Uccelli - credit Jacopo Farina
Fotografia di Jacopo Farina
Interviste

Quanto ci piacciono gli Uccelli

Ma no, stupidoni! Parliamo del progetto di Davide Panizza e Niccolò Di Gregorio (aka Pop X) con Gioacchino Turù, che sono venuti a trovarci in redazione e ne hanno parlato per la prima volta.

C'è questo canale di YouTube che si chiama Superblutone. A schiacciare "pubblica" sui video che ci puoi trovare c'è Davide Panizza, un ragazzo che da una decina d'anni fa musica un po' da solo e un po' con i suoi amici, e si chiama Pop X. Nella mia mente per lui quel canale è come una di quelle scatole da scarpe in cui cominci a mettere le cose che non sai dove mettere ma vuoi tenere lì con te, siano preziose come la lettera di un amore o banali come un biglietto usato.

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Da quando Pop X è uscito da internet ed è entrato nella vita di un sacco di persone (cioè dal 2016, anno di uscita di Lesbianitj per Bomba Dischi e di quella hit che è stata "Secchio") Superblutone è rimasto un luogo per pochi. Quelli che si gasano a vedere, per esempio, Davide suonare in sala prove versioni da 9 minuti dei suoi pezzi. Lì sopra c'è un video, registrato a Montecchio in provincia di Pesaro e Urbino, che si chiama Uccelli "Live Session": al suo interno Davide suona dei suoni strambi insieme a Niccolò Di Gregorio aka Barbara, membro del suo gruppo, e un ragazzo che si chiama Gioacchino Turù e fa musica molto pazza e bella.

Loro tre, insieme, sono appunto gli Uccelli. Un progetto parallelo a Pop X che può partorire mine eurodance come esplorazioni a tentoni nel buio dell'improvvisazione. Fino a qualche tempo fa vivevano solo sui palchi, gli Uccelli, lì a sfregiare il cielo del suono con le loro traiettorie un po' sghembe. Ora stanno cominciando anche ad appollaiarsi in studio: prima hanno fatto uscire un pezzo che si chiama "Body Sharing", e ora uno nuovo che si chiama "Red Sex" e potete ascoltare qua sotto. Appena dopo potete leggere la chiacchierata che ci siamo fatti quando sono venuti in redazione a presentarcelo. È la prima che fanno tutti assieme.

Noisey: Ho come l’impressione che Uccelli sia una cosa che non ha tanto bisogno di interviste. Cioè, che andare a problematizzare o superanalizzare quello che fate sia contrario al suo spirito.
Niccolò Di Gregorio: C'è anche voglia di fare un certo tipo di musica, non è proprio caos totale. Ma fare improvvisazione con degli strumenti senza usare computer è una scelta.

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C’è stato un momento in cui gli Uccelli si sono staccati da Pop X?
Davide Panizza: Gli Uccelli sono nati indipendentemente da Pop X, a casa di Gioacchino.
Gioacchino Turù: Sì, da me a Firenze. C'è un locale, il Volume, dove io facevo rassegne. Ero superamico del proprietario. Avevamo bisogno di due soldi quindi un giorno lo chiamai proponendogli di farci suonare. E così quando non sapevamo che cosa fare andavamo a fare Uccelli.
Davide: In quella serata ci inventammo un setup ad hoc per poter giustificare… il nostro guadagno! Abbiamo raccolto qualche strumento dalla sala prove di Gioacchino a Firenze e siamo andati a suonare.

Com'è che vi siete conosciuti? Tu, Davide, sei di Trento. Gioacchino è di Firenze. E di mezzo c'è anche Pesaro, se non sbaglio.
Davide: Sono tutte storie abbastanza antiche. Io avevo incrociato Gioacchino ormai dieci anni fa, in una serata metal in un locale a Pesaro. Lui suonava con il suo progetto Gioacchino Turù e Vanessa V. e io suonavo come Pop X, era il periodo in cui eravamo solo io e Walter Biondani. Il collante poi è stato Mirko dei Camillas. A lui piacevano i nostri progetti singolarmente e a un certo punto ha deciso di farci suonare, dato che aveva in mano diverse serate nella zona di Pesaro. Chiamava ogni tanto me, ogni tanto Calcutta, ogni tanto Gioacchino…
Niccolò: Anche noi con i Mela! Roba di nicchia della zona proprio. E Le Rose, Flavio Scutti da Milano…
Gioacchino: E gli Istituto Luce! E i Chewingum di Senigallia, quelli del ragazzo che ora è Colombre.

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Fotografie di Luca Babic

Per uno che non l’ha vissuta quella scena di Pesaro sembra una sorta di cosa assurda e pazza ma piena di musicisti che poi hanno cominciato davvero a dettare la linea.
Gioacchino: Mirko si auto-definirebbe "un generatore di luce". Che poi il loro primo gruppo erano gli Aerodynamics e facevano elettronica abbastanza… dance.
Davide: E in più Mirko aveva questo negozio di dischi, il Plastic, che era un po' un luogo di ritrovo anche culturale. Il motivo per cui sono uscito da Trento è stato lui, che mi chiamava a suonare. Era arrivato via internet alle mie cose, mi ospitava giù a casa sua, facevo concerti, mi dava un po' di soldi. Era un giro un po' per poveri, ma gente che comunque stava crescendo al di fuori di logiche di mercato.
Niccolò: C'erano quasi più concerti a Pesaro che a MIlano all'epoca. Non era ancora venuto fuori l'indie.
Gioacchino: Che poi gli Uccelli sono un po' anche i Free Willy.

I Free Willy? E chi erano i Free Willy?
Davide: I Free Willy eravamo io, Niccolò e Calcutta. Abbiamo delle cose online, la cover di "Bailando" dei Paradisio
Gioacchino: La più bella è "Free Jazz", un cazzo di capolavoro.

Torniamo agli Uccelli: che cosa sono, tecnicamente, gli Uccelli per voi? E a cosa vi servono?
Gioacchino: Uccelli a un certo punto era anche qualcosa di abbastanza libero, chi trovavamo suonava.
Davide: Chi voleva veniva, si attaccava con il suo strumento e suonava insieme a noi.
Niccolò: È che viviamo lontani, ognuno porta avanti le sue cose, e quando ci troviamo sfoghiamo i nostri percorsi personali.

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Chiedevo perché magari da quando Pop X è diventato una cosa più grande, Davide, ti è venuto fuori il bisogno di buttare da qualche parte le cose più weird che ti escono.
Davide: Ma è una missione culturale la nostra. Magari la musica di Uccelli la potresti mettere all'interno delle etichette di nicchia, di elettronica berlinese, ci assomiglia. Però cerchiamo, al di là del contenitore, di proporre quello che veramente vogliamo proporre al di là dell'ambiente. Abbiamo i contatti per proporlo in questo ambiente qua e quindi lo facciamo, senza problemi, senza cercare l'etichetta del malato…
Gioacchino: Che poi siamo Uccelli liberi, un'etichetta non ce l'abbiamo. E la musica è variabile. Prima facevamo una cosa più weird, e noise.

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Fotografie di Luca Babic

A proposito, su Superblutone c'è un video di voi che fate una live session. Sotto ci sono i seguenti commenti, rispondiamogli come in un People Versus. 1) “Uccellano Berio ”.
Davide: Ci sta! C'è stato un periodo in cui volevamo dare un'immagine di Uccelli come vecchi compositori in uno studio di fonologia, musica elettroacustica…

2) “Beh, si va tutti a Lugano se il setup è questo. Piero Umiliani viene in macchina con me!"
Gioacchino: Ma infatti in quel pezzo lì c'è un campione di Umiliani!
Niccolò: Le ispirazioni sono quelle, giustamente. Da un lato questa musica un po' più colta, del Novecento, e dall'altro la sperimentazione elettronica più moderna.
Davide: Dipende un po' anche dagli strumenti.
Gioacchino: In fondo Uccelli è un po' come uno standard jazz. Siamo come anziani che si ritrovano a suonare il jazz, ma con le macchine.

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Spiegatemi un po' questa cosa. Voi salite sul palco: cosa fate?
Niccolò: Beh, iniziamo! Abbiamo dei ruoli.
Davide: Negli ultimi live abbiamo tenuto una strumentazione un po' più stabile.
Niccolò: Io suono i synth modulari. Faccio bassi, melodie, ed effetti.
Gioacchino: Io uso YouTube, sia come fonte percussiva sia come sorgente da cui campionare. E poi una vecchia macchina per fare eurodance. Uno Yamaha con quei suoni. Ha dentro tutti i preset acid house, scegli tu cosa dargli e ti crea quei pattern lì. E uso anche i nastri.

Altro che William Basinski!
Niccolò: In effetti c'è tanto materiale con cui lavorare ogni volta. Quindi non sappiamo mai bene come uscire, improvvisando così tanto vengono fuori sempre cose molto diverse.

E allora come lo mettete giù su disco?
Davide: Eh! È quello il problema, non ha molto senso farne uno. Abbiamo provato a trovarci un paio di volte a fare delle sessioni di registrazione. Una volta è venuto fuori "Body Sharing", un'altra è venuta fuori "Red Sex".

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Fotografie di Luca Babic

C’è questo pezzo uscito a ottobre 2018 che si chiama "SCPACE" ed è a nome “AUDI”, Davide e Niccolò. Mi sembra molto simile a Uccelli, anche a livello di estetica.
Niccolò: Non è che adesso dobbiamo parlare di tutto… AUDI era un parallelo di Uccelli in cui registravamo tutto con il telefono.
Davide: Era nato tutto quando ci eravamo trovati a casa tua, con quel setup con io alla melodia…
Niccolò: C'è un video su YouTube in cui facciamo un pezzo che si chiama "Bangladesh"…

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Ragazzi, quella versione di "Bangladesh" è clamorosa. È un capolavoro.
Davide: Piace anche a mio padre quella! Bè, quella era l'idea di AUDI. Io e Niccolò che lavoravamo insieme dal vivo, ma sul materiale armonico e melodico di Pop X.
Niccolò: Che alla fine sta diventando forse un po' il nuovo live, vuoi o non vuoi.

Quando siete sul palco le cose possono andare male? Come quando un DJ sbaglia una transizione tra due pezzi?
Niccolò: Quello è un errore. Per noi è un modo di porsi.
Davide: È partire dagli errori e dal caos per costruire. Anche per l'ascoltatore è molto più interessante, alla fine una cosa più è complessa e più l'apprezzi.

Il pubblico davanti lo avete trovato aperto, che assorbiva queste cose?
Luca Babic [che è stato presente fin dall'inizio ma era stato in silenzio, nda]: Se vuoi ti rispondo io. Per me sono una cosa che forse non mi piace ma da cui non riesco a staccarmi. A guardarli ti viene voglia di scoprire come la risolvono.
Gioacchino: Concerti terribili terribili li abbiamo fatti quando non c'era nessuno.
Davide: Non si può valutare questa cosa, non ti può piacere o non piacere. Devi ascoltarci o far finta di niente, è musica generativa.

Quindi dal vivo può uscire una cosa ballabile come una cosa tutta blip blop.
Niccolò: Certo, ma è un continuo alternarsi tra le due cose.
Gioacchino: A Pesaro al festival del cinema abbiamo suonato davanti a un pubblico seduto, per dirti.
Davide: Stavamo sonorizzando dei visual di Pietro, Superinternet. Lui con noi ha usato un programmino che reagisce all'audio che lanci e continua a generare immagini, con cambi di colore e forme.

uccelli pop x

Fotografie di Luca Babic

Ve lo chiedo perché non so bene come vi prende il pubblico. Magari quattro anni fa a vedervi veniva chi sapeva già cos'era Pop X, mentre oggi presumo arrivi anche gente che vi ha scoperti con Lesbianitj e quindi si aspetta di vedere una certa cosa.
Davide: Uccelli quattro anni fa non veniva nessuno a vederli! Comunque c'è sempre qualcuno che se ne viene fuori con un "metti su Secchio", però sempre meno.
Niccolò: Spesso vengono a vederci convinti di vedere Pop X. Poi gli spieghiamo che è un'altra cosa e dopo il concerto sono stragasati, perché magari si rendono conto che è più figo andare a un concerto e ascoltare qualcosa di nuovo che non ti aspetti, invece di andare lì per "Secchio". A me rincuora a livello spirituale, fare questi concerti. Uscire totalmente dall'idea di riprodurre un live ad infinitum.
Davide: Poi io nell'ultimo tour, in cui abbiamo suonato dal vivo, mi sono sentito libero quasi quanto con Uccelli. Resta che ripetere le stesse canzoni di serata in serata è disumano.

Voi com'è che, in origine, vi siete presi bene con la musica pazza?
Niccolò: Chi studia musica per forza approda a queste cose. Io ho fatto musica elettronica al conservatorio di Pesaro.
Gioacchino: Io da ragazzino avevo una cassetta dei My Cat Is An Alien, un gruppo noise italiano storico. Ascoltavo quella roba e volevo farla anch'io… insomma, alla fine come ci arrivi? Ascoltandola. Poi che Giacinto Scelsi lo scopri andando a scuola ci sta, diciamolo. O in televisione! Stanno dando su Rai 5 C'è musica e musica di Berio, in questi giorni.
Davide: Andando alla ricerca di cose nuove, volendo alzare l'asticella del tuo ascolto. Non so se ci sarei arrivato se non avessi studiato musica. Elia è su Instagram. Segui Noisey su Instagram e Facebook.

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