Venerdì scorso Eminem ha pubblicato a sorpresa un nuovo album, Kamikaze. L’editoria online ha tempi molto brevi e quindi, quando mi sono trovato a scriverne una breve guida all’ascolto, ho colpevolmente mancato di notare una parte problematica del testo di “Fall”, la sua collaborazione con Bon Iver. Nel pezzo, Eminem dice:
Tyler non ha creato nulla, mi rendo conto del perché ti sei dato del fro**o, stronzo
Non è solo perché non ricevi abbastanza attenzioni
È perché veneri le palle dei D12, sei sac-rilego
Se mi vuoi criticare devi almeno essere bravo come me, o più bravo di me
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Il “sac-rilego” è un gioco di parole su “ball sack”, “scroto” in inglese. Eminem sta rispondendo a un tweet di Tyler del 2017 in cui criticava “Walk On Water”, il pezzo con cui si apre il suo album Revival.
“Dio, questa canzone è orribile, che cazzo?”, aveva scritto Tyler. Come fa notare l’annotazione del testo su Genius, Tyler in passato aveva parlato positivamente di Eminem e dell’influenza che aveva avuto su di lui. Aveva detto di amare il suo album del 2009, Relapse, e Slim Shady aveva dimostrato di aver apprezzato le sue parole rappando “Sono una combinazione di Skylar Grey, Tyler the Creator e Violent Jay” su “Wicked Ways”, pubblicata nel 2013.
Non è la prima volta che Eminem usa la parola “faggot”, cioè “fr**io”, nei suoi testi. Ai tempi del Marshall Mathers LP 2 aveva rilasciato un’intervista in cui giustificava così l’uso del termine nei suoi nuovi pezzi “Rap God” e “Bad Guy”:
“Era come dare a qualcuno della puttana, dello sfigato o dello stronzo [“bitch”, “punk” e “asshole”, nda]. Era una parola che, ai tempi, veniva usata normalmente. Si tratta di quella battaglia, che si svolge nella mia testa, per cui voglio sentirmi libero di dire quello che voglio dire e poi mi preoccupo del modo in cui la gente reagisce alle mie parole. Non voglio dire che sia giusto o sbagliato, ma a questo punto della mia carriera – insomma, dico un sacco di cose in modo ironico. Prendo in giro la gente, come prendo in giro me stesso. Ma il vero me, seduto qua a parlare di fronte a te, non ha alcun problema con i gay, gli etero, le persone transgender. Sono felice di vivere in un’era in cui le persone stanno cominciando a poter vivere le loro vite ed esprimersi come meglio credono. E non so come altro dirlo, quando penso a me stesso mi considero la stessa persona che ai tempi, senza un solo in tasca, combatteva quella battaglia”.
Anche Tyler, The Creator era stato criticato per aver usato “faggot” in “Yonkers”, pubblicata nel 2011: “Schianterò quel cazzo di aeroplano su cui sta quel neg*o fro**o di B.o.B. E ficcherò un coltello nel cazzo di esofago di Bruno Mars, E continuerò finché non arriverà la polizia“. Come avevo scritto traducendo e spiegando i testi del suo ultimo album Flower Boy, Tyler aveva specificato di aver scelto di usare quella parola per toglierle qualsiasi connotato omofobo. Il collettivo di cui faceva parte, la Odd Future, era apertamente queer friendly; Tyler stesso avrebbe poi parlato della sua sessualità in Flower Boy, dichiarando apertamente:
Il prossimo verso gli farà fare “Woah!”
È dal 2004 che bacio ragazzi bianchi.
In quell’album Tyler parlava di sé e del suo amore per un ragazzo con grande limpidità, sovvertendo la tradizionale narrazione maschilista del rap statunitense e dando a chi lo ascoltava un messaggio di pace e comprensione: “Sii te stesso, accettati per quello che sei e per quello che ti piace”, sembrava dire. Tyler ha poi giocato con la tematica senza mai parlare chiaramente della sua identità sessuale, dando però una chiara e apprezzabile svolta progressista al messaggio del suo rap.
Come ha fatto notare l’Independent, sono invece decenni che Eminem viene letto come un personaggio sboccato e irriverente, volutamente cattivo e controverso. Secondo questa logica, riproposta da Eminem stesso nella risposta che vi ho tradotto qua sopra, c’è una separazione tra Slim Shady e Marshall Mathers, tra rapper e persona. Ma Eminem non è più il ragazzino infuriato dei tempi di 8 Mile: è un uomo maturo che, a 45 anni, ha fatto un album incazzatissimo in cui prende sul personale critiche fatte al suo album e risponde punto per punto a chi ha parlato male di lui e della sua musica.
In Kamikaze non c’è una storia da raccontare: c’è una persona reale che vuole dimostrare di essere ancora il rapper migliore di sempre. Il punto è che Eminem lo ha fatto con un progetto più che solido in cui suona vivo e infuriato come non succedeva ormai da anni. L’uso di “faggot” è però un passo falso che va notato e analizzato, un freno a mano tirato nel punto di maggiore accelerazione.
È difficile, oggi, percepire Eminem come un personaggio. Il mondo in cui cominciò a rappare era molto diverso da quello in cui viviamo oggi: internet non era ancora così esplicitamente un luogo di diffusione di odio e razzismo, in Occidente non si usava ancora così tanto la paura dell’altro e del diverso per guadagnare consensi politici, non si parlava ancora così tanto di diritti civili e della loro protezione, non eravamo ancora abituati a interrogarci sulle ramificazioni etiche e politiche del nostro linguaggio e dei nostri gesti, non si parlava ancora in modio ampio e organizzato di sessismo e molestie. Usare il termine “fro**o” come insulto non è mai stato accettabile; non lo è oggi, non lo sarà mai.
Bon Iver, che compare su “Fall” cantandone il ritornello, ha preso pubblicamente le distanze dalla collaborazione: “Non ero nello studio per quella traccia, che è venuta fuori da una sessione con Mike Will e BJ Burton. Non mi piace il messaggio che ha lanciato, è stanco. Gli ho chiesto di cambiarla, non hanno voluto farlo”, ha twittato. E poi, ancora:
Eminem è uno dei migliori rapper di sempre, non c’è dubbio. Lo rispetto e lo rispetterò. Ma non è il momento di criticare i giovani, è il momento di ascoltarli. Di agire. Sicuramente non è il momento di usare insulti omofobi. Avrei voluto ci ascoltassero quando gli abbiamo chiesto di cambiarla.
E infine: “Mi sbagliavo, ammazzeremo quella canzone”. A cose fatte, è probabilmente tardi perché “Fall” venga cambiata o tolta da Kamikaze. Ma sarebbe anche sbagliato, credo, andare a rimuoverla dall’album. Ci sarà sempre chi userà “fro**o” come insulto, magari senza essere omofobo, magari solo per abitudine e per il contesto in cui ha sviluppato i suoi valori, magari solo perché non ha mai pensato alle ramificazioni del suo uso. Cancellare quel termine significherebbe rimuovere il problema, rimandare la sua risoluzione a data da destinarsi; parlarne e discuterne significa invece, come dice Bon Iver, “agire”.
Elia è su Instagram.
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