Simbolo e patrimonio della cucina italiana di pesce, le vongole sono protagoniste dei fornelli nostrani. Al mare un piatto di spaghetti alle vongole bagnato da una bottiglia di vino è la rappresentazione più appagante di vacanza. In città invece lo stesso piatto diventa momento di evasione dallo smog.Non è possibile pescare vongole in tutti i mari e ci sono rigidi limiti ai quantitativi di vongole che si possono raccogliere ogni notte, perché sì, la pesca si svolge di notte.
Per intenderci, lo spaghetto allo scoglio vuole la vongola lupino secondo la tradizione. La lupino, al contrario della verace, è una varietà esclusivamente italiana.
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Per capire davvero come funziona la raccolta del bivalve mi sono imbarcato e ho documentato la sua pesca attraverso alcuni scatti fotografici. Ad ospitarmi e farci da guida è stato Tiziano, “vongolaro” da quasi 40 anni, che porta avanti questo do ut des con la distesa d’acqua salata e a cui ha dedicato gran parte della sua vita.“Alle 3 del mattino il porto è un luogo sorprendentemente affollato. Mi godo il ‘passaggio di consegne’ tra colleghi del mare”
Non possiamo pescare più vicino dei 700 m di distanza dalla costa e nemmeno troppo a largo. Tutta queste serie di limitazioni serve a prevenire una pesca selvaggia, permettendo alla vongola di riprodursi e di crescere.
Il lavoro di oggi è molto meno faticoso rispetto a un tempo, quando non c’era la parte idraulica, ma è un lavoro sfiancante sotto molti punti di vista. L’umidità marina ti permea nelle ossa. Le mani immerse nei prodotti raccolti fa penetrare il freddo ben oltre i vestiti, le mani perdono sensibilità nel mentre si devono smistare le vongole da tutte le altre creature che non state filtrate dalla grata, stelle marine granchi ecc...“Deve essere un lavoro veloce, perché poi tutto ciò che non viene selezionato o gli altri prodotti marini che non peschiamo vanno ributtati in mare. Abbiamo quindi la responsabilità di fare di fretta”.Deve essere un lavoro veloce, perché poi tutto ciò che non viene selezionato o gli altri prodotti marini che non peschiamo vanno ributtati in mare. Abbiamo quindi la responsabilità di fare di fretta
Fatta una raccolta ci si sposta velocemente, ma di poco, per ributtare le grate in mare e iniziare una nuova raccolta. In una nottata di pesca per legge non si possono pescare più di 400 chili di vongole per imbarcazione. Il sistema di misura della pesca alle vongole sono i sacchi su cui queste vengono smistate. Ogni sacco pesa dieci chili e una volta pesato deve essere chiuso e fermato con il filo piombato, un “sigillo” di garanzia. Ogni notte in mare quindi l’imbarcazione di Tiziano non può pescare più di 40 sacchi.“L’Italia è uno dei principali produttori al mondo, con oltre 60 mila tonnellate l’anno, ma riesce ad essere sostenibile per la rigidità dei protocolli”
Tiziano infatti ha iniziato a fare il pescatore nel 1982, pochi anni dopo il colera di Napoli e la crisi che ciò aveva causato al settore ittico. Nel 1973 infatti, probabilmente a causa di un carico di cozze provenienti dal Nord Africa, in Campania, Puglia e Sardegna scoppiò un’epidemia di colera. Ventiquattro decessi e la vaccinazione di oltre un milioni di persone portarono un grave impatto mediatico e politico. Napoli, con 15 morti fu la città più colpita, e divenne bersaglio di dileggio e discriminazioni territoriali da parte della carta stampata e dell’opinione pubblica del resto d’Italia.A farne le spese fu anche il settore ittico. Napoli era la capitale italiana della cucina italiana legata all’uso dei frutti di mare. Prendendo sempre ad esempio lo spaghetto allo scoglio, la sua ricetta vede le sue origini in Sicilia, ma la ricetta che conosciamo e apprezziamo oggi la dobbiamo proprio agli abitanti ai piedi del Vesuvio.“Il settore ittico subì le conseguenze dell’epidemia di colera del Sud Italia, soprattutto di Napoli, del 1973”
Il rientro in porto coincide con l’inizio della giornata sulla terraferma. Il sole ha già albeggiato mentre rientravamo dalla pescata ma è ancora mattino presto per moltissimi. Ad accoglierci i gabbiani e gli addetti alla raccolta delle vongole pescate da Tiziano e colleghi. Un fine “turno” quotidiano per chi lo fa di lavoro ma un qualcosa che sa moltissimo di risveglio da un sogno per uno come me, che ha assistito a tutto questo da spettatore privilegiato.Prima di lasciarci Tiziano ci tiene a raccontarmi del nuovo avversario che ha da combattere: l’inquinamento. Ogni notte che Tiziano esce in mare pesca mezzo chilo di rifiuti plastici che poi riporta a riva per riciclare. Moltiplicato per le 30 imbarcazioni colleghe di Tiziano fanno 3 tonnellate di plastica ripescata ogni anno in una zona di mare lunga meno di 40 km. Mentre ritorno verso casa penso che non ho mai rispettato così tanto il mestiere del pescatore.Segui MUNCHIES su Facebook e Instagram.Ogni notte che Tiziano esce in mare pesca mezzo chilo di rifiuti plastici che poi riporta a riva per riciclare.