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Musica

Recensione: Watain - Trident Wolf Eclipse

Il sesto disco dei Watain è esattamente identico agli altri cinque dischi dei Watain – cioè spacca.

C’è una cosa che non ho mai capito dei Watain, un dubbio che mi porto dietro più o meno dal giorno zero in cui mi capitò di imbattermi in Casus Luciferi: come hanno fatto a diventare famosi? Sia chiaro: non ho assolutamente nulla contro di loro, anzi, mi piacciono, ma per quale motivo loro ai festival occupano slot dalle otto di sera in poi e, che ne so, i Necrophobic no?

Trident Wolf Eclipse è solo l’ennesima conferma di questo mio dilemma: è un buon disco, stavolta sul piatto ci sono meno Dissection e più Marduk, ma la sostanza non cambia, né cambierà mai, e il trio di Uppsala registra lo stesso disco per la sesta volta - toh, facciamo quinta perché il debutto era effettivamente una roba acidissima e acerbissima. Eppure già online si sprecano commenti di apprezzamento (il disco è disponibile dalle 00:00 di oggi) e preordini. Per i numeri del music biz che conta i Watain hanno una tiratura della portata di una particella atomica o poco più, d’accordo, ma per gli standard metallari questo significa più o meno essere delle rockstar che forse possono addirittura quasi sperare magari di campare facendo musica e abbandonare il turno di notte in fabbrica.

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E di nuovo si torna alla domanda: perché? Cos’hanno i Watain di speciale? Capisco i Marduk: sono stati i primi. Capisco i Dissection: sono stati i secondi, ma avevano un songwriting pazzesco e un frontman suonato come un tamburo. Ma i Watain? Sono pure arrivati tardi, hanno debuttato nel 2000. Non si può nemmeno dare il merito della loro riuscita commerciale alla Century Media, perché fino all’altro ieri questi uscivano per Drakkar e Norma Evangelium Diaboli (l’etichetta in qualche misura gestita dai Deathspell Omega, non proprio una major), e invece i Sacramentum nonostante un debutto-capolavoro e il supporto dell’etichetta giusta si sono sciolti come neve al sole nel 2001.

Per carità, fa piacere vedere che un gruppo black svedese oltre ai Marduk sopravviva e riesca ad avere dei buoni riscontri di pubblico, è solo che non riesco a capacitarmi di cosa differenzi il songwriting canonico, i riff canonici, il sound canonico, la presenza scenica canonica dei Watain da quelli di altre quattrocentosettantadue band altrettanto valide. Dai Lord Belial agli Ondskapt agli Unanimated (quelli più black di In The Light Of Darkness) a una serie pressoché infinita di gruppi sfigati, che si sono persi per strada, si sono sciolti, sono entrati in letargo, nessuno di questi aveva le carte meno in regola dei Watain. Eppure solo i Watain ce l’hanno fatta.

Sarà stato il luciferismo anticosmico, sarà l’anima irrequieta di Jon Nödtveidt che veglia da lassù (o laggiù), sarà Belzebù in persona ad averli presi in simpatia, fatto sta che Trident Wolf Eclipse è il disco che ti aspetti dai Watain, da oggi puoi comprarlo e aiutare anche tu la causa del male.

Trident Wolf Eclipse è uscito il 5 gennaio per Century Media.

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