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L’EPA ha accusato Fiat Chrysler di aver falsificato le emissioni delle sue auto

La Environmental Protection Agency americana ha accusato, con una nota pubblicata sul proprio sito il 12 gennaio, Fiat Chrysler Automobiles (FCA) di aver violato il Clean Air Act americano grazie all’installazione di un software che permette ad alcuni veicoli di sprigionare un quantitativo di emissioni di ossidi di azoto maggiore rispetto ai limiti previsti dalla legge.

L’accusa prende di mira un software, le cui specifiche non sono state rese pubbliche all’EPA, installato sui modelli di Dodge Ram 1500 dal 2014 al 2016 e sulle Jeep Grand Cherokees che montano un motore diesel da 3 litri—Secondo le autorità dell’EPA, la violazione coinvolgerebbe circa 104.000 veicoli.

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“L’assenza di trasparenza quando si tratta di software che impattano le emissioni generate dal motore di un veicolo è una seria violazione della legge, che può contribuire all’immissione di inquinanti dannosi nell’aria che respiriamo,” ha spiega nella nota Cynthia Giles, Assistant Administrator dell’Office of Enforcement and Compliance Assurance dell’EPA, “[…], tutti i produttori di veicoli devono giocare secondo le stesse regole, e continueremo a perseguire le aziende che ottengono vantaggi competitivi sleali e illegali.”

Dopo il “Dieselgate” che aveva similmente colpito Volkswagen nel 2015, la mancata cessazione della commercializzazione dei modelli 2017 con motore a gasolio, di cui l’EPA aveva negato la certificazione per la vendita, potrebbe costare a FCA una multa pari a 44.539 dollari per veicolo.

A conti fatti si tratta di 4,63 miliardi di dollari, in un contesto però diverso da quello di Volkswagen: per ora, infatti, le sanzioni minacciate dall’EPA sono di carattere solamente amministrativo; l’ente sta attualmente indagando per verificare se il software installato da FCA possa essere classificato come “defeat device”, una formula illegale negli Stati Uniti e che comporterebbe l’inserimento della vicenda in un contesto normativo simile a quello di Volkswagen.

“Non c’è un solo lavoratore di questa azienda che potrebbe anche solamente tentare qualcosa di così stupido.”

La violazione è emersa a seguito dell’incremento dei controlli (prodotto dalle preoccupazioni del caso Volkswagen) effettuati dall’EPA in collaborazione con lo stato della California, e si rapporta con i limiti imposti dal Clean Air Act—Una serie di leggi pensate per proteggere l’ambiente e prese di mira dal programma presidenziale del presidente-eletto Donald Trump.

Sergio Marchionne ha annunciato di voler negare ogni accusa—Secondo quanto riferito dal CEO di FCA a CNBC, “Non c’è un solo lavoratore di questa azienda che potrebbe anche solamente tentare qualcosa di così stupido—Se mai avessi trovato qualcuno di simile l’avrei immediatamente accompagnato alla porta.”