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Tecnologia

Cani, fragole e Sean Connery: i circuiti cerebrali del riconoscimento

Esistono dei circuiti specifici per il riconoscimento degli attori famosi.
MRI Brain scan. Immagine: via

La relazione tra alcol e scienza non è particolarmente complicata. Le menti stanche degli scienziati hanno sicuramente bisogno di un po' di alcol per rinfrescarsi ogni tanto, e quelle dei profani che vogliono avvicinarsi alla scienza—e capirci qualcosa—devono costantemente oliare le sinapsi.

Gli scienziati, o i ricercatori aspiranti tali se non sono spudoratamente raccomandati, devono per forza essere intelligenti. E da buone persone intelligenti, i due ricercatori londinesi Michael Motskin e Praveen Paul hanno capito che il flirt scienza-etanolo andava coltivato per bene. Per questo, nel maggio fiorito del 2013, hanno organizzato un evento chiamato Pint of Science durante il quale hanno portato al grande pubblico alcuni dei più rinomati ricercatori inglesi a raccontare il loro lavoro agli amanti della scienza e della birra. E hanno scoperto che il binomio funziona.

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Come una macchia di brown ale su una bella tovaglia di lino bianco, Pint of Science ha allargato i suoi orizzonti ed è arrivato anche in Italia: il 18, 19 e 20 maggio, i ricercatori di Roma, Trento, Milano, Pavia, Siena e Genova allieteranno i curiosi di scienza con le loro parole incomprensibili. Noi di Motherboard non potevamo fare finta di niente, anche perché siamo spesso costretti oliare abbondantemente le sinapsi in nome del sapere, allora abbiamo deciso di intervistare una delle ricercatrici che parteciperanno all'evento, pregustando la bionda schiumosa di lunedì sera.

Abbiamo scelto di trattare una disciplina poco conosciuta, la neuropsicologia, e ne abbiamo parlato con la Professoressa Costanza Papagno dell'Università Bicocca di Milano, affascinati dal titolo del suo intervento: "Cani, fragole e Sean Connery nel nostro cervello."

La neuropsicologia è la disciplina scientifica che studia i deficit cognitivi ed emotivo-motivazionali causati dalle lesioni di quella magica centralina nervosa che è il cervello. Si occupa quindi, più in generale, di collegare i nostri comportamenti nella vita quotidiana alle funzioni e alla struttura del sistema nervoso per diagnosticarne i disturbi.

La neuropsicologia pensa il cervello in termini di dissociazione, ovvero lo suddivide in moduli e attribuisce a ognuno di questi una specifica funzione cognitiva: se un'area viene danneggiata, quindi, si verifica un deficit specifico perché è proprio da quell'area che una data funzione viene svolta. Fin qui tutto chiaro e quasi banale, perché di film su amnesie conseguenti a shock o a lesioni cerebrali ne abbiamo visti anche troppi. Quello che forse non tutti sanno è che, dal punto di vista funzionale, il cervello è quasi infinitamente divisibile: esistono delle aree specifiche distinte per il riconoscimento degli oggetti più insospettabili. Ad esempio, il team guidato dalla Professoressa Papagno ha scoperto che esiste un circuito specifico per riconoscere i volti delle persone famose che si chiama "fascicolo uncinato."

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Anatomia dell'encefalo. Immagine: via

"Negli ultimi anni, la neuropsicologia ha dimostrato che esistono aree specifiche per la denominazione di frutta e verdura (e in generale di esseri viventi) che sono distinte da quelle che servono per denominare gli oggetti, ma anche circuiti specifici per collegare le persone famose ai loro nomi" ha detto Costanza Papagno a Motherboard. "Quindi, c'è una parte del nostro cervello che serve per riconoscere e denominare una fragola, un'altra per riconoscere e ricordare il nome di Sean Connery."

Tra gli strumenti a disposizione della neuropsicologia per esplorare quella scatola nera che ci portiamo nella testa c'è la stimolazione elettrica diretta: una tecnica che si usa in neurochirurgia e che consiste nell'applicazione di corrente su una regione molto piccola (1 cm quadrato) della corteccia cerebrale o sulle strutture sottocorticali. "La corrente interferisce con l'attività delle cellule nervose provocando un'alterazione. Per esempio, se quell'area del cervello mi serve per dire il nome di un oggetto, non riuscirò più a dirlo, se mi serve per riconoscere una faccia arrabbiata, non la riconoscerò più e così via."

Il video qui sopra mostra un violinista che continua a suonare durante un intervento al cervello. La stimolazione elettrica diretta, infatti, viene eseguita a cranio aperto sui pazienti che vengono sottoposti a interventi di rimozione di un tumore cerebrale. Cosa che, detta così, sembra agghiacciante, ma che in realtà è una pratica necessaria ai fini del buon esito dell'operazione.

"Con questa tecnica il neurochirurgo esegue quello che si chiama 'mappaggio,' identifica cioè le aree che sono fondamentali per una certa funzione così da sapere che quella particolare regione è indispensabile per dire 'fragola' o per ricordare il nome del proprio vicino di casa. Quando c'è un tumore, le aree 'si spostano:' avviene cioè una riorganizzazione in modo che questa funzione sia comunque preservata. Con questa procedura, quando asporta il tumore, il neurochirurgo sa esattamente quali sono le aree che deve assolutamente risparmiare. Quindi è anche nell'interesse del paziente seguirla, perché è meno rischioso che si ritrovi degli esiti sgradevoli."

"Se ogni area ha una funzione specifica," continua Papagno, "esistono circuiti distinti e cioè aree nella corteccia collegate da fibre di sostanza bianca. Circa i nomi propri la questione è specifica, perché ci sono tanti cani, tante fragole, tante automobili, ma c'è un solo Sean Connery, una sola Angelina Jolie, quindi è più facile perderli."