Le cose più stupide dette finora in Parlamento sul ddl Cirinnà

Cartellone al Family Day del 30 giugno 2016. Foto di Federico Tribbioli

Come certo saprete, in questo momento in Senato si sta discutendo e votando il ddl Cirinnà sulle unioni civili. Le discussioni in realtà sono cominciate lo scorso 28 gennaio, mentre questo mercoledì è iniziata la votazione sulle pregiudiziali costituzionali, ossia sull’incostituzionalità o meno del testo.

L’iter istituzionale della legge si è però aperto in un clima piuttosto pesante, contrassegnato dalle spinte conservatrice sia dentro il Parlamento che fuori. Dalla piazza del Family Day, ad esempio, era arrivato il monito dell’organizzatore Massimo Gandolfini—che aveva poi incassato il sostegno del ministro dell’interno Angelino Alfano—alla politica: “Bisogna stare attenti quando si approvano leggi distruttive. Vedremo chi avrà raccolto i messaggi di questa piazza e chi se li sarà messi sotto i tacchi.”

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Nelle ultime ore, a ciò si sono aggiunte le parole di Padre Livio Fanzaga, il direttore di Radio Maria già noto per aver chiesto l’impiccagione di due giornalisti e aver augurato tumori ad ascoltatori atei, che ieri è arrivato a ricordare a Monica Cirinnà—che ha definito il “modello di una parlamentare che vuole ingannare il popolo”—che “arriverà anche il suo funerale, stia tranquilla. Glielo auguro più lontano possibile, ma arriverà anche quello.”

Un’altra questione di cui si è parlato molto è l’intervista su Repubblica al presidente della Società italiana di pediatria Giovanni Corsello. Quest’ultimo, infatti, ha dichiarato che “vivere in una famiglia senza la figura materna o paterna potrebbe danneggiare il bambino.” Dopo che diverse voci si sono scagliate contro queste dichiarazioni—a partire dalla senatrice a vita Elena Cattaneo per arrivare a Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di psichiatria, che ha sottolineato come ci siano studi che affermano esattamente il contrario e come sia prematuro esprimere opinioni scientifiche in merito—la notizia si è rivelata per quello che era: una strumentalizzazione.

Corsello ha infine parzialmente rettificato, dicendo che si riferiva sia alle famiglie etero che a quelle omosessuali e che non intendeva in nessun modo dare un giudizio sulla legge. Anzi, ha detto di “considerare con favore” la regolamentazione della “stepchild adoption.”

Ma forse è in Parlamento che la confusione ha raggiunto i massimi livelli ed è approdata a risultati drammaticamente comici. Molti senatori non sono riusciti nemmeno a pronunciare “stepchild adoption,” e quando ci sono riusciti l’hanno fatto nel contesto di dichiarazioni a dir poco assurde. Ne abbiamo raccolta qualcuna.

LO STATO NON RICONOSCE L’AMORE

Il senatore della Lega Nord Paolo Arrigoni, ad esempio, si è lamentato del fatto che il Parlamento Europeo abbia emanato provvedimenti a favore “della parità di diritti delle persone omosessuali” definendoli una “ingerenza ingiustificabile.”

Il senatore PD Della Zuanna ha invece citato dei sondaggi secondo cui la maggioranza degli italiani sarebbe contraria alla genitorialità gay utilizzandoli per presentare un emendamento che vorrebbe introdurre il carcere per chi accede alla maternità surrogata all’estero.

Mentre il senatore Di Biagio, di Area Popolare, ha detto che “si sta tentando di scardinare la società naturale spacciando tutto questo per tutela dei diritti umani” e l’omofobia sarebbe “un mantra che serve a demonizzare chi la pensa diversamente.” A suo dire, l’equiparazione delle unioni civili al matrimonio sarebbe incostituzionale perché “lo Stato non riconosce l’amore, ma l’impegno di uomo e donna da cui possono nascere nuovi cittadini.”

CITAZIONI DAL LEVITICO

Sempre in Senato, il punto più alto del ridicolo è stato raggiunto quando Domenico Scilipoti è arrivato a citare il Levitico come argomento contro il ddl Cirinnà. “Voglio solo ricordare la parola di Dio,” ha detto il senatore, “sull’incompatibilità della famiglia generata da un uomo e una donna con l’omosessualità: ‘la donna non si vestirà da uomo e l’uomo non si vestirà da donna poiché il Signore, il tuo Dio, detesta chiunque fa tali cose.’”

ULTRA-PROSTITUZIONE

A intervenire a gamba tesa sulla questione ci ha pensato anche il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, la quale ha dichiarato che “con la stepchild adoption si arriva all’ultra-prostituzione,” precisando subito però che “comunque sui temi etici non esiste crisi di governo.”

EUGENETICA

Più o meno sulla stessa linea si è schierato anche Giovanardi, che nel suo intervento ha parlato di eugenetica e descritto il ddl Cirinnà come una specie di legge fantascientifica ispirata a Gattaca: “Chiunque, spendendo 80-100-120mila euro, va a procurarsi l’ovocita con una selezione eugenetica in alcuni paesi che garantiscono che la persona sia bianca, bella, alta, sana, naturalmente con contratti che prevedono l’aborto se le cose vanno male.”

Lo stesso Giovanardi ha poi aggiunto che la nuova legge favorirebbe lo sfruttamento di donne prese “nel terzo mondo o in Ucraina” per essere utilizzate come incubatrici viventi a cui verrebbero strappati i figli alla nascita per darli in adozione, privandoli così dei diritti “che il Comune di Roma, su iniziativa della senatrice Cirinnà, ha dato ai cani e ai gatti dei canili cui non possono essere portati via i cuccioli per almeno quattro mesi perché mancherebbe loro l’affetto della madre.”

Tutto sommato, questa escalation dell’assurdo potrebbe risultare quasi comica. Peccato che in gioco ci sia una legge che vuole riconoscere dei diritti a una minoranza che finora non ne ha avuti, e che punta ad aggiustare una stortura legislativa che ha fatto precipitare l’Italia tra i paesi più arretrati d’Europa in materia di diritti civili.

Il dibattito parlamentare, dunque, ci ha mostrato definitivamente il motivo di questa arretratezza: chi si oppone al ddl Cirinnà—e più in generale alle unioni civili—non ha la più pallida idea di cosa sia, e il massimo sforzo intellettuale che riesce a compiere è quello di storpiare parole che non conosce.

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