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Una breve storia dei rapporti della Lega con i fascisti di Lealtà e Azione

Questo fine settimana si è svolta ad Abbiategrasso la "Festa del Sole", a cui hanno partecipato quattro deputati della Lega.
Foto via Facebook/Federazione.

Lo scorso fine settimana si è svolto ad Abbiategrasso (provincia di Milano) il ritrovo annuale di Lealtà Azione, il movimento lombardo di estrema destra che ha come numi tutelari il nazista belga Leon Degrelle e il fascista rumeno Corneliu Zelea Codreanu, e che è una diretta emanazione del network degli Hammerskins—sorto negli Stati Uniti verso la fine degli anni Ottanta e composto da bonehead neonazisti e suprematisti bianchi.

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All'evento—intitolato Festa del Sole—hanno fatto la loro comparsa anche svariati personaggi delle istituzioni: cinque parlamentari, due assessori e un consigliere regionale della Lombardia. Uno dei parlamentari, Carlo Fidanza, appartiene a Fratelli d’Italia, mentre Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia, è di Forza Italia dai tempi della sua fondazione, e ha già frequentato in passato la festa. I restanti erano leghisti o vicini alla Lega: i parlamentari Igor Iezzi (che la frequenta da anni), Paolo Grimoldi, William De Vecchis e Jari Colla, e del consigliere regionale Gianmarco Senna; assieme a loro l’assessore Stefano Bruno Galli, che anche se non fa parte della Lega, è stato eletto consigliere regionale nella lista civica Maroni Presidente e quest’anno nominato assessore dal presidente leghista della Lombardia, Attilio Fontana.

L’ANPI ha chiamato e svolto, insieme ad altre sigle e movimenti antifascisti, due giornate di protesta con le maglietta rosse nella città di Abbiategrasso. Il sindaco della città non ha comunque revocato il permesso a Lealtà e Azione, nonostante la lettera di 22 sindaci del milanese che chiedeva alle istituzioni di proibire l’evento e quella di Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, che si rivolgeva al Ministro dell’Interno Matteo Salvini per bloccare il raduno di un “raggruppamento di chiara ispirazione neonazista e razzista.”

Dando un occhio alla programmazione della festa, però, ci si accorge che quasi tutti gli eventi e i dibatti del meeting hanno riguardato temi politici della Lega o del nuovo governo gialloverde. La festa è partita la sera di venerdì 6, quando il giornalista Della Frattina ( Il Giornale), insieme ai quattro parlamentari Iezzi, Grimoldi, De Vecchis, Fidanza e l’assessore Gallera hanno partecipano al dibattito “Tra autonomia e sovranità”, ispirato a “due eventi politici aventi portata storica: il referendum autonomista lombardo dello scorso ottobre e la nascita recente di un governo sovranista.”

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Sabato 7 luglio il primo evento è stato invece il seminario su “Autonomia e federalismo,” tenuto dall’assessore Galli. A seguire, c’è stata la presentazione del libro A tutela della famiglia, pubblicato da Bran.Co Onlus (una delle numerose associazioni collaterali di Lealtà e Azione, che si occupa di solidarietà ai bisognosi solo se italiani), sul “tema della difesa della Famiglia Tradizionale come fondamento della Comunità Nazionale” (le maiuscole sono jesianamente presenti nell’originale), presentato, oltre che da Patrizio Bertoni di Lealtà-Azione, da Alfonso Indelicato—consigliere di Fratelli d’Italia a Saronno—e dal parlamentare Jari Colla della Lega.

In quest’incontro, notevole soprattutto perché la sua tematica viene definita “di grande attualità in considerazione anche della presa di posizione del Ministro della Famiglia Lorenzo Fontana”, Indelicato si è lanciato in una citazione di un discorso del 1934 di Mussolini contro “le dottrine di Oltralpe”, identificandole nel gender, nell’eutanasia, nell’aborto e nei diritti civili in generale.

Il leghista Senna ha partecipato invece alla presentazione del libro di Borgonovo, Fermate le macchine, un libro tecnofobico congeniale alla forma mentis dei “lupi” di Lealtà e Azione. La giornata è stata chiusa da un discorso di Stefano Del Miglio, il presidente di Lealtà e Azione già noto alle cronache per il suo curriculum giudiziario fatto di violenze e aggressioni squadriste.

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Il fenomeno del “fascioleghismo”—cioè “l’interazione politica tra le varie incarnazioni della Lega, da Bossi a Salvini, e movimenti e partiti neofascisti”—non è certo una novità. L’interessamento da parte dell’estrema destra verso i movimenti autonomisti che poi andranno a formare la Lega Nord comincia già negli anni Novanta sulle pagine della rivista Orion, diretta da Maurizio Murelli—uno dei protagonisti del cosiddetto Giovedì Nero di Milano del 1973, da cui uscirà con una condanna a 18 anni di reclusione per omicidio.

La storia dei rapporti tra leghismo e neofascismo—nonostante il poco credibile antifascismo sbandierato da Umberto Bossi—è continuata durante tutta l’esperienza della Lega Nord, fino a culminare nell’epoca salviniana. È dalla nomina del nuovo segretario, infatti, che i rapporti con formazioni come CasaPound o Lealtà e Azione si sono fatti sempre più organici.

Striscioni di CasaPound alla manifestazione della Lega Nord tenutasi a Roma nel febbraio 2015. Foto di Federico Tribbioli.

La prima a essere sdoganata è proprio Lealtà e Azione, che nel 2014 apre la “Nuova Valinor” a Monza, alla cui inaugurazione sono presenti membri della Lega Nord e del centrodestra locale. Nello stesso anno i militanti di CasaPound fanno eleggere Mario Borghezio—da sempre l’uomo di collegamento tra la Lega e la fascisteria italiana ed europea—all’Europarlamento; e l’anno successivo viene fondata Sovranità con l’esplicito scopo di appoggiare politicamente il partito di Salvini. Nel 2015, militanti di Lealtà e Azione cominciano a essere visti ai banchetti della Lega a Milano. E nel 2016, a Gallarate in provincia di Varese, anche Forza Nuova si presenta in appoggio alla lista leghista.

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Ed è proprio nel 2016 che la collaborazione con Lealtà e Azione si sviluppa pienamente e platealmente. La Lega impone come candidato della Zona 8 a Milano Stefano Pavesi di Lealtà-Azione, suscitando anche le rimostranze del candidato sindaco del centro-destra, Stefano Parisi. Pavesi viene eletto, risultando con 450 voti il candidato più votato della Lega in Zona 8. A Monza, nello stesso anno, si svolge un incontro organizzato da Lealtà-Azione assieme al deputato leghista Paolo Grimoldi sul tema del “No” al referendum costituzionale; e nel giugno 2017 anche Andrea Arbizzoni, militante del movimento neonazista, viene eletto al consiglio comunale monzese nelle liste di Fratelli d’Italia.

Nel 2016 e 2017 gli hammerskin milanesi si faranno notare per varie azioni, dalla spedizione contro generici “studenti di sinistra” alla Statale di Milano alla parata del 25 aprile insieme a CasaPound—svoltasi nonostante il divieto di Prefettura e Questura—per ricordare i caduti della Repubblica di Salò, fino alle proteste contro l’uso temporaneo della Caserma Montello per ospitare i profughi—quest’ultime capitanate proprio da Pavesi e caratterizzate dalla convergenza tra Lega e movimenti neofascisti. Nel 2017 anche a Firenze membri del movimento, dietro la sigla Progetto Firenze Dinamo, si appoggiano al consigliere regionale della Lega Jacopo Alberti.

Nei primi due mesi del 2018, durante la campagna elettorale per le regionali in Lombardia, i membri di Lealtà e Azione si fanno vedere ai banchetti della Lega e ricevono espliciti endorsement dall’eurodeputato Mario Borghezio e dal consigliere regionale Massimiliano Bastoni—all’epoca ancora solo un candidato, esplicitamente appoggiato dalla formazione neocnazista, i cui voti gli assicureranno il posto in consiglio regionale sotto il presidente leghista Attilio Fontana.

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Oltre all’elezione di Bastoni, Lealtà e Azione festeggerà quella di Igor Iezzi alla Camera dei Deputati. In primavera, a Genova, dopo essersi fatto notare insieme a numerosi altri militanti durante la commemorazione istituzionale dei caduti di Salò a fianco del consigliere comunale Sergio Gambino e del capogruppo regionale Angelo Vaccarezza—entrambi di Forza Italia—il leader genovese di Lealtà e Azione Giacomo Traverso suscita polemiche per un post antisemita su Facebook in cui definisce gli ebrei “una lurida razza di mercanti dal naso adunco.” Traverso ha frequentazioni anche nella Lega, specialmente con l’assessore genovese alla legalità Stefano Garassino.

Secondo un’inchiesta uscita su Patria Indipendente, l’organo stampa dell’ANPI, i rapporti con Fratelli d’Italia e quelli ben più consistenti con la Lega, “non sembrano il risultato di una strategia omogenea.”

Questo perché Lealtà e Azione “su alcune questioni non certo secondarie appare tutt’altro che uniforme, con sedi locali che politicamente ed elettoralmente fanno scelte strategiche diverse.” Si dà dunque “meno rilevanza ai tratti comuni” e “più rilievo ai tratti locali come rappresentazione di un’organizzazione percorsa da alcune importanti fratture.”

Come però viene fatto notare nella stessa inchiesta, questa fluidità strategica e politica—se può essere interpretata come una frammentazione e un indebolimento—ha permesso di entrare efficacemente nelle istituzioni locali dei luoghi in cui il movimento d’estrema destra è presente. In un dossier compilato da Milano in movimento, si sottolinea inoltre la dimensione “lobbistica” del gruppo, dal momento che gli aderenti che fanno politica istituzionale “non nascondono/abiurano la loro internità a LA […] e perseguono solo campagne/finalità funzionali alla strategia della propria organizzazione di riferimento.”

Resta da vedere se, con l'attuale governo, l’affinità elettiva tra Lega e Lealtà e Azione porterà a penetrazioni in più o più importanti sfere politiche. Per ora, la legittimità data da un partito di governo alla Festa del Sole non fa presagire nulla di buono.

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