Se c’è una cosa su cui Donald Trump ha insistito per durante la sua campagna per le presidenziali, è il suo talento innato nel fare soldi. Gli ultimi dati sulla sua campagna elettorale, tuttavia, farebbero pensare il contrario.
Alla fine di maggio, secondo i documenti del FEC pubblicati lunedì e consultati da VICE News, nelle casse della campagna del probabile candidato repubblicano alla presidenza c’era appena un milione e trecentomila euro.
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Nello stesso periodo Hillary Clinton aveva una disponibilità di oltre 40 milioni. Bernie Sanders di 9. Trump aveva meno soldi persino rispetto a Ted Cruz e Ben Carson, i quali si sono ritirati anzitempo dalla corsa alla Casa Bianca.
Poco più di un milione di euro è quello che serve per una piccola campagna elettorale del Congresso in una mandata di elezioni minori; infatti, 121 membri del Congresso hanno al momento più soldi di Trump. Lo staff per la campagna di Clinton è composto da circa 700 persone. Per la sua campagna, Trump ne ha assunte solo 70.
Il modesto fondo a disposizione di Trump è un altro segno di una campagna debole che, in questo periodo, risente sempre di più della disorganizzazione e della conflittualità interna al gruppo di lavoro. Lo stesso giorno in cui i documenti del FEC sono stati pubblicati, Trump ha licenziato il suo direttore di campagna e braccio destro, Corey Lewandowki, in un’inaspettata riorganizzazione dell’ultimo minuto.
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Trump ha cercato di sminuire la portata del problema: “Se ce ne fosse bisogno, potremmo avere ‘disponibilità liquida’ illimitata perché potrei usare i miei soldi, come ho già fatto alle primarie, spendendo più di 50 milioni di dollari,” ha detto. “La nostra campagna è più asciutta ed efficiente, proprio come dovrebbe essere il nostro governo.”
Trump si è spesso vantato del fatto di non aver bisogno di finanziatori o lobbisti per finanziare la sua campagna, ma le cose potrebbero cambiare per pagare i suoi dipendenti il prossimo mese. Il tycoon è riuscito a racimolare soltanto poco più di 3 milioni di euro a maggio, lo stesso mese in cui si è assicurato la nomination repubblicana; ha speso oltre due milioni di euro dei propri soldi per coprire i buchi di spesa.
Eppure, Trump non sembra essere infastidito dalle cifre. “Fino a oggi, la raccolta fondi per la campagna è stata incredibile e continuiamo a ricevere un grandissimo supporto per il Signor Trump e donazioni per il partito repubblicano,” si legge in un comunicato.
I finanziatori repubblicani dicono di sperare di riuscire a raccogliere quasi 500 milioni di euro per Trump prima del giorno delle elezioni, secondo il New York Times. Questo significherebbe che Trump deve collaborare con il Republican National Committee (RNC) in una raccolta fondi congiunta.
I candidati presidenziali solitamente lavorano a stretto contatto con i partiti per raccogliere fondi e risultare competitivi nelle elezioni locali di tutto il paese, oltre a quelle presidenziali. Trump, invece, ha fatto a modo suo. Fa affidamento sul fatto che l’RNC prepari il terreno per la campagna negli stati contesi tra i due partiti, senza aver mostrato molto entusiasmo per una raccolta fondi aggressiva. L’RNC aveva quasi 20 milioni di euro a maggio, un terzo dei quasi 60 milioni dello stesso mese del 2012, quando Mitt Romney era il candidato.
Non sorprende che i possibili finanziatori non stiano scrivendo grossi assegni per Trump, considerando che lui ha passato la maggior parte dello scorso anno a criticarli per essere dei lobbisti corrotti e insistendo che lui potesse autofinanziarsi fino alla Casa Bianca. Adesso potrebbe essere troppo tardi per Trump per fare marcia indietro e farseli amici, senza nessuna vera infrastruttura per la raccolta fondi.
Intanto, Clinton non sta avendo problemi a racimolare soldi dai democratici. Lunedì, si è presentata a una festa per la raccolta fondi piena di celebrità, a New York, che sarebbe costata circa 30.000 euro a piatto.
I documenti FEC su Trump fanno luce su alcuni dei modi discutibili in cui la sua campagna sta investendo i pochi dollari che rimangono. Non ha speso niente in pubblicità lo scorso mese, né ha dedicato risorse per la campagna negli stati contesi. Clinton, invece, ha speso 21 milioni in pubblicità televisiva, stracciando Trump in alcuni stati chiave, tra quelli ancora incerti.
Secondo i documenti, le spese più grandi per Trump sono relative a se stesso, la sua famiglia, e le sue società. Tra questo sono inclusi oltre 300.000 euro per la sua compagnia di jet privati e quasi 500.000 per l’affitto di proprietà del marchio Trump.
Un dettaglio particolarmente interessante arriva da una serie di pagamenti effettuati ad aprile a una società chiamata “Draper Sterling” per pubblicità online. Questa sembra essere una misteriosa entità il cui nome omaggia la serie TV Mad Men. L’indirizzo che compare nelle carte per la Draper Sterling è di Londonderry, nel New Hampshire – a circa 20 minuti dalla casa di Lewandowski.
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@oliviaLbecker