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Tecnologia

Gli ingegneri non riescono a spiegarsi la velocità di Bolt

Le performance dell'atleta giamaicano vanno molto oltre le possibilità della sua fisiologia.

Anche quest'anno, i giochi olimpici prevedono una nuova overdose della superstar della corsa, Usain Bolt.

Pluridecorato alle olimpiadi, Bolt è l'uomo più veloce della storia. Lo sprinter giamaicano è diventato famoso con la sua performance a Pechino nel 2008, quando ha corso i 100 metri in 9,58 secondi. Una media di circa 37 km/h.

Gli scienziati non sono solo impressionati, sono anche confusi dalla velocità che riesce a raggiungere in relazione alla sua fisiologia. Con i suoi 195 cm d'altezza, è di gran lunga il più alto tra i suoi avversari, e le sue gambe gli permettono una falcata molto ampia. Mentre gli altri sprinter professionisti fanno una media di 44 passi ogni 100 metri, Bolt ne fa soltanto 41.

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Ma considerata la sua stazza, il centometrista ha anche bisogno di grande energia per far correre il suo corpo.

"Usain Bolt è un caso raro, riesce ad accelerare al massimo e allo stesso tempo a mantenere alta la velocità," ha detto la Dott.ssa Anette Hosoi, un ingegnere meccanico al Massachusetts Institute of Technology, in un video dell'NBC.

Hosoi e Samuel Hamner, ingegnere meccanico alla Stanford University, hanno studiato la struttura fisica di Bolt per cercare di capire come riesca a correre così veloce. La loro speranza è di poter usare le conoscenze acquisite per aiutare le persone con problemi motori e altri atleti.

"Se riusciamo a capire i ruoli funzionali di questi muscoli, possiamo aiutare anche Bolt stesso a migliorare i suoi allentamenti o a capire come correre ancora più veloce" ha detto Hamner.

Il centometrista liceale che c'è in me è molto geloso. A malapena riuscivo a superare i 15 km/h, e sapevo bene che molto dipendeva dal mio fisico.

Ma nelle varie fasi della corsa ci son molte variabili.

"C'è un'attivazione molto precisa di ogni muscolo durante la corsa," ha detto Hamne. "Se sbagli di qualche millisecondo mentre generi queste forze, cadi e ti infortuni. Quindi è necessaria una tempistica ben precisa tra il segnale elettrico che parte dal cervello e i muscoli che creano la forza."

Continuiamo a sperare che gli scienziati riescano a capire come possiamo battere la nostra stessa fisiologia. Anche solo per una corsetta.