Dopo l’allenamento di lunedì scorso, Dib Akil ha cominciato a provare dolori così lancinanti che la sua famiglia ha chiamato il pronto soccorso. Ma dal momento in cui sono arrivati, i paramedici si sono comportati in modo estremamente scortese nei confronti della sua famiglia—per via delle sue origini libanesi, ha detto il lottatore della MMA Akil.
Quella stessa notte ha scritto un post infuriato su Facebook, criticando il comportamento dei dottori e delle infermiere dell’ospedale di Bad Oeynhausen. Ho deciso di chiamare Dib per farmi raccontare l’intera storia.
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VICE: Ciao Dib, stai meglio ora?
Dib Akil: Sì, devo fare ancora due visite mediche e poi vediamo come va.
Come mai hai dovuto chiamare l’ambulanza?
Sono tornato dall’allenamento e all’improvviso ho iniziato a sentire talmente tanto male che mi veniva da urlare. Poi sono cominciate le vertigini e la nausea, e sono svenuto.
E poi che è successo?
Sono arrivati i paramedici e mia madre cercava di spiegargli che antidolorifici avevo preso. Ma mia madre non parla bene tedesco e loro la trattavano un po’ a cazzo, tipo “sì, sì, ok.” E non hanno lasciato parlare nemmeno me.
E poi?
Mi hanno chiesto qualcosa quando siamo arrivati al gabbiotto del pronto soccorso, ma il dolore era già così forte che non riuscivo più a rispondere. Perciò avranno pensato, “Oh, un profugo.” E hanno cominciato a dire cazzate. Mia madre e mio fratello sono arrivati subito in ospedale—come fanno le famiglie normali. E l’infermiera invece subito, “Momento, chi siete voi?” e quando loro hanno risposto che erano con Akil, lei ha sbuffato, “Povera Germania.” Io non ho detto nulla. Ma lei ha continuato, “L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è che questi si facciano anche scarrozzare in giro!”
Cos’hai fatto quando l’hai sentito?
Ho gridato per la rabbia. Mio fratello è entrato e io gli ho detto, “Vieni, andiamocene. Non rimarrò qui fino a perdere il controllo.” Questo li ha spaventati, perciò ci hanno cercato di calmare, “No, avete capito male, non era rivolto a voi!” Gli ho solo detto che non c’era niente da aggiungere e me ne sono andato molto arrabbiato.
Ma tu sei abbastanza noto nel circuito, no?
Certo, sono ben noto nella scena delle arti marziali di qui, anche perché spesso tengo lezioni nelle scuole e nelle associazioni per bambini meno fortunati. Sono un lottatore MMA, pesi massimi, e sono nella squadra nazionale libanese di lotta.
Ti aspettavi di essere trattato così?
Assolutamente no. Cioè, non pensavo che in un ospedale, dove chi lavora ha fatto giuramento di assistere il paziente, ti potessero trattare così. Ora mi stanno contattando in molti per dirmi che anche a persone che conoscono è successa la stessa cosa.
In generale, come ti senti?
Molto arrabbiato. È razzismo: io sono tedesco, sono nato qui. Cioè, parlo di questo specifico caso e non di tutta la Germania. Ma penso che tutti dobbiamo pensarci un po’. Il punto è: se fosse successo a qualcuno che non parla tedesco—è pazzesco, un’ingiustizia terribile.
VICE ha chiesto un commento al Mühlenkreiskliniken, la società che gestisce l’ospedale di Bad Oeynhausen. Un responsabile ci ha risposto che non hanno avuto notizia del fatto, ma che condurranno un’indagine e rilasceranno una dichiarazione pubblica a riguardo.
Update: L’ospedale ci ha inviato la seguente dichiarazione: “Abbiamo a cuore la salute dei nostri pazienti. Con oltre 4.300 dipendenti provenienti da più di 30 paesi, curiamo più di 200.000 pazienti ogni anno. Purtroppo non sempre riusciamo a soddisfare le esigenze dei nostri pazienti nel migliore dei modi. Eventuali reclami, comunque, rappresentano uno spunto per fare ancora meglio il nostro mestiere. Per questo il rapporto diretto con il paziente o con chi ne fa le veci è fondamentale. Per quanto riguarda il caso specifico, abbiamo contattato il paziente per raccoglierne la testimonianza. In ogni caso, per situazioni analoghe abbiamo dei punti reclami.”
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