piccola ma prolifica Silicon Valley dell’Europa mediterranea saprà tenere conto anche dei movimenti più radicali che la animano—come i progetti per la decentralizzazione della rete e del controllo dei dati personali, o le piattaforme digitali per la partecipazione attiva dei cittadini alle decisioni politiche, e se saprà prendere solo il meglio di un modello che sta dimostrando sempre più i propri punti deboli.

Ma, se fino a questo momento abbiamo associato Barcellona ai festival musicali e alle vacanze estive, ora dobbiamo riconoscere che c’è una nuova ragione per perdersi nelle sue strade.