Poco più di dieci anni fa, questione di giorni, è uscito Sfortuna dei Fine Before You Came. È un disco che ha cambiato l'emo italiano, e con lui anche la vita di un sacco di persone. Qua sotto ce ne sono alcune, che vi spiegano perché.Prima di scrivere queste parole ho letto tutte quelle che potete leggere qua sotto, e che sono dopo le mie solo perché il mio cognome comincia con la "A". L'ho fatto perché, semplicemente, le ho assemblate io.
C'è un disco che non è ancora uscito. È un disco molto vuoto, sia nel senso di scarno che nel senso di con-un-buco-dentro. La persona che l'ha scritto parla di come le sue relazioni, i suoi sentimenti, la sua nazione, la sua società e il suo modo di vivere siano andati a catafascio insieme a quelle di tutti gli altri miliardi di esseri umani che continuano e continuano a nascere.Quel disco però finisce con una cosa particolare. La voce narrante, dice, trova pace nei volti delle persone. Anche quando è debole, anche quando si fa schifo, anche quando pensa (perché lo sa) che abbiamo reso il mondo un posto peggiore. Perché sono di esseri umani, e l'empatia è il modo che la sua mente ha per mettere ordine nel disgustoso delirio che il mondo ci sembra oggi.
I Fine Before You Came, da Sfortuna in poi, per me sono stati questo. Trovare pace nei volti di chi, come me, canta le loro parole e in esse sfoga ogni cosa, e rende bello anche il brutto più brutto.
Credo che la stessa cosa, in una forma o in un'altra, valga anche per tutte le persone che sono qua sotto, e anche per quelle che non ci sono ma li hanno vissuti come noi.
ELIA ALOVISI
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Elia scrive su Noisey.Ho preso il disco direttamente da Jacopo, non mi ricordo quando. Sicuramente ci siamo visti apposta. Poi sono partito in treno. Prima di ascoltarlo, nel lettore CD portatile su cui avevo attaccato un adesivo grande blu con scritto sopra "Io mi bugo", ho infilato delle pile che avevo messo in carica tutta notte. Me lo sono ascoltato per quattro ore di fila, senza riuscire a smettere, fino al tunnel che dice a tutti quelli che devono scendere che il treno è arrivato a Pesaro. Era un disco tirato, urlato e tremendamente profondo. Un capolavoro. Cupo e secco ma non arido, nel senso di "privo di affetti". Era completamente emotivo e incontrollato, ed era registrato in un modo che sembrava dire che tutto non fosse più lì. Che tu ascoltatore, potevi ascoltare, ma che eri comunque al di là di un vetro.
Nessuna band punk del 2000 è riuscita a fare quello che hanno fatto i FBYC in questo disco. Cantano in italiano e cantano diretti e sembra di non conoscerli per niente. Con loro siamo amici da tanto tempo. Siamo andati in tour in Puglia insieme, non ricordo quando. Sicuramente organizzava Futura e ci siamo conosciuti per la prima volta sul furgone che guidava Greta. Siamo partiti e siamo diventati amici. Tre concerti in posti meravigliosi, ai confini col mare o sotto un gigantesco albero di olive. In uno di questi concerti il palco si aprì a metà mentre suonavano e ci cademmo dentro. Mi feci male ma ero abbastanza ubriaco per non accorgermene. In questo posto i ragazzi del centro sociale occupato volevano cuocere la pasta sul fuoco nel paiolo di Panoramix con la legna di eucalipto raccolta la sera prima.
Poi ci incontrammo sempre di più, ai concerti o alle feste a Casa Heartfield. Feste che sapevamo in pochi e dove Chris & Chris volevano sempre imbucarsi perché abitavano nella cascina affianco. Era un giro strano che se volevi sapere se stasera c’era un concerto in Puglia o a Milano andavi su una message board creata da un ragazzo di Tesis in Friuli. Si chiamava Fastidis (la message board, lui si chiama Lorenzo). C’era qualcosa di speciale a cui noi tutti pensavamo senza sapere esattamente cosa era, e quella cosa era il Tempo. Non importava a nessuno il Tempo. Ad esempio noi Altro non siamo mai andati a tempo.
Forse queste canzoni parlano appunto di questo: di tempo. Di quando si è pronti a fare una cosa, di quanto tempo ci vuole per arrivare a qualcosa di importante, di quando è tempo di cambiare, di fare un disco semplicemente perché è il momento di farlo e non perché ci fosse una casa discografica che ce lo chiedesse. Nessuno si preoccupava del Tempo perché ne avevamo tutti da perdere! Studiavamo tutti e avevamo del tempo per andare a suonare in Puglia. Questo disco segna il tempo. E come se ci dicesse che abbiamo sempre usato il tempo senza accorgersi che esisteva davvero, e per questo Sfortuna sa anche di fine - l’unica parola inglese che è anche in italiano nel loro nome. È arrivato il momento di capire che tutti i nostri sbagli, i nostri ripensamenti si basavano tutti sul tempo e per questo che questo disco lo senti che brucia. Brucia come quando continui a lanciare la neve con le mani senza guanti. Brucia di freddo. Ti fermi un attimo e puoi sentire il cuore che batte tra le dita rosse delle mani.Alessandro disegna. Suona negli Altro e nei Tante Anna.
ALESSANDRO BARONCIANI
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LUCA BENNI
ALESSANDRO CANEVA
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LAURA CAPRINO
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MARCO DE VIDI
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GIULIA FORMICA
ALESSANDRO GUERCINI
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DANIELE "LAKE" LAGHEZZA
I Fine Before You Came sono il mio gruppo rock italiano preferito a partire dal demo. Ho avuto infatti la grande fortuna di conoscerli e vederli in concerto, tra il 2000 ed il 2001, periodo immediatamente precedente la pubblicazione del primo album Cultivation of Ease. Jacopo mi regalò il demo in formato CD-R un pomeriggio a Milano nella "mitica" casa di via Malaga, all'epoca quartier generale nonché studio/abitazione dell'etichetta discografica Heartfelt, gestita da lui stesso, da Marco "Marchetti" (bassista dei FBYC) e da Greta, amica-sorella-fan numero uno-driver eccetera dal giorno zero della banda.(Intermezzo)
L'impatto sulla mia vita dei FBYC è stato immediatamente fortissimo. Vivevo a Como e lavoravo a Milano. Ascoltavo emo98 (mio copyright per descrivere la seconda ondata del sottogenere punk) tutti i giorni, i Fine erano la band perfetta per me in quel preciso istante e diventammo amiconi immediatamente. Non ci potevo credere, erano il mio gruppo preferito e potevo andare in tour, in sala prove, a mangiare la pizza, cazzeggiare con loro. Una volta in concerto, ho cantato una canzone del primo disco al posto di Jacopo. 2009 (primo concerto di Sfortuna)
La sera della presentazione di Sfortuna il Dauntaun, piccola sala per concerti nel sotterraneo del Leoncavallo, era strapieno di gente. Il disco precedente, intitolato semplicemente Fine Before You Came, era stato l'ultimo in inglese. Lo avevo trovato un pò interlocutorio, sofferto ed intenso come al solito ma forse, troppo "post-rock" per i miei gusti. Rappresentava il tentativo di uscire dai circuiti più prettamente punk/HC, ci furono concerti in apertura a band americane indie rock, tipo i Calla, ad esempio. I ragazzi in concerto facevano sempre la loro parte ma io da vecchio fan sentivo che mancava qualcosa. Sfortuna era il primo album cantato in italiano ed eravamo tutti mega curiosi di sentire i pezzi nuovi. La svolta linguistica non fu la sola cosa che mi colpì. I FBYC erano tornati al punk, all'emocore, all'urgenza di spaccare tutto come se fosse l'ultimo concerto di sempre. C'era però una grossa differenza rispetto al passato: erano diventati tecnicamente fortissimi ma sopratutto non assomigliavano a nessun altro gruppo. E poi c'erano quei testi in italiano a far lievitare la cifra stilistica della band. Mi capita spesso, ancora oggi nella vita quotidiana di citare la frase "io non mi sono mai vestito da adulto". Il concerto fu memorabile, davvero. Un concerto spartiacque per il più classico degli album spartiacque nella carriera di una band. I FBYC erano tornati a casa, dopo aver tentato di allargare la fan base (cose del tutto lecita, sia chiaro), in quel basement c'era la loro gente, la loro famiglia. La foto interna allegata al vinile dice tutto quello che c'è da sapere su questi cinque ragazzi. Corpi e magliette sudate, un palco piccolo e basso, sorrisi ebeti stampati sulle facce di tutti i presenti. Ancora oggi, a distanza di dieci anni ricordo una frase che mi disse Mauro "Marino" nei giorni successivi all'uscita del disco: "Ma noi Lake, facciamo canzoni troppo tristi, chissà a quante persone piaceranno."
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2019
Dauntaun non esiste più ma anche se esistesse ancora, non sarebbe in grado di contenere tutto il pubblico dei Fine Before You Came. Perché ebbene sì, caro Marino, quelle canzoni tristi di dieci anni prima sono piaciute a tantissime persone.Daniele "Lake" Laghezza, ha inventato il termine Emo98 ed è stato leader dei fantomatici "Ragazzi della Curva 98", assidui frequentatori ed organizzatori di concerti "punk" nei gloriosi anni '00. Dal 2013 si è trasferito all'Estero, in Località Segreta dove svolge l'attività di party harder. Continua ostinatamente a non vestirsi da adulto.Sfortuna è uscito nello stesso anno in cui è nata mia figlia Ester. Credo sia un disco che, proprio come lei, ancora per una manciata di anni, abbia la capacità di non invecchiare, perché - semplicemente - cresce.Gabriele suona la chitarra nei Gazebo PenguinsHo conosciuto i Fine Before You Came in un pomeriggio di tanti anni fa davanti al Magic Bus di Marcon, Venezia. Io aspettavo che arrivasse la sera per suonare con la mia band Fargo in apertura agli idoli emo statunitensi Get Up Kids. I FBYC arrivavano da Milano proprio per vedere loro. Abbiamo giocato a pallone sull’asfalto fuori dal capannone di quella ridente zona industriale veneta e ci siamo scambiati 7” e cassette come fossero gagliardetti. Dopo pochi giorni io e i miei amici li abbiamo chiamati a suonare a Maniago, nel mio paese in provincia di Pordenone. Se non ricordo male era la loro prima data fuori Milano.
Forse l’ho presa un po’ lunga, ma tutto ciò per dire che quando alcuni anni dopo Jacopo, Marco, Filippo, Mauro e Marco hanno deciso di passare dall’inglese all’italiano è stato per me come vedere Gesù. Le radici e le ali, credo che nella musica che amavamo fosse sottintesa questa indicazione. All’epoca con La Tempesta pubblicavamo solo dischi in italiano (00/10) e c’era molta voglia di fare le cose assieme. Era giusto così, eravamo amici, ci capivamo, avevamo gli stessi riferimenti. Siamo ancora oggi tutte queste cose. L’utilizzo della lingua italiana aumentò notevolmente la posta in gioco, cosa che non sempre accade. La scrittura carveriana, il fine sarcasmo, la profondità dello sguardo, la disperata sincerità, il tutto urlato e frullato in quella macchina bellissima che sono i FBYC. Sfortuna. Disco della vita. Ora me lo riascolto.Enrico suona il basso nei Tre Allegri Ragazzi Morti e fa La Tempesta.
Dauntaun non esiste più ma anche se esistesse ancora, non sarebbe in grado di contenere tutto il pubblico dei Fine Before You Came. Perché ebbene sì, caro Marino, quelle canzoni tristi di dieci anni prima sono piaciute a tantissime persone.Daniele "Lake" Laghezza, ha inventato il termine Emo98 ed è stato leader dei fantomatici "Ragazzi della Curva 98", assidui frequentatori ed organizzatori di concerti "punk" nei gloriosi anni '00. Dal 2013 si è trasferito all'Estero, in Località Segreta dove svolge l'attività di party harder. Continua ostinatamente a non vestirsi da adulto.
GABRIELE "CAPRA" MALAVASI
ENRICO MOLTENI
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MATTEO OREGLIO
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Matteo è uno dei ragazzini volanti che danno il nome a un'etichetta nata grazie a Sfortuna.Lo ammetto: fino a prima di lavorare al disco di Generic Animal, che è stato il momento in cui ho conosciuto Jacopo, non avevo mai ascoltato davvero i FBYC. Avevo sentito delle cose sparse, ma tutto lì. L'impressione che avevo però di loro è che fossero molto spontanei e dignitosi – ho sempre apprezzato moltissimo il fatto che si facessero i cazzi loro, senza tirarsela e senza la fissa del presenzialismo. Poi però, dopo che ci siamo avvicinati, ho voluto capire un po' chi avevo vicino, e tra le varie cose in cui mi sono imbattuta c'era Sfortuna. È stato bello ascoltarlo senza alcuna pre-conoscenza in merito, ma sarei veramente falsa se non dicessi che mi è sembrato da subito un disco incredibile. È forte e urgente e diretto e sincero. Niente fronzoli e niente prese per il culo.
Stavo per scrivere di questo o quel pezzo che mi ha colpita di più, ma onestamente non credo che sia questo il punto. Non credo che il punto di questo disco sia il testo bello, o il riff bello o il pattern ritmico bello. Questi qui non sono dei musicisti, sono delle persone che suonano, e lo fanno non per obbligo o per ego, ma perché hanno bisogno di farlo e di farlo tra di loro. Questi qui si vogliono bene e si fidano l'uno dell'altro, e per quanto sembri scontato, non lo è per niente. Non so cosa dire di Sfortuna in sé, probabilmente ne parlano meglio e con più precisione altre persone. Ma questa cosa qui, del volersi bene, e dell'essere pronti a venirsi incontro, e di crescere insieme ai tuoi migliori amici, segna davvero tanto il modo di fare musica. E questa cosa si sente e è di grande ispirazione anche per persone che fanno dischi esteticamente diversi da quelli dei FBYC. Siamo fortunati ad averli. Io di sicuro sono fortunata.Adele suona negli Any Other.
ADELE NIGRO
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MARIO ORSINI
PAMELA PERNATSCH
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Mi ricordo benissimo la sera del release party. Erano gli anni più belli di Dauntaun, quando sotto al Leo si era creato questa situa veramente fighissima. Passavano mille gruppi fighi, tutto DIY, tutto in famiglia. Era uno di quei momenti d’oro che Milano ciclicamente propone e che ti rimangono nel cuore perché ne senti tutta la magia. Eravamo tutti carichi, anche perché i pezzi li avevamo già imparati. Poi c’era Lake che aveva appena inventato il concetto di "curva del ‘98", o forse l’ha inventato quella sera, quindi tutti carichi, fingerpointing e vai di emo. In tutto questo io quella sera ero stata colta da un mal di schiena lombare devastante e non riuscivo a stare a più di 45 gradi. Vidi tutto il concerto dolorante appoggiata alla cassa di sinistra. La cosa che fa più ridere se si guarda la foto nel libretto e che son proprio lì con la maglia bianca e un’aria decisamente anziana. piegata dal dolore.Un'ultima cosa: io so dov’è il bar delle "brioches di cartone"! Ma non vi dico dov'è.Pamela suona e ha suonato in tanti gruppi, tra cui Agatha, The Smudjas, Skulld e Flowral.Nel 2015 Alvin ha mandato 9 songs di Leute a Enrico e Jacopo senza dirmelo. Poco dopo Jacopo ci ha scritto per dire che voleva incontrarci, abbiamo fatto Leute insieme e ora siamo amici e ci raccontiamo i segreti. Però mi ricordo ancora quando c’è arrivata la chiamata, ci siamo guardati e ci siamo resi conto che uno dei miei cantanti preferiti di una delle nostre band preferite che aveva fatto uno dei nostri dischi preferiti volesse parlare con noi e mangiare in una trattoria di Tolmezzo che ci ha offerto un Ritter Sport. In realtà poi due anni dopo abbiamo suonato in Santeria insieme, io ho preso coraggio e gliel’ho detto: Jacopo, Marco, Marco, Filippo, Mauro, siete i migliori.Carlo ha suonato nei Leute e ora fa parte dei 72-HOUR POST FIGHT.
CARLO LUCIANO PORRINI
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