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L’emergenza lontre in Italia è molto più seria di quanto sembra

La lontra è senza dubbio una delle candidate al premio di “animale più carino del pianeta” e il 30 maggio si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Lontra, con numerosi eventi organizzati in tutto il mondo. Lo scopo della ricorrenza è quello di informare la popolazione sulle minacce che mettono a serio repentaglio l’esistenza di questo mammifero: in particolare il bracconaggio, l’inquinamento ambientale e le conseguenze del cambiamento climatico.

Esistono 13 specie di Lutrinae e una di queste — la lontra europea ( Lutra lutra) — è presente anche sul territorio italiano. Tuttavia la sua esistenza nella nostra penisola è stata messa in seria discussione nel corso dello scorso secolo per vari motivi, fra cui l’inquinamento delle acque in cui nuota e la sempre maggiore pressione antropica.

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Alla fine degli anni Settanta, la lontra era pressoché estinta in quasi tutta Europa. Oggi le cose stanno cambiando e la Lutra lutra gode delle attenzioni di ricercatori, ricercatrici e volontari che si occupano del monitoraggio e della salvaguardia di un mammifero che è molto più che “carino.” La lontra, infatti, rappresenta un prezioso indicatore della qualità dell’ambiente.

Immagine: foto di Richard Boyle

”La Lutra lutra è la specie con più ampia distribuzione nel mondo di tutte le specie d’acqua dolce. Tra gli anni Settanta e Novanta si è estinta in quasi tutta l’Europa centrale e in gran parte dell’Italia. È probabile che la causa principale della sua scomparsa sia stata l’uso di alcuni composti utilizzati come pesticidi, in particolare i policlorobifenili (PCB). Il loro utilizzo è coinciso infatti con il crollo delle popolazioni,” spiega Anna Loy, docente al Dipartimento di Bioscienze e Territorio all’Università del Molise. ”In Italia la situazione è particolarmente critica perché le lontre sono rimaste confinate quasi esclusivamente in Basilicata durante gli anni Novanta. A partire dalla messa al bando dei PCB e con l’avvio di una tutela legale molto stringente, le cose sono iniziate a cambiare.”

La lontra, infatti, è stata inserita in due allegati della Direttiva 92/43/CEE (“Direttiva Habitat”) con cui è stata istituita la rete europea Natura 2000. Nei documenti vengono richieste una protezione rigorosa della specie e l’istituzione di siti d’importanza comunitaria per garantire la tutela dell’habitat. Grazie a questi provvedimenti, la lontra sta riconquistando gran parte dell’areale storico dell’Europa centrale. In Italia, però, questa riconquista sta procedendo con maggiore lentezza.

Immagine: foto di Renato Pontarini

”Nel 2000 abbiamo trovato un nuovo nucleo di lontre non conosciuto che occupava alcuni fiumi molisani e che era isolato rispetto al nucleo più meridionale” racconta Loy. ”Abbiamo assistito a una progressiva occupazione di fiumi in Abruzzo e di pochi mesi fa è la notizia che le lontre hanno occupato anche l’area che divideva queste due porzioni. Ora abbiamo un unico areale che occupa una zona compresa dalla Calabria fino al fiume Sangro in Abruzzo.”

Le buone notizie per la lontra “italiana” non giungono solo dal Meridione: negli ultimi anni sono susseguiti vari avvistamenti anche nell’Italia Settentrionale. ”Gli esemplari arrivati in Italia da nord sono tutti di provenienza austriaca, ma ora si nota l’arrivo di lontre anche dalla Slovenia meridionale,” spiega Luca Lapini, zoologo del Museo Friulano di Storia Naturale di Udine, ”In Friuli Venezia-Giulia, in particolare, la situazione fa ben sperare, con diverse riproduzioni accertate (in base al censimento di impronte di cuccioli) fra 2014 e 2017, anni in cui sembrano essersi verificati almeno due parti indipendenti.”

”La stima più attendibile del numero di lontre attualmente presenti in questa regione sembra essere compresa tra i quattro e i sette esemplari. I principali problemi di questa popolazione sono legati all’elevata mortalità stradale, che ha portato alla perdita di quattro esemplari in soli due anni (2016-2017). Se a questi si aggiungono i soggetti investiti nel Bacino del medio Tagliamento in provincia di Udine si raggiunge una quota di sei maschi in sette anni (2011-2017). Due di essi erano cuccioli,” spiega Lapini.

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Secondo le stime più ottimiste, oggi in Italia vivono tra le 400 e le 600 lontre. Per gli esperti si tratta di un periodo storico straordinario. Il recupero di questa specie molto sensibile agli inquinanti è un chiaro segnale di cambiamento.

Mappa della distribuzione della Lutra lutra in Italia. Fonte: sito Lontraitalia.

”La lontra è una specie ombrello. È una specie la cui sopravvivenza e benessere implicano la sopravvivenza e il benessere di tutto l’ecosistema,” dichiara Margherita Bandini, consigliere del WWF Italia e coordinatrice nazionale di WWF YOUng Italy, ”se ci si focalizza sulla lontra e si cerca di creare un ambiente che vada bene per lei, andrà bene per tutti gli altri animali e piante del luogo in cui vive. Ciò che diciamo, in estrema sintesi, è che se la lontra sta bene, allora gli esseri umani hanno l’acqua pulita.”

Lo studio della lontra in Italia prosegue anche grazie a progetti di ricerca molto complessi. Uno di essi è stato Lontrack, un progetto di dottorato condotto dalla dottoressa Laura Leone che ha utilizzato raffinate tecniche di genetica non invasiva, col fine di tracciare minuziosamente la presenza degli esemplari nel bacino del fiume Sangro, in Abruzzo.

Immagine: foto di Renato Pontarini

La lontra, infatti, a causa delle sue abitudini crepuscolari e notturne e al fatto di essere particolarmente elusiva, è un animale estremamente difficile da studiare. Riconoscere e tracciare i singoli esemplari non sarebbe possibile se non tramite la cattura: un’operazione complicata e pericolosa per l’animale. Le ricercatrici e i ricercatori, in questo progetto, hanno estratto i DNA dagli escrementi delle lontre facilmente riconoscibili, che vengono chiamati spraint.

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Attraverso l’analisi di alcune sequenze del DNA, sono riusciti a identificare i diversi individui che frequentano determinate zone del bacino fluviale. Dopo molte difficoltà, dovute al fatto che quel particolare materiale biologico degrada in breve tempo fino a diventare inutilizzabile, il progetto Lontrack si è concluso con successo e il team è riuscito a presentare una analisi accuratissima delle lontre presenti in quell’area.

Oggi sono tante le persone che lavorano affinché la Lutra lutra torni stabilmente nel nostro paese. Molto spesso le iniziative vengono organizzate e svolte su base volontaria oppure con pochi fondi. È in questo contesto che è nato l’Italian Otter Network, un gruppo che coordina le iniziative in favore della lontra nel nostro paese e che coinvolge i cittadini e le cittadine affinché partecipino attivamente.

È importante, infatti, riportare in maniera tempestiva qualsiasi avvistamento — sia di esemplari vivi che morti — ed è possibile farlo sulla pagina dedicata alle segnalazioni. Inoltre, sono in corso numerose iniziative per far conoscere la lontra al grande pubblico. Ad esempio, nell’Oasi WWF di Persano, lungo il fiume Sele in provincia di Salerno, è possibile ammirare la lontra in natura durante le ore diurne. Lo scopo di queste proposte è prevenire qualsiasi associazione negativa nei confronti della lontra — come invece è successo in passato al lupo — e far conoscere alle persone la sua importanza e la sua bellezza.

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