Qualche mese fa, ho scoperto il sito ufficiale del mago Otelma. Oltre alle scritte in “Germanica” a caso nella home, ho apprezzato molto la sezione che consente di ricevere una benedizione online dal divino. Appoggiando per pochi minuti sullo schermo la propria mano destra a contatto col palmo digitale del mago, potrete entrare nella “Grande Catena Ecumenica di Forza Positiva creata dal Divino Maestro Otelma”.
Il servizio mi ha subito fatto tornare in mente un’opera di computer art dei Coniglioviola. Nel lavoro chiamato Yolanda’s meditation, il duo di artisti italiani proponeva il primo esperimento di online meditation della storia. Sulla pagina, l’utente poteva intraprendere un percorso di meditazione sui sette chakra sotto la guida confortante del robot di Metropolis. Il tutto comodamente seduto a casa. Questo mi ha ispirato una serie di domande.
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Per quale motivo qualcuno dovrebbe cercare benedizioni online? In che modo la tecnologia ha cambiato il nostro modo di vivere la nostra spiritualità e religiosità? E perché? Quanto è diffuso questo fenomeno? A quali condizioni e per quali religioni la preghiera o benedizione online è valida?
L’oggetto, il dispositivo, la materia, godono del vantaggio di rendere concreto il culto e i suoi momenti rituali.
La questione dell’introduzione della tecnologia nei rituali e dei suoi legami con il soprannaturale non è del tutto nuova. Si può pensare banalmente al ruolo delle registrazioni dei mantra e delle musiche sacre nel sud-est asiatico e in India vendute su cassetta e CD, oppure, come tratta Adelina Talamonti nel suo studio etnografico sull’esorcismo, La carne convulsiva, all’introduzione della pratica dell’esorcismo telefonico avvenuta qualche anno fa.
È ovvio che gli strumenti moderni offrono nuove possibilità e sollevano interrogativi su come dovremmo vivere la nostra spiritualità nel quotidiano. Al contempo, il numero di utenti interessati a reperire informazioni, cercare confronti o aiuto su internet è aumentato esponenzialmente. Mettendo a confronto due studi condotti dal Pew Research Center, nel 2013 e nel 2016, si nota come il numero di adulti americani che usano internet a scopo medico è salito dal 35% all’80%.
Se vi state chiedendo cosa c’entrano le ricerche sulle malattie con la preghiera e l’aiuto spirituale online, provate pensare alla sottile linea che separa il campo medico da quello religioso: quante persone vanno dal medico e in viaggio a Lourdes, ad esempio, per risolvere lo stesso problema ?
In fondo la medicina e la religione sono legate in più di un senso e, da sempre, cercano di affrontare e guidare lo stesso genere di disagi, anche se in modo diverso. Possiamo dire che entrambe mirano ad identificare un percorso terapeutico che coinvolga un’identificazione, analisi, trattazione ed eventualmente soluzione del problema.
Inoltre, come ha ricordato Pierre Bourdieu con la sua nozione di campo, il campo biomedico ha una tendenza a medicalizzare — aka rendere dominio della medicina — le regioni di sapere ed azione che non sarebbero direttamente di sua competenza, arrogandosi la possibilità di trattarle, sottraendo contemporaneamente agli individui l’opportunità di gestire da soli i propri disagi.
Per ritornare a Yolanda’s Meditation il merito più grande di Coniglioviola è aver messo in evidenza il binomio utente/adepto. A questo punto, la questione da porsi, per rispondere alle domande riguardanti le benedizioni online è: a quali condizioni utente e adepto coincidono?
Facendo un po’ di ricerca su internet e facendomi aiutare da un po’ di testi ho provato a capire quali e quanti siti di benedizioni o preghiere e riti finalizzati a ricevere dei benefici dalla divinità si trovino in rete. In seguito, ho cercato di tirare le fila e comprendere qual è la struttura delle benedizioni online: perché esistono e per quale motivo la gente dovrebbe utilizzarle?
Qualcuno potrebbe obiettare che i siti che andrò a presentare siano delle emerite patacche o delle vere e proprie macchine per spillare i soldi a “fedeli” ingenui. Per rispondere a chi calunnia il divino Otelma e i suoi magici colleghi, dirò solo che in questo articolo non ho ritenuto utile considerare l’autenticità e l’onestà delle pagine. Il focus sarà rivolto verso chi si rivolge a questi portali in modo da capire quale tipo di bisogno l’utente/adepto/consumatore cerca di appagare.
Detto questo, tuffiamoci nel mondo dell’antropologia da bar e della spiritualità in rete.
“Questa pagina è per voi, perché veniate per rilassarvi […] per prendervi alcuni minuti per voi, connettervi con voi stessi ed essere grati”.
Dopo aver fatto ricerca su internet, ho notato che le pagine di benedizioni online si riducono solamente a siti web di matrice cristiana o indiana-new age. Premetto che qualche sito situato al di là della fine di internet potrebbe essermi sfuggito — in tal caso, invito chiunque ne scopra di nuovi a segnalarmeli. I siti di matrice cristiana non verranno trattati per non rendere questa analisi troppo lunga e perché parte di un discorso più ampio.
Procediamo con la nostra analisi dei siti di spiritualità indiana o new age.
Il primo è: Getblessedonline
Questo sito, a mio avviso, è il più interessante all’interno della branca India/new age. Il design è molto semplice e basilare, assomiglia quasi a un blog stile WordPress. Ecco le istruzioni per ricevere una benedizione online: trovarsi in un posto tranquillo, usare delle cuffie o accendere le casse per ascoltare la musica sacra di sottofondo (modulazioni di bordoni e una voce femminile che recita una supposta preghiera indiana), chiudere gli occhi e invocare la vostra divinità tutelare preferita, chiedere ciò di cui si ha bisogno, stendersi con gli occhi chiusi per 5-10 minuti, ma soprattutto mettere like e consigliarlo ad un amico ;).
Questo sito è importante perché ci parla delle persone a cui è rivolto e del perché è stato creato. Citando testualmente: [Abbiamo creato la pagina] “perché nella nostra vita siamo così presi che dimentichiamo di fare le cose che ci aiutano di più. Così questa pagina è per voi, perché veniate per rilassarvi e ricordare a voi stessi queste cose. Per prendervi alcuni minuti per voi e connettervi con voi stessi ed essere grati” e “Si! Più lo fate meglio è! Questa pagina non è fatta per sostituire la normale benedizione. È fatta per voi, affinché possiate venire quante volte volete in aggiunta alla Benedizione dell’Unità”.
Continuiamo con Art of living India e Enlightenment-Online
Questi fantastici siti permettono di ricevere una benedizione online in qualsiasi momento. Basta solo compilare i form nelle pagine e si riceverà via mail una benedizione/una meditazione per raggiungere l’illuminazione. Per ciò che riguarda Art of living India, bisogna fornire dei dati in cui si indica chi deve ricevere la benedizione, la città e lo stato in cui vive, la vostra mail — immagino per inviarvi tonnellate di spam — e i dettagli riguardanti la benedizione stessa (salute, finanza, amore etc.). Nel secondo bastano solo nome, cognome e indirizzo mail.
Da qui, emergono diversi punti interessanti: si può osservare come la pratica della meditazione, le discipline new age e internet siano state incorporate in modo quasi naturale, permettendo una serie di sincretismi religioso-tecnologici peculiari. Se la meditazione in senso indiano è una pratica che deve raggiungere l’automatismo delle radici del quotidiano per essere totalmente effettiva, internet rappresenta un medium perfetto per rappresentarla nella sua completezza. Internet e le tecnologie hanno sempre fatto dell’accesso libero, continuato e immediato un proprio vessillo, sembra quindi logico che le tecniche di meditazione ne abbiano fatto uno strumento per la loro riproduzione.
Il form, invece, ha vari vantaggi: prima di tutto, porta il fedele a formalizzare e individualizzare il proprio pensiero, dandogli ordine. Ordinare i pensieri significa tirare le fila delle proprie preoccupazioni e speranze, schiarendosi le idee. Oltre a ciò, questo tipo di confronto porta l’utente a riflettere sugli errori che ha commesso, a fare una disamina del suo vissuto esistenziale, produrre un senso per la propria esperienza e un rinnovamento continuo del suo investimento psichico nelle proprie credenze. In ultimo, questo caso rappresenta bene come la new-age trovi nella progressiva burocratizzazione introdotta da internet un altro utile strumento: dopotutto, la new-age tenta di uscire dalle logiche autoritarie comuni ponendo il principio della fondazione, legittimazione del sé e della disciplina all’interno del fedele stesso.
Come ci ricorda Ugo Fabietti nel suo testo Materia sacra, se in questo modo si ottiene uno svincolamento dalle logiche di potere che implicano che il fedele segua una guida, al contempo, tale principio autoritario del dos and don’ts viene replicato in modo molto più invasivo e con una disciplina maggiore. Il form sembra lo strumento perfetto per dialogare con il proprio principio di autorità interiore mettendolo in moto, generando così un analisi del sé.
Ultimo ma non ultimo, esso ricorda un po’ le lettere che i pazienti facoltosi inviavano ai medici nel ‘500. Essendo allora la descrizione dei propri sintomi l’unica possibilità di trattamento del malessere, i pazienti potevano inviare delle missive a dei medici lontani, anche sotto forma anonima. Lo scopo era sia quello di avere un secondo parere da una personalità illustre, sia quello di conservare la propria privacy, qualora il problema fosse particolarmente imbarazzante.
Oltre a ciò, emerge la questione della mobilità nei contesti urbani contemporanei in cui internet rappresenta il modo più comodo ed immediato per connettersi con il proprio contesto “familiare”. Che tu stia lavorando da casa o che tu sia bloccato su una metro per otto ore al giorno, questi siti permettono di ritrovarsi sempre in quello che Mircea Eliade chiamava lo spazio e tempo rituali, lo spazio e tempo sacri.
Può sembrare paradossale pensare che le tecniche di meditazione si leghino a qualcosa di così fisico come i dispositivi internet, ma la realtà è che, come non esistono culti aniconici, non esistono nemmeno culti di pura immaterialità. L’oggetto, il dispositivo, la materia, godono del vantaggio di rendere concreto il culto e i suoi momenti rituali. Attraverso il dispositivo, la benedizione o la meditazione vengono portati nel mondo, condivisi e routinizzati per renderli tangibili e “visibili” gli occhi del fedele. Al contempo ciò fa sì che il fedele investa sempre più di senso l’oggetto come “porta di ingresso” privilegiata agli insegnamenti della propria dottrina.
Mi piace pensare che il Divino Otelma possa essere l’ignaro precursore di una nuova forma di pratica religiosa.
A mio parere quindi, per rispondere alle domande poste poco sopra, una buona strada da seguire nella ricerca sul binomio adepto/utente potrebbe essere quella di studiare come la necessità di trattare problemi esistenziali e spirituali come la malattia, la morte, l’insicurezza e il disagio rappresenti una domanda che molto spesso non trova mai risposta.
L’impossibilità per noi occidentali e cittadini del villaggio globale di seguire pedissequamente e in maniera tradizionale un culto di stampo orientale, è uno dei primi input che porta a cercare strategie di gestione della nostra spiritualità. Internet e le nuove tecnologie non sono che delle strutture propense a gestire in maniera più semplice e immediata questo desiderio di concretezza, possibilità, vicinanza e continuità.
Inoltre, non meno importante la recente crisi del rapporto medico-paziente potrebbe aver portato gli individui a ricercare delle strade meno ortodosse per risolvere i propri problemi. I numeri fornitici dal Pew Research Centre indicano piuttosto che stiamo procedendo verso una progressiva integrazione degli approcci e degli itinerari terapeutici e spirituali, cercando, da parte dell’utente, di ottenere la più vasta gamma di alternative possibili. Non ho trovato dati pertinenti alla diffusione del fenomeno, ma guardando altri siti di matrice cristiana e vari forum, direi che potrebbe essere in aumento. Se ciò fosse vero, mi piace pensare che il divino Otelma possa essere l’ignaro precursore di una nuova forma di pratica religiosa.