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Abbiamo parlato con l'autista ATAC dietro al video sui problemi dei trasporti a Roma

Dopo la pessima situazione dei trasporti romani, Christian Rosso ha deciso di pubblicare un video in cui spiega il problema dal punto di vista di un autista ATAC. Lo abbiamo intervistato per capire se davvero gli autisti sono senza colpa.

Grab dal video.

Aggiornamento: dopo il secondo video, Christian Rosso è stato sospeso.

Che i mezzi pubblici di Roma non se la passino benissimo non è una novità, ma ultimamente la situazione si sta guadagnando quotidianamente le prime pagine dei giornali––ovviamente in modo tutt'altro che positivo. Tra scioperi di vario tipo, vagoni che viaggiano con le porte aperte, conti malmessi, ritardi e mezzi guasti, la situazione sembra diventata insostenibile. L'ultimo episodio ad attirare l'attenzione sul tema è stato il video girato da un autista ATAC. Martedì scorso infatti Christian Rosso, 31 anni e autista da sette, aveva pubblicato sul suo profilo Facebook un video di pochi minuti in cui con la telecamera del cellulare si riprendeva dopo che, arrivato sul posto di lavoro per cominciare il turno alle 14:30, l'assenza della vettura lo aveva costretto a recarsi al deposito, dove avrebbe cominciato a lavorare non prima delle 18:00. Il video è passato inosservato, ma è stato visualizzato all'interno dell'azienda e venerdì due incaricati si sono rivolti a Rosso per chiedere spiegazioni. L'autista ha ripreso anche l'incontro con gli incaricati dell'azienda, e lo ha pubblicato venerdì notte in un nuovo video caricato sul suo profilo Facebook e su Youtube. Nei 14 minuti di filmato, Rosso mostra il video iniziale, l'incontro con gli incaricati ATAC e un commento in cui munito di foglietti spiega dal suo punto di vista il problema dei mezzi pubblici a Roma.

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Ben diversa è stata la reazione a questo secondo video. Nel giro di poche ore la notizia è finita dappertutto e Rosso è diventato una specie di simbolo, con un gruppo Facebook a lui dedicato, video su Youtube e pezzi che analizzano la veridicità dei dati da lui forniti.

Il video di Rosso nasce dalla volontà di deresponsabilizzare gli autisti ATAC sulla situazione dei mezzi pubblici, ma nell'immaginario collettivo la categoria, tra astensionismo e conducenti esagitati, continua a godere di una reputazione piuttosto bassa. Per saperne di più, capire quali siano le responsabilità degli autisti e avere il suo parere diretto, abbiamo deciso di intervistarlo.

VICE: Partiamo dall'inizio, come è nata l'idea di girare e poi pubblicare il video?
Christian Rosso: È stato un fatto abbastanza istintivo, non ci ho ragionato tanto. Innanzitutto c'era la situazione di mia madre di cui parlo anche nel video: è molto malata, dovevo accompagnarla a fare una visita e mi hanno negato il permesso. Poi martedì sono arrivato a lavoro e ancora una volta la situazione era quella che mostro: l'autobus non c'era. Appena ho visto che non potevo lavorare ho preso il cellulare e ho cominciato a girare.

Da allora cosa è successo?
Ho girato due video. Il primo non ha avuto successo; l'ho pubblicato sul mio profilo Facebook ma non lo ha visto nessuno, tranne l'azienda, che ha mandato due persone a chiedermi conto di quello che avevo fatto. Là ho deciso di pubblicare il secondo video, in cui aggiungo questo e dei commenti al primo video. L'ho pubblicato alle 3 di notte, e quando la mattina mi sono svegliato era ovunque. Non mi sarei mai aspettato tutta questa visibilità.

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Qual è stata la reazione tra i colleghi?
Tra i colleghi––come tra la gente––c'è molta rassegnazione. L'ho fatto io semplicemente perché potevo rischiarmela. Non ho figli, se mi sospendono per due giorni al massimo troverò qualcuno che mi ospita. Però so che lo avrebbero voluto fare anche tantissimi miei colleghi. Ho avuto un sacco di appoggio e solidarietà, da tutti. Non c'è stata una sola reazione negativa. Spero che adesso riusciremo a unirci.

E la reazione della gente?
La gente è arrabbiata e se la prende con noi perché siamo quelli che ci mettiamo la faccia.

Sul lavoro ci sono state delle ripercussioni?
Sono venute quelle due persone a chiedermi spiegazioni––che tra l'altro non mi sono sentito in dovere di dare––ma per il resto niente. Sto continuando a lavorare regolarmente. Credo che ci voglia coraggio a punire qualcuno che ha voluto spiegare agli 800 mila passeggeri che trasportiamo ogni giorno quali sono le cose che non funzionano e che c'è un codice etico da rispettare.

Appartiene a qualche sindacato?
No. Ho ricevuto la solidarietà e l'appoggio (non pubblico, ma privato) di diversi sindacati dopo la pubblicazione del video, ma sono assolutamente fuori da ogni sindacato.

Quella che descrive nel video è un'eccezione o è la quotidianità? Sono state mosse diverse obiezioni ai dati forniti, per esempio per quanto riguarda il numero effettivo degli autisti.
Adesso c'è una riduzione degli autobus per l'orario estivo, ma a giugno quando ancora erano aperte le scuole c'erano 200 autisti fermi nei depositi. Quella è una situazione quotidiana, se vai al deposito in qualsiasi giorno ci trovi gli autisti. Poi in questi giorni di caldo, l'azienda ha deciso che dopo le 18:00 si può uscire anche con gli autobus con l'aria condizionata rotta, perché a quell'ora la temperatura non è più così grave da mettere a rischio la salute dei passeggeri.

Nel video dice che lavora in ATAC da sette anni; come sono cambiate le cose?
Sette anni fa la situazione non era così disastrosa, si lavorava meglio. Poi c'è stata la fusione ATAC , Trambus, Metro e là è crollato tutto. Hanno accorpato ma i dirigenti sono rimasti tutti lì, quindi ovviamente i costi si sono triplicati. Marino, Alemanno… non cambia niente. Io credo che sia una strategia, perché vogliono dare l'azienda ai privati. Fanno vedere che le cose vanno male, la gente si arrabbia, e in qualche modo sono legittimati a privatizzare.

Nel video vuole dimostrare che la colpa non è degli autisti. Eppure anche il personale ATAC in generale non gode di grandissima stima. Basta pensare allo scandalo del 2010 con Alemanno, quando sembrava che non si potesse avere un posto all'ATAC senza raccomandazione.
Sì forse quello è stato il momento peggiore, ma quello riguardava gli uffici. Come reputazione ci abbiamo rimesso tutti, ma se devi raccomandare qualcuno, sicuramente non gli fai fare l'autista. Noi ogni otto anni abbiamo uno scatto di anzianità, non ci sono raccomandazioni, ci maturiamo lo stipendio. […] Poi la gente fa di tutta l'erba un fascio.

Però nei dati del 2014 gli autisti spiccano per assenteismo e giorni di malattie…
Sicuramente ci sono delle mele marce. In un'azienda che ha 50 dipendenti saranno cinque, in un'azienda che ne ha 12.000 ce ne saranno centinaia, è ovvio. Poi la situazione viene peggiorata dalle difficoltà che affrontiamo nel nostro lavoro: non abbiamo giorni di ferie, ne abbiamo 100 arretrati, uno alla fine non regge più, non ce la fa più a lavorare.

Nel video fa riferimento agli scioperi, e attacca il fatto che siano sempre il venerdì. Quale è la sua posizione?
Io non sono favorevole agli scioperi così come vengono fatti. Peggiorano solo le cose. Fanno uno sciopero a settimana, ogni settimana una sigla diversa […]. Sappiamo che non ci sono le possibilità per chiedere un rinnovo di contratto, è inutile scioperare. Bisogna trovare delle soluzioni alla base, di solito scioperare una settimana non ci aiuta e non aiuta la gente. In più serve unità.