La guida di VICE ai partiti delle Elezioni 2018 – Centrodestra

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Les Revenants (“Quelli che sono tornati”) è un’acclamata serie francese del 2012 ambientata in un piccolo paesino, dove a un certo punto alcune persone tornano improvvisamente in vita, conservando però le sembianze e l’età che avevano al momento della loro morte. È una trama che non suona nuova, vero? Ovvio che no, perché il centrodestra unito è il grande ritornato della politica italiana nel 2018.

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Come arriva a queste elezioni: Potremmo spiegare questa voce analizzando il riposizionamento sovranista di Lega Nord (anzi, solo Lega) e di Fratelli d’Italia; la persistenza—seppur ridotta rispetto a qualche anno fa—di Forza Italia nell’arco politico italiano; e soprattutto il ritorno di scena di Silvio Berlusconi che, da incandidabile, si sta ergendo come una sorta di padre della Patria e “argine ai populismi.” Ma non spiegheremo nulla, perché è più che sufficiente una singola immagine:

Da chi è composta lo coalizione: L’alleanza tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia—che in questi anni si sono detti di tutto e il contrario di tutto—è stata siglata il 7 gennaio ad Arcore, davanti a un bizzarro albero di Natale che nessuno è ancora riuscito a decifrare. Piace comunque pensare che, tra una pesante discussione politica e l’altra, Berlusconi abbia sfoderato tutto il suo repertorio comico per stemperare i toni—tipo la barzelletta sulla mela e il culo.

La cosiddetta “quarta gamba” della coalizione, invece, si chiama Noi con l’Italia ed è un raggruppamento liberal-popolare-democristiano capeggiato dall’ex ministro Maurizio Lupi e Raffaele Fitto. Quest’ultimo, in un’intervista, ha dichiarato che “ci rivolgiamo a un ceto medio che non urla, vogliamo parlare alla testa e non alla pancia delle persone”—e a questo punto davvero non si capisce cosa ci stiano a fare insieme a partiti preoccupati per la scomparsa della “razza bianca.”


Guarda il nostro video Una giornata nell’Italia della Lega Nord:


Cosa hanno promesso finora: In pratica, qualsiasi cosa. Meno tasse, meno burocrazia, meno Jobs Act (o forse no), meno legge Fornero sulle pensioni, meno crimine, meno immigrati, meno vaccini (Salvini ha deciso con ogni evidenza di intercettare il voto degli antivaccinisti), e meno tasse (l’avevamo già detto?). Il piccolo inconveniente è che un programma di abolizioni così faraonico costa centinaia e centinaia di miliardi di euro (la sola flat tax costerebbe 100 miliardi all’anno), a fronte di coperture finanziarie a dir poco traballanti.

Quante possibilità hanno di farcela: Tante. Troppe. Il sondaggista Nando Pagnoncelli ha stimato le percentuali di Forza Italia al 16,5, Lega al 13,8, Fratelli d’Italia al 4,7 e Noi con l’Italia al 0.9. Secondo un sondaggio di EMG Acqua, poi, il centrodestra raccoglierebbe il 37.6 percento dei voti, vicinissimo a raggiungere una potenziale maggioranza nei due rami del Parlamento.

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