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Massimo Pericolo ha espresso solidarietà a due prigioniere politiche

Perché se vogliamo una vita decente, dobbiamo volerla per tutti.
Giacomo Stefanini
Milan, IT
massimo pericolo

Che si trovino giusti o meno i motivi dell'arresto di una persona, nessun braccio dello Stato dovrebbe dimenticare l'umanità, ma purtroppo quando si parla del sistema giudiziario i problemi sono storicamente giganteschi. Anna e Silvia sono due militanti anarchiche arrestate nell'ambito delle operazioni Scintilla e Scripta Manent (tra le più grandi operazioni anti-eversione anarchica degli ultimi anni), e al momento sono detenute nel carcere dell'Aquila in regime di Alta Sicurezza.

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Il 29 maggio nel Tribunale di Torino si è svolta la prima udienza del processo per l'occupazione di uno stabile, e Silvia, in collegamento video, ha letto un comunicato con cui annunciava l'inizio di uno sciopero della fame da parte sua e di Anna in protesta contro le condizioni della loro detenzione, per richiedere il trasferimento e la chiusura della sezione del carcere in cui sono tenute. Il trattamento da "carcere duro" che denunciano comprenderebbe restrizioni sui libri, sui capi di abbigliamento, perquisizioni a ogni ingresso e uscita dalla cella, isolamento, regolazioni della luce e altre pressioni psicologiche da parte della polizia penitenziaria.

Questo ha portato a un'ondata di solidarietà negli ambienti anarchici, con altri detenuti nei vari carceri italiani che si sono uniti allo sciopero (ancora in corso nel momento in cui scriviamo) e varie azioni e proteste pubbliche. Forse c'era da aspettarselo, o forse no, ma anche Massimo Pericolo ha mandato un gesto di vicinanza agli scioperanti, facendosi filmare con in mano il comunicato di Silvia e Anna mentre manda un bacio di incoraggiamento.

È difficile non farsi fregare dalla falsa logica, propria di ogni governo ma in particolare di quelli più oppressivi e liberticidi, per cui ciò che è legale è giusto e ciò che è illegale è sbagliato. Resisterle è sempre più difficile, ma forse Massimo Pericolo con un video da pochi secondi ha fatto qualcosa d'importante.

Il motivo per cui ne parliamo è che in un mondo hip hop come quello che viviamo oggi in Italia, in gran parte de-politicizzato, un gesto così semplice e deciso è raro e ammirevole. Massimo Pericolo usa la sua esperienza giudiziaria non come semplice medaglia di street credibility, ma per imparare e insegnare che la compassione dev'essere il primo passo in ogni ambito, che siate attivisti anarchici o persone comuni. Se vogliamo una vita decente, dobbiamo volerla per tutti.

Giacomo è su Instagram.

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