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Tecnologia

L'archeologo che studia 'World of Warcraft'

I videogiochi sono già materia di studio per gli archeologi?

L'archeologo Andrew Reinhard lavora in genere tra scavi e siti archeologici in giro per il mondo, ma il suo ultimo progetto non richiede pale, spazzole o scalpelli. Tutto ciò che gli serve è un joystick per videogiochi.

Reinhard fa parte di una razza rinnegata di cosiddetti archeologi "punk" che lavorano ai confini del mondo accademico. Scrivono articoli accademici che parlano di un'enorme miniera di giochi Atari trovata in una discarica e studiano le abitudini migratorie degli accampamenti umani nei giacimenti di Bakken. Ma l'ultimo progetto non si svolge in un deserto del New Mexico o in una foresta ghiacciata del Nord Dakota—è tutto dentro ai videogiochi.

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"Ho formulato un'ipotesi che molti potrebbero considerare folle: non c'è differenza tra le culture di ambienti reali e virtuali," dice Reinhard.

Un esempio di artefatto scoperto e assemblato usando le conoscenze dell'archeologia in World of Warcraft. La "puzzle box of Yogg-Saron" appartiene alla razza Nerubian (aracnidi) ed è impossibile da aprire. Quello che fa è insultare il giocatore con una serie di cattiverie biascicate. La scatola è una citazione del mondo creato da H. P. Lovecraft e fornisce un esempio perfetto di come WOW incorpori la cultura pop nel mondo dei videogiochi. Immagine: Andrew Reinhard/Screencap World of Warcraft

Per "Archaeogaming" si intende l'archeologia dei videogiochi, ma anche l'archeologia dentro ai giochi. Reinhard, che ha 43 anni, ha coniato il termine due anni fa e ha aperto un blog per discutere qualsiasi cosa, dall'uso dei videogiochi per insegnare archeologia, alla minuzia del design delle monete nell'universo di Elder Scrolls. Il blog ha ora un buon seguito, ma il campo di studi si sta lentamente evolvendo da passatempo vagamente geek a disciplina accademica intensiva—grazie a un gioco innovativo intitolato No Man's Sky che potrebbe cambiare tutto.

Reinhard ha conseguito la laurea in archeologia all'università del Missouri-Columbia circa vent'anni fa, ha lavorato per anni ad Atene, in Grecia, e ha condotto vari scavi in giro per il mondo. Ma le antiche rovine non sono mai state la sua unica passione.

"Ho sempre avuto interesse per le civiltà perdute e per le altre culture, non tanto per le persone, ma per le cose che le persone si sono lasciate dietro," spiega. "Unendo questa cosa con l'amore per la fantascienza e le storie d'avventura stavo dando forma all'archaeogaming, senza nemmeno saperlo."

"Tomb of the Watchers" è un sito di scavi nelle Badlands di World of Warcraft, un'area ricca di artifatti "titanici" vicini alle antiche rovine naniche di Uldaman. Immagine: Andrew Reinhard/Screencap World of Warcraft

Come molti figli degli anni Ottanta, è cresciuto con Space Invaders, Asteroids e Atari. Quando è andato al college era un giocatore da PC convinto, amante di giochi come Wolfenstein e Doom.

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Reinhard ha sempre avuto una passione particolare per i giochi che parlavano di culture antiche, o per gli spazi virtuali a tema antico come su Second Life. Ma solo nel 2010, quando ha scoperto l'espansione per World of Warcraft Cataclysm—che includeva una skill di archeologia—ha capito che c'era il potenziale per condurre analisi archeologiche reali dentro i giochi: esplorare nuove lande, comprendere come si siano sviluppate le costruzioni poi andate in rovina e studiare l'uso di certi strumenti da parte di varie culture interne al gioco. Ha discusso di come, ad esempio, fosse diverso l'uso della ceramica tra gli Elfi del Sangue e gli Elfi della Notte, e ha ricostruito quali oggetti fossero messi nelle tombe e con quali relazioni. Reinhard ha anche iniziato a studiare come i tesori saccheggiati e gli artefatti fossero venduti all'asta, e che effetti avesse la cosa sulle economie dentro e fuori dal gioco.

In seguito, ha cominciato a esaminare attentamente l'universo di Elder Scrolls, la nuova versione di Skyrim e l'incredibilmente profonda storia di World of Warcraft. La figlia dodicenne di Reinhard gli ha mostrato i meandri di Minecraft, che, per lui, hanno acquisito un fascino speciale quando è uscita l'espansione sulla mitologia greca.

"Questi primi passi nell'archeogaming sembravano più teorici che pratici," ha detto. "L'archeogaming cercava ancora di capire a quali domande avrebbe potuto rispondere che l'archeologia tradizionale non potesse affrontare."

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Oggi le cose sono un po' più avanzate e lungimiranti. Reinhard vuole "continuare a creare questo nuovo tipo di archeologia, dove gli scavi possono essere fatti al livello del codice sorgente, guardando al DNA del gioco," spiega. "Diventa fisica quantistica e in un certo senso chimica, con un po' di alchimia buttata dentro."

Diverse missioni in Elder Scrolls Online sono a tema archeologico. Nella catena di missioni "Mallari-Mora," il giocatore incontra Telenger, un arrogante archeologo i cui studenti sono intrappolati un una tomba sotterranea. Il giocatore deve recuperare un artefatto magico, ma per farlo deve anche "liberare" gli studenti, o più semplicemente ucciderli. Immagine: Andrew Reinhard/Screencap Elder Scrolls Online

I metodi sono più avanzati ora, e anche più vari. Alcuni archeogamer sono interessati alla cultura virtuale e ai suoi cambiamenti, mentre altri sono interessati all'archeologia e a come gli archeologi vengono percepiti nei giochi.

"Per come la vedo, i videogiochi sono creazioni umane e per questo sono artefatti loro stessi, ma contengono anche un mondo di storie e oggetti che a loro volta stimolano il pensiero archeologico," dice Reinhard.

Ora, sta portando la sua passione a un nuovo livello accademico. Quest'anno è stato accettato nel programma Digital Heritage al dipartimento di archeologia dell'università di York, in Inghilterra, e comincerà la sua ricerca nel 2016.

Spera di gettare le fondamenta per uno studio futuro dei videogiochi che includa qualsiasi cosa, dalla ceramica alla razza dei Nord in Skyrim, alla documentazione degli eventi più importanti nei giochi MMO, e sulle conseguenze ce hanno sulle economie e politiche interne a giochi come Eve Online.

"È tempo per noi archeologi di tirare le teste fuori dalla sabbia—letteralmente—e di metterle nello spazio al silicio dei mondi di gioco," dice. "Sono ricchi e diversificati tanto quanto qualsiasi altra creazione umana."

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Presto, Reinhard e altri archeogamer affronteranno la sfida più grande e straordinaria mai vista.

No Man's Sky uscirà quest'anno. Ispirato dall'esperienza di uno dei creatori, che è cresciuto nell'entroterra australiano esplorando un universo apparentemente infinito, il gioco è ambientato in una galassia "generata in modo procedurale, all'infinito," come è spiegato sul sito.

Il saccheggio è una delle meccaniche base in molti MMO e RPG. In Elder Scrolls Online, i giocatori devono, a volte, compiere saccheggi per poter terminare una missione. Altre volte, i giocatori devono proteggere un reperto nel gioco. I giocatori possono scegliere di non completare le missioni che compromettono la loro morale/etica. Immagine: Andrew Reinhard/Screencap da Elder Scrolls Online.

Il che significa che l'universo è programmato per generare continuamente nuovi mondi e creature—permettendo ai giocatori di essere i primi a scoprire nuove terre. Mentre molti giocatori sono semplicemente esaltati all'idea di intraprendere nuove avventure, Reinhard non vede l'ora di compiere le sue ricerche su queste civiltà generate artificialmente.

"Siamo sul punto di esplorare culture che non sono mai state viste finora, mai neanche pensate," spiega. "Le prenderemo in esame una a una, le catalogheremo e vedremo se sarà possibile arrivare a una qualche verità universale sulle culture generate da una macchina o da un'intelligenza artificiale e paragonarle a quello che sappiamo di questo pianeta."

Non c'è ancora una data ufficiale di uscita per il gioco, ma Reinhard è già trepidante. Spera di usare No Man's Sky come una sorta di banco di prova dell'importanza dell'archaeogaming in quanto legittimo campo di studio.

"Voglio andare là e vedere cose che nessuno ha mai visto, e fare cose che nessuno ha mai fatto," dice. "Questi nuovi ambienti in questi mondi permettono di fare tutto questo restando comodamente seduti in poltrona."