Ero nella punta isolata di una piccola isola vicino a Tahiti; non c’era nessuno per vari chilometri. Ho deciso di prendere il sole nudo. Per un po’ è stato bello, ma dato che sull’aereo avevo portato una fionda hawaiana, ovvero un palo lungo, un elastico e un tridente apposti alla fine per la pesca con la lancia, ho pensato che avrei dovuto usarla.
Anche se erano un po’ di giorni che non vedevo una ragazza, l’idea di prendere un pesce e cucinarlo per cena suonava piuttosto romantica. Ho nuotato fino ad arrivare in mezzo alla laguna, sono andato in giro tranquillamente e mi sono goduto le onde che esplodevano lungo il bordo della scogliera. Ero completamente sommerso dalle ombre di blu. Subito ho visto un massiccio banco di pesci e ne ho infilzato uno su un lato, ma appena ho strizzato gli occhi attraverso la mia maschera per capire quant’era grosso, ho visto una massa gigante che si aggirava furtivamente in lontananza.
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Ho fatto dei salti e ho cominciato a scalciare verso la riva, ma nel panico mi sono impigliato con la gamba in una testa di corallo e l’acqua ha cominciato a insanguinarsi. Ho urlato una sequenza di imprecazioni, ma quello che n’è venuto fuori è stato soltanto come un mucchio di bolle gorgoglianti. Non solo stavo sanguinando nel territorio di uno squalo tigre, ma avevo anche un pesce che si dibatteva infilzato nella mia lancia. Un’onda mi ha trascinato e mi ha portato più vicino allo scoglio; la punta del mio pene aveva sfiorato il corallo di fuoco. L’orrore ci ha messo qualche secondo a dilagare. FANCULO FANCULO FANCULO! Avevo il pene filettato.
Tornato a riva ho visto che il mio pene e le mie gambe sanguinavano simultaneamente. Urlavo di dolore mentre mi disinfettavo le ferite con l’alcool e stringevo il lembo di una vecchia maglietta con un po’ di nastro adesivo. Dopo aver sperimentato il trauma di essermi tagliato il pene, ero estremamente deluso nel vedere che la mia pesca consisteva in un pesce palla, l’equivalente marino di un porcospino; completamente immangiabile e velenoso.
Sembravo un idiota mentre gironzolavo nudo su una spiaggia con una sciarpa per peni, ma la moda era l’ultima delle mie preoccupazioni. Quanto sarebbe stato merdoso morire per un pene dissanguato?
A volte le ragazze vedono o sentono quella protuberanza sul mio pene e mi chiedono cosa sia. Di solito dico soltanto che mi sono tagliato mentre mi rasavo, perché se sapessero la verità vorrebbero essere portate al ristorante di pesce per immergersi nel mood da “mi racconti un’altra storia sugli squali?!”, e ad essere onesti, “l’aragosta speciale” sembra fottutamente cara.
BEN DECAMP