Più di 120 anni fa, un’adolescente ecuadoregna di nome Rosalía Suárez decise di preparare un dessert per sé e un’amica. Mise del succo di frutta fresca in una ciotola con del ghiaccio, lo circondò con della paglia e, dopo un lungo processo di rotazione e battitura, ottenne la sua versione del gelato. Si rese conto di avere creato qualcosa di nuovo, così iniziò a perfezionare la sua tecnica, sostituendo la sua ciotola con una versione in bronzo chiamata Paila, e aggiungendo un po’ di sale in modo che il gelato si conservasse un po’ più a lungo.
Per insaporire il gelato si lavora la carne di porcellino d’India fino a farla diventare una specie di paté, si aggiunge latte o panna, e poi la si mette a congelare fino a quando assume la consistenza di una pallina di gelato
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Il suo pronipote e gli altri probabili discendenti usano ancora la sua ricetta – e il suo nome – nelle loro gelaterie, producendo gli Helados de paila alla frutta, come viene chiamato questo sorbetto. Gli helados de paila sono diventati uno dei dolci simbolo dell’Ecuador, e la varietà di gusti si è ampliata fino ad includere un lungo assortimento di frutta e alcune varietà a base di latte. Poi una gelataia di Quito [NdR.: la capitale dell’Ecuador] si è spinta addirittura oltre, e adesso ne produce una versione a base di carne di porcellini d’India.
Secondo l’Associated Press, María del Carmen Pilapaña ha iniziato a produrre del gelato di cavie. I porcellini d’India, o cuy, sono un piatto tradizionale in alcune regioni dell’Ecuador, Perù e Bolivia e, dopo aver seguito un corso per diventare imprenditrice, Pilapaña ha avuto l’idea di trasformarli anche in un dessert.
Per insaporire il gelato, María lavora la carne di porcellino d’India fino a farla diventare una specie di paté, aggiunge latte o panna, e poi la mette a congelare fino a quando assume la consistenza di una pallina di gelato. Pilapaña ha testato la sua ricetta per sei mesi prima di lanciare sul mercato la crema di cuy a settembre, ma senza fare troppo pubblicità. Meno di un mese dopo, il gelato è diventato il suo best-seller. (Un’altra delle sue prelibatezze è un gelato dolce e salato a base di coleotteri).
“La mia famiglia e mio marito pensavano fossi diventata pazza”, ha raccontato Pilapaña. “Pensavano che questi gelati non sarebbero piaciuti a nessuno, ma ora sono il nostro prodotto di punta”. La gelataia ha anche intenzione di aggiungere qualche altro gusto al suo menu, tra cui granchio, pollo e maiale.
Si ritiene che il porcellino d’India abbia avuto origine nelle regioni andine del Sud America – non in Guinea, come farebbe pensare il nome – e che, insieme al lama e all’alpaca, sia stato uno dei primi tre mammiferi ad essere stato addomesticato nel Nuovo Mondo. Le testimonianze storiche di quel periodo, e la presenza di cavie mummificate nelle tombe umane, fanno pensare che i porcellini d’India siano entrati a far parte della dieta peruviana nel XII o XIII secolo, molto probabilmente perché erano una fonte di carne facilmente reperibile.
Da allora il cuy è rimasto nel menù dei paesi andini: compare persino sulla tavola di Gesù nel quadro di Marcos Zapata del 1753 raffigurante L’Ultima Cena. (L’opera d’arte di grandi dimensioni è esposta nella Cattedrale di Cusco a Cusco, in Perù).
Data la sua presenza costante nella dieta locale, e l’amore dell’Ecuador per i dolci congelati, è probabile che i discendenti della Pilapaña continueranno a produrre il suo gelato al porcellino d’India anche tra tantissimi anni.
Questo articolo è originariamente apparso su VICE US.