Nuova musica

Da Blonde è la voce sincera e intimista di Napoli

Abbiamo intervistato la cantante che, dopo la colonna sonora di 'Gomorra', ha pubblicato un nuovo singolo in cui apre il suo cuore: "Se Ti Va".
da blonde
Foto per concessione dell'artista

Da Blonde viene da Napoli e si è fatta notare all'inizio della sua carriera come vocalist alle serate techno nei club, poi ha brevemente frequentato l'hip hop, collaborando anche con Luché. Ma da qualche tempo a questa parte ha trovato se stessa in un suono diverso, che decolla dal rap e dall'elettronica atterrando in una zona vicina al rock alternativo italiano anni Novanta, intimista, sofferente e un po' lo-fi, ma anche pieno di fascino pop. Un paio d'anni fa una sua canzone, "Sensibile", prodotta da D-Ross e Startuffo, è stata inclusa nella colonna sonora colonna sonora di Gomorra, facendola notare a tutta Italia.

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Oggi vi presentiamo il suo nuovo video, "Se ti va", una bella storia di empatia e di ricerca della felicità. Ne abbiamo parlato con lei nell'intervista che trovate qua sotto.

Noisey: Che cosa significa "Se ti va” per te e per la tua carriera?
Da Blonde: “Se ti va“ è un pezzo a cui sono molto legata. L’ho riscritto diverse volte, ma quando ho trovato la chiave giusta l’ho sentito subito. Come molte delle mie canzoni, descrive uno stato d'animo che ho vissuto tante volte: spesso mi rimprovero per non saper mettere da parte la mia umanità, però poi arrivo sempre alla conclusione che in fondo quello è il mio punto di forza, che probabilmente non scriverei canzoni se non vivessi le cose in modo tanto empatico, e credo che se riusciamo a usare il dolore per fare qualcosa che amiamo allora ne è valsa la pena. Questo pezzo vuol dire molto per me: incarna tutto quello che volevo fare da tempo.

Chi ha prodotto la musica? Come sei stata coinvolta nella scrittura?
La produzione artistica è affidata a Giuseppe Fontanella e il suo contributo è stato decisivo: ha percepito l’intimità che volevo trasmettere dall’ascolto dei primi provini e l’ha resa perfettamente con la delicatezza che lo contraddistingue.

Se dovessi spiegare le immagini di "Se ti va”, come lo faresti? Che rapporto hai con Johnny, che ha girato il video?
Le immagini del video racchiudono quella poesia che vediamo tutti i giorni per strada e raccontano l’inadeguatezza dei sentimenti nella nostra società. Rendono perfettamente l’atmosfera nostalgica del pezzo. C’è un forte legame tra me e Johnny, ho molta stima di lui sia in ambito artistico che personale e ha un ruolo fondamentale nel progetto: è stato il primo ad ascoltare ogni melodia e ogni testo che abbia scritto.

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Come hai iniziato a cantare? Quali sono stati i passi fondamentali che ti hanno portato a fare musica? Raccontami la tua carriera finora, come sei arrivata qua.
Ho iniziato come vocalist nei club e dopo poco ho iniziato a scrivere cose mie in inglese. Uno dei primi progetti a cui ho preso parte era un trio di musica elettronica. Sono nata e cresciuta nel centro storico di Napoli, ho avuto una bella infanzia e una famiglia molto presente. L’adolescenza è stata un po’ meno tranquilla a causa della separazione dei miei genitori: è stato destabilizzante ma mi sono anche resa conto anche di quanto potevo essere forte. L’incontro che mi ha cambiato la vita è stato di sicuro quello con Johnny: mi ha incoraggiata a cantare e a scrivere e grazie a lui ho scoperto che era la cosa che amavo di più al mondo e non ho più smesso. Qualche anno dopo i primi progetti, sentivo l’esigenza di dedicarmi a qualcosa che fosse solo mio e ho iniziato a scrivere in italiano, ci è voluto un po’ per trovare la mia direzione e avere la forza di renderla concreta, ma quella che sto realizzando è la musica che volevo fare da tanto tempo.

E invece che mi dici di Enzo Dong, con cui hai collaborato? Come vi conoscete, che rapporto c’è tra di voi e come lavorate insieme?
Enzo è un caro amico, credo di averlo contattato io per fargli i complimenti dopo averlo sentito. Ha un grande talento, facciamo cose molto diverse musicalmente ma ci siamo sempre supportati.

Che cosa rappresenta “Sensibile” per te?
“Sensibile" è molto importante per me, rappresenta un momento in cui la convinzione di quello che volevo fare e la voglia di proteggerlo ha prevalso su tutto il resto.

Che impatto ha avuto Gomorra sulla scena napoletana? E ora che è passato tempo, quali sono stati i lati positivi e negativi di quella serie sulla scena musicale napoletana?
Io prendo Gomorra per quello che è: un prodotto di intrattenimento, che ha avuto un gran successo, ma si tratta di temi affrontati da sempre che noi napoletani conosciamo bene. Quando ho scritto "Sensibile" non avevo idea che poi sarebbe entrata nella colonna sonora, ho solo scritto quello che sentivo. Non credo possa essere una serie a influenzare che tipo di musica fai, forse per chi già parla di strada nei testi può essere un ulteriore fonte di ispirazione.

Come vivi la questione del dialetto nella musica napoletana? Gomorra ha aumentato l’attenzione del pubblico nazionale anche se canti in dialetto, ma a lungo andare questo non rischia di fermare l’evoluzione della musica campana?
Ascolto e apprezzo molto vari artisti che scrivono in dialetto da Pino Daniele ai 24 Grana. Credo che ognuno debba esprimersi come meglio crede e no, non credo ci sia qualcosa che possa fermarne l’evoluzione. Anzi, credo che la musica in alcuni casi possa abbattere anche le barriere linguistiche.

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