Il chitarrista del mio gruppo (nonché uno dei miei migliori amici) dipinge cose pazzesche; adesso sta diventando papà, quindi ha allentato la presa sulla pittura per dedicarsi ad alcuni cambiamenti strutturali nella sua casa di campagna.
Molti di voi lo ricorderanno nei secoli per essere quello che si è lanciato dal palco ed è caduto sull’unica persona in sedia a rotelle, rimanendo per terra dopo aver rovinosamente battuto la testa su una ruota della sopracitata sedia—ma non è questo (in parte sì). È il più grosso lavoratore che io conosca. Principalmente produce miele, poi vino, olio, ortaggi, ha un’infinità di animali da cortile (tra cui Gerundio, il nostro ideale di maschio, una capra tibetana che da sempre fa strage di cuori tra le nostre amiche) e sta avviando un’attività di ristorazione. Va be’, una delle persone che più stimo e allo stesso tempo un folle completo.
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Tra i suoi dipinti, uno dei miei preferiti è un’enorme tela quadrata con delle montagne, degli alberi, delle cime innevate e delle pecore, mentre in alto ci sono degli ufo che rubano le pecore con i loro raggi magnetici.
L’altra notte ero dentro questo suo quadro. Sotto le montagne casa sua e alieni intenti a ingravidare galline per poi portarsi via le uova feconde.
Caro Carlo, a breve rientrerò per un breve periodo, nascondi le galline!