FYI.

This story is over 5 years old.

News

Una volta per tutte: il MoVimento 5 Stelle sta virando verso destra?

Abbiamo cercato di capire se è giusto parlare di svolta a destra del MoVimento, e dove si posiziona nello spettro politico.

Nei giorni scorsi, social e siti di informazione hanno riportato unanimi una notizia: quella dell'endorsement di Grillo a Trump e a Putin, e il suo riferimento alla necessità di "uomini forti".

Le frasi incriminate sono parte di un'intervista a Beppe Grillo pubblicata la scorsa domenica sul Journal du Dimanche, un settimanale francese. In questa, riferendosi ai due leader, Grillo dichiara che "la politica internazionale ha bisogno di statisti forti come loro," e si dice ottimista sulla presidenza di Donald Trump—che gli sembra un uomo "moderato" e con alcune delle cui scelte si trova d'accordo.

Pubblicità

Successivamente, Grillo ha cercato di liquidare dando la responsabilità alla "traduzione fantasiosa inventata dai giornali," ma questo non è bastato per fermare le polemiche e i discorsi sull'ennesima svolta a destra del MoVimento 5 Stelle—alimentati anche dagli articoli dei giorni successivi sulle pagine di Repubblica e del Corriere, in cui si parlava di una potenziale alleanza post-elezioni tra i 5 Stelle e la Lega.

Le accuse di essere un partito con posizioni di destra non sono certo nuove per il MoVimento: lo accompagnano sin dalle sue prime affermazioni elettorali. I suoi vertici—tra alleanze europee quantomeno ambigue e dichiarazioni in stile leghista sull'immigrazione—sembrano inoltre non voler fare niente per evitarle. Eppure, la sensazione è che ultimamente questa tendenza sia più marcata. Per cercare di capire una volta per tutte se è giusto parlare di svolta a destra del MoVimento 5 Stelle, e dove si posiziona attualmente il Movimento nello spettro politico, ho contattato due professori che seguono da vicino i 5 Stelle.

"In riferimento alle ultime dichiarazioni su Trump e Putin, non è corretto parlare di svolta a destra: c'è sempre stata una prossimità ideologica dei movimenti anti-sistema, le somiglianze ci sono, sono accomunati da quello che viene definito populismo e che molto spesso è di destra." A dirmelo è Piergiorgio Corbetta, ex professore ordinario di Metodologia della ricerca sociale all'Università di Bologna e autore del libro Il partito di Grillo. La dichiarazione di Grillo, continua, non arriva a sorpresa, in quanto prima o poi doveva necessariamente prendere una posizione e—dati i punti di contatto tra i movimenti dei due personaggi—non poteva che essere questa.

Pubblicità

Se anche secondo Roberto Biorcio, professore di sociologia all'Università Bicocca di Milano e esperto di MoVimento e populismo, non è corretto parlare di svolta a destra, le motivazioni che adduce per questa sua posizione sono completamente diverse da quelle del collega. Per Biorcio, infatti, i riferimenti a Trump e Putin sono prima di tutto stati estrapolati da un'intervista in cui i punti fondamentali erano altri, e poi in totale coerenza con la linea del MoVimento. "Su alcuni punti, quali la fine della guerra fredda, la lotta alla globalizzazione e l'uscita dalla NATO, Trump porta avanti discorsi che il MoVimento ha sempre sostenuto," mi dice. "Come sempre, tra i 5 Stelle ci si preoccupa delle proposte, il fatto che poi vengano da destra o da sinistra, da una persona o da un'altra, è del tutto secondario," continua.

Al di là delle interpretazioni e delle motivazioni che vi stanno dietro, Grillo pare del resto aver espresso un sentimento, quello della necessità di "statisti forti" (o di "uomini forti," a seconda delle interpretazioni), molto diffuso tra gli italiani. Un sondaggio Demos pubblicato in questi giorni mostra che gli elettori di tutti i partiti, esclusi Sel e altri partiti di sinistra, ritengono con una percentuale nettissima che il paese abbia bisogno del tipo di figura a cui Grillo ha fatto riferimento. A essere meno popolare potrebbe invece rivelarsi una ufficiale svolta a destra, e quindi l'alleanza con Salvini che nei giorni scorsi i giornali profilavano—anche se le possibilità che questa sia realmente dietro l'angolo, per entrambi i politologi, sono piuttosto remote.

Pubblicità

"Mi sembra assolutamente improbabile," commenta Biorcio. "A differenza di quanto avviene con Salvini, il programma dei 5 Stelle contiene temi quali la difesa del welfare statale e il reddito di cittadinanza, che rendono praticamente impossibile un'alleanza con la Lega. […] Si tratta di due programmi completamente diversi, che mirano a un elettorato sostanzialmente diverso—anche perché se i 5 Stelle puntassero a quello stesso elettorato, farebbero battaglie sugli stessi temi di Salvini," conclude.

Proprio su questo punto, Corbetta sembra pensarla in modo opposto. Se da una parte anche lui mi dice che la prospettiva di un'alleanza tra le due coalizioni è molto difficile, non la vede del tutto impossibile, e questo proprio per il fatto che le due parti in gioco si contendono la stessa parte di elettorato. Questioni pragmatiche a parte, anche ideologicamente, secondo Corbetta, l'alleanza non sarebbe fantascienza: "Non conviene a nessuno dei due partiti palesare una potenziale alleanza, ma è innegabile che ci sono molti punti in cui vanno d'accordo: Trump, Putin, la questione delle elezioni subito, l'ostilità nei confronti Unione Europea, per nominarne alcuni," mi dice.

Ma il fatto che il MoVimento 5 Stelle presenti dei punti in comune con un partito di destra quale la Lega, lo rende di destra? O meglio, dove si posiziona il MoVimento tra destra e sinistra nello spettro politico attuale?

Pubblicità

Nonostante fin da subito abbia ostentato la sua diversità rispetto altri partiti e la sua estraneità alla classica linea di divisione tra destra e sinistra, alla sua nascita è stato spesso associato a un movimento di sinistra. Del resto, Beppe Grillo lo lanciava ufficialmente dopo essersi visto rifiutare la possibilità di candidarsi alle primarie del PD; e più in generale, il MoVimento si faceva portatore di temi tendenzialmente di sinistra. Anche gli iscritti, nel 2013, chiamati a votare per le quirinarie, scelsero nomi marcatamente riconducibili a quella parte politica.

Con il tempo l'alleanza con Farage, le varie posizioni prese (o non prese) nel campo dell'immigrazione e i meccanismi di democrazia interna non proprio trasparentissimi, hanno fatto sì che il MoVimento si spogliasse sempre di più dall'aura di sinistra, per essere considerato pienamente populista.

"Il M5S ha sempre presentato una prossimità ideologica agli altri movimenti anti-sistema, e i movimenti anti-sistema, la storia ci insegna, sono sempre stati prevalentemente di destra. Nonostante i 5 Stelle non abbiano ancora una precisa connotazione, si stanno spostando anche loro da quella parte," mi dice Corbetta. Questo spostamento, continua, avverrebbe un po' per fiuto politico, un po' per la natura stessa del MoVimento—che pur avendo sempre nutrito tendenze di destra, ha intuito di doverle palesare solo gradualmente, fino a scegliere di farlo in modo deciso solo adesso che i tempi sono maturi.

Pubblicità

Questa considerazione, aggiunge Corbetta, vale ovviamente solo se vogliamo intendere destra e sinistra nella loro accezione tradizionale: da una parte la lotta contro la disuguaglianza e dall'altra la valorizzazione dell'individuo, da una chiusure nazionaliste e dall'altra apertura internazionale, stato contro libero mercato, e via dicendo.

Ma la divisione, e di conseguenza anche la possiblità di far rientrare il MoVimento 5 Stelle in una delle due categorie crolla se consideriamo destra e sinistra come concetti obsoleti, che non trovano riscontro nella realtà politica—ed è su questo punto che insiste Biorcio.

"La politica ha superato questi ruoli, è difficile inquadrare Trump all'interno delle due categorie tradizionali, come era difficile inquadrare Hillary Clinton. Renzi ha fatto politiche di destra sul lavoro mentre il Front National difende lo stato sociale. Si tratta di ruoli superati, e per quanto riguarda il MoVimento 5 Stelle, il discorso non è andare a destra o sinistra, ma rimanere più o meno fedele a quello che era all'inizio," commenta Biorcio.

Del resto, solo ieri Beppe Grillo tornava sul tema, ribadendo che il MoVimento "non è né di destra né di sinistra, né un po' di destra né un po' di sinistra, non c'entriamo nulla con queste categorie ideologiche" e che "i portavoce eletti del MoVImento 5 Stelle hanno un compito ben definito: dedicarsi al compimento del programma votato da 9 milioni di italiani alle politiche del 2013."

Pubblicità

Ed è questa, come noto, l'altra grande caratteristica del MoVimento: la sua trasversalità, e la difficoltà di inquadrare il suo elettorato. Se infatti si può attribuire a questo un voto compatto, come in occasione del Referendum costituzionale dello scorso dicembre, è più complicato capirne la provenienza. Per le scorse elezioni amministrative l'istituto Cattaneo ha provato a tracciarne un identikit e la maggior parte degli elettori del M5S risultavano derivare dal PD.

"Il MoVimento è andato a occupare uno spazio che una volta apparteneva alla sinistra e che oggi non occupa più, quindi deve in molti casi assumere il ruolo della sinistra storica, attirando il voto dei giovani e dai settori sociali più disagiati," mi dice Biorcio, ribadendo che quel vuoto, se loro non ci fossero, sarebbe probabilmente occupato dai partiti di destra.

Anche su questa trasversalità del MoVimento è invece molto più critico Corbetta. "La grande forza del MoVimento 5 Stelle," mi dice, "è quella di attirare un elettorato molto vasto, che ha provenienze di destra come di sinistra, in quanto per adesso è sempre riuscito a tenere il piede in due scarpe." Questa possibilità, secondo Corbetta, andrebbe necessariamente a cadere qualora il MoVimento andasse al governo, quando le prese di posizione si farebbero obbligatorie e la perdita di parti dell'elettorato quasi inevitabile.

Se si accetta questa visione, c'è quindi da aspettare che il MoVimento vada al governo per capire veramente dove lo si può posizionare nello spettro tra destra e sinistra. Presupposto, ovviamente, che le due categorie abbiano ancora un senso.

Foto via Flickr. Segui Flavia su Twitter