Ritratto dell'unico egiziano sopravvissuto al Titanic e copertina del New York Herald
Hamad Hassab, a sinistra. A destra, la copertina del New York Herald dedicata all'inabissamento del Titanic. 

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Attualità

La storia dimenticata del 'Misterioso', l'egiziano sopravvissuto al Titanic

Hamad Hassab era l'unico egiziano a bordo del Titanic, e con la sua prontezza ha salvato se stesso e i suoi amici.

Tutto è cominciato nel 2012, quando in occasione del centenario della tragedia ho visto in TV un servizio sui cittadini libanesi morti nel naufragio del Titanic. Non sapevo che ci fossero mediorientali a bordo, e così, per approfondire, ho cercato le loro storie su Encyclopedia Titanica—un database online che raccoglie le testimonianze sui passeggeri a bordo del Titanic nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912.

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Ho trovato moltissime storie di passeggeri provenienti dal Medio Oriente, ma restringendo il campo di ricerca ai soli miei connazionali, gli egiziani, compariva solo un nome: Hamad Hassab.

Quel nome era l'unica traccia rimasta di lui. Non c'erano dettagli sulla sua vita o informazioni sulla sua famiglia. In quel momento ho deciso che avrei scoperto di più sulla storia di quest'uomo che si era imbarcato sul Titanic alla volta dell'America. La ricerca si è rivelata sin da subito molto più complessa del previsto.

Per cominciare mi sono rivolta all'associazione nazionale di archivistica egiziana, nella speranza di trovare un certificato di nascita o di morte di Hassab. Ho passato mesi a leggere i quotidiani del tempo, dei giorni prima e dopo la partenza del Titanic. Ho anche cercato di scoprire se avesse mandato un telegramma nelle ore prima dell'inabissamento. Ma nulla.

Tutte le persone con cui ho parlato durante la ricerca mi dicevano che probabilmente Encylopedia Titanica aveva trascritto male il suo nome e che stavo cercando una persona che non era mai esistita. Cosa che, dopo mesi di ricerche nel vuoto, sembrava sempre più probabile. In fondo, il nome dell'uomo era l'unico indizio che avevo. Qualche tempo dopo, però, ho scoperto l'esistenza di un certo Hamad Hassab che era amico di Henry Harper, uomo d'affari americano e discendente dei fondatori della casa editrice HarperCollins, nonché uno dei 700 superstiti del Titanic. Quando ho contattato la famiglia Harper ero convinta di essere sulla strada giusta, ma nessuno sapeva nulla di Hassab.

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Dopo questa ennesima delusione, non sapevo più dove sbattere la testa. Per mettere una pietra sopra a questa lunga inchiesta durata mesi e finita con un buco nell'acqua, ho raccontato tutta la storia a un quotidiano egiziano. Qualche settimana dopo mi ha contattato una persona che diceva di essere parente di Hassab, che a sua volta mi ha messo in contatto con due nipoti di Hassab, Anmar e Serag El Din, il più giovane dei quali aveva 70 anni.

Hassab's business card

I due uomini sembravano conoscere molto bene la storia del nonno e del suo viaggio sul Titanic, anche se le rispettive versioni ogni tanto si contraddicevano. Grazie ai loro racconti e ai documenti che mi hanno fornito, tra cui l'unica fotografia di Hassab a cui ho avuto accesso, scattata poco prima della sua morte, ho potuto ricostruire la storia di come Hamad Hassab era sopravvissuto alla tragedia del Titanic.

Secondo la famiglia, Hassab era stato invitato a bordo da Herny Harper e sua moglie Myra, in segno di riconoscimento per tutte le volte in cui li aveva ospitati durante le loro visite al Cairo, facendo anche da guida e interprete.

Hassab viaggiava sul Titanic in prima classe, ma a quanto pare non aveva socializzato molto con gli altri ospiti, nemmeno con una "bellissima giovane che aveva provato a parlare con lui," mi dice Anmar. Per questo, era stato soprannominato "Il Misterioso".

Dopo la collisione con l'iceberg, Hassab aveva sentito dire da un uomo dell'equipaggio che la nave sarebbe senza dubbio affondata. Così aveva immediatamente avvisato i suoi amici, si erano messi addosso tutti i vestiti che potevano, avevano preso con loro Sun, il cane degli Harper, e si erano diretti alla scialuppa numero tre.

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Secondo la leggenda, Hassab avrebbe preso in spalla Herny e Myra per metterli in salvo sulla scialuppa, per poi saltarci dentro a sua volta e tagliare la corda che la teneva ancorata alla nave. I tre si erano così allontanati dalle orde di passeggeri terrorizzati che cercavano di salire a bordo della scialuppa piena solo a metà. E si erano salvati.

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Tre giorni dopo il naufragio, la famiglia di Hassab aveva ricevuto una cartolina, scritta di suo pugno, in cui li rassicurava che stava bene ed era scampato alla tragedia. Da quel momento, però, erano passati tre anni prima che Hassab tornasse a casa.

La famiglia, ancora oggi, non sa nulla di quello accadde in quegli anni, perché Hassab si è sempre rifiutato di parlarne. Dopo un po' i parenti avevano smesso di fare domande, ipotizzando che il trauma dell'incidente potesse essere la spiegazione di quei lunghi silenzi.

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La cartolina scritta a mano da Hassab in cui informa i suoi familiari che è sopravvissuto.

Dopo aver raccolto tutte queste informazioni, ho ricontattato Encyclopedia Titanica per completare, finalmente, la storia di Hassab. L'entusiasmo con cui i gestori del sito hanno accolto la mia offerta è stato prorompente. A quanto pare, nonostante il grande impegno e molte ricerche, reperire informazioni sui passeggeri mediorientali si era provato particolarmente difficile. Alla fine, su Encyclopedia Titanica è stato pubblicato un report dettagliato sulla storia di Hamad Hassab e il suo viaggio sul Titanic, e oggi sono io il contatto indicato accanto al suo nome. È stato un viaggio straordinario e io sono fiera di averne fatto parte, nel mio piccolo.

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