Woodshock

Poi ci sono i sogni ricorrenti per definizione.

La foresta è uno di questi; perso in una foresta, perennemente inseguito da esseri che sembrano comici ma che so con certezza (anche se non conosco il momento in cui mi fu data tale certezza) non esserlo affatto… fuggire tra i rami di un bosco dove so (e di nuovo non so quando l’ho imparato) che è stato commesso qualcosa di atroce—uno stupro, un delitto, non so bene come e quando; sentire l’odore del muschio e il rumore di piccoli pezzetti di legno che scricchiolano sotto i piedi.

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Questa volta però il buio era accecante, tutto un correre alla cieca tra i rovi e percepire le ombre e i contorni di questi comici dell’orrore: so che preferite i colori, ma in questo caso un bianco e nero esasperato (ed esasperante per me, tecnicamente parlando) era fondamentale.

Buona visione.

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